La società di consulenza strategica Lenovys, inserita dal Financial Times nel ranking “FT1000” che racchiude le 1000 aziende europee indipendenti con il maggior tasso di innovatività e crescita organica, analizza con il suo esperto del settore le criticità del mercato e propone linee guida concrete per il rilancio

Un fatturato di oltre 41 miliardi di euro e circa 320.000 addetti: l’arredamento è uno dei settori di eccellenza del Made in Italy ma nell’ultimo decennio la quota di export nel mondo si è ridotta di 5 punti percentuali soprattutto per la forte concorrenza di produttori – sia vicini che lontani, dai polacchi ai cinesi- che, anche nel futuro, continueranno ad aggredire le quote di mercato di quelle imprese italiane che non sapranno evolvere velocemente.
Per reagire a questo contesto di mercato reso ancora più incerto dal rinvio del prossimo Salone del Mobile di Milano, la società di consulenza strategica Lenovys, specializzata in innovazione ad alto impatto anche nel settore dell’arredamento, mirata a introdurre sul mercato prodotti e servizi innovativi, prima dei concorrenti per un vantaggio competitivo sostenibile e duraturo nel tempo ha individuato 7 sfide e relative soluzioni per affrontare alla radice il tema del rilancio di un settore fondamentale per l’economia italiana. A guidare l’analisi è stato Filippo Petrera, Lean Master Lenovys e già Direttore Qualità & Ambiente di un importante gruppo multinazionale dell’arredamento nel quale ha ricoperto l’incarico di Chief Manufacturing, Product & Innovation Officer globale, con la responsabilità dell’intera produzione e dell’attuazione di logiche Lean (cioè mirate a limitare sprechi e inefficienze in fabbrica) negli stabilimenti dislocati in Italia, Cina, Brasile e Romania.
Le sfide principali che il settore dovrà affrontare partono dal saper coniugare la valorizzazione del Made in Italy più autentico con la capacità di applicare logiche e processi industriali, e si declinano nelle seguenti 7 criticità:

  1. Concorrenza sottocosto
    La criticità principale per l’imprenditore italiano è abbattere il costo di prodotto e processo – dotarsi quindi di una organizzazione “Lean”, snella – per contrastare la concorrenza estera incrementando efficienza e produttività, migliorando il livello di servizio, aumentando la qualità di prodotti e processi, riducendo sia scorte e giacenze materiali sia scarti, difettosità e rilavorazioni.
  2. Replicabilità del prodotto
    Il prodotto mobile è mediamente “povero”, non conserva al suo interno tecnologie avanzate. Ci sono pochi materiali e ciò significa che un’analisi di benchmarking è molto facile da fare. Un competitor straniero può così bypassare la creatività di cui è deficitario, studiare un determinato modello e successivamente replicarlo. Questo ha provocato uniformità del livello tecnico e in anche in Cina, dove  qualche decennio fa erano presenti sul mercato prodotti di scarsa qualità, ora il consumatore può trovare prodotti qualitativamente simili al Made in Italy – in taluni casi persino ottimizzati. La risposta dell’impresa non può essere solo il lancio di un prodotto nuovo o innovativo, bensì la creazione di un vero e proprio sistema di innovazione in grado di generare continuativamente innovazioni ad alto impatto: innovazioni che creano un “progresso”, un miglioramento sensibile, nella vita dei clienti e delle persone e non semplici prodotti “nuovi”
  3. La difficoltà a misurare
    Il mondo del mobile, a differenza di altri settori, vive di una peculiarità: la difficoltà a misurare visto che la scelta di acquisto è molto soggettiva. Da un lato, questa mancanza di oggettività può rendere la vendita più facile. Dall’altro, se una impresa propone un prodotto con prestazioni migliori avrà difficoltà a evidenziarle e pertanto a distinguerlo dalla concorrenza. Mentre in altri settori vigono parametri oggettivi, nel mobile la standardizzazione dei metodi di valutazione – alla base del miglioramento continuo – è fortemente in ritardo. Come ci ricorda l’economista giapponese Masaaki Imai nel libro “Kaizen”, è impossibile migliorare un processo finché non viene standardizzato.
  4. Scegliere e formare le figure commerciali
    Poiché non vi sono parametri oggettivi è molto più difficile, rispetto ad altri settori, selezionare e successivamente formare le figure commerciali. Un bravo venditore nel settore del mobile deve anzitutto essere in grado di spiegare tecnicamente al cliente perché, tra due divani uguali, entrambi foderati con la stessa pelle, uno è in realtà più comodo dell’altro grazie alla presenza di materiali di imbottitura che si conformano meglio al corpo umano. Mentre in settori quali l’elettronica di consumo o l’automotive il cliente medio presenta già una cultura sufficiente per capire la valorizzazione delle componenti tecniche, nel caso del mobile questa conoscenza di base non è ancora comune. I profili commerciali vanno formati, pertanto, aumentando il loro background tecnico, ma nello stesso tempo vanno sfruttate le leve che possano consentire di vendere il prodotto in maniera più semplice rispetto alla concorrenza.
  5. Scarsa attenzione al ritorno sull’investimento sui nuovi prodotti
    A causa del ritmo frenetico nel quale vivono gran parte delle aziende di settore (visto l’incalzare delle scadenze fieristiche) esiste il problema della poca attenzione al ritorno economico di quanto sviluppato in fase di Ricerca e Sviluppo. Spesso le aziende sono costrette a posticipare il lancio di un nuovo prodotto a causa dell’esistenza di un perenne clima di urgenza che crea forte stress sia nell’area tecnica e di produzione sia nell’area marketing e, oltretutto, distoglie lo sguardo dal monitoraggio del ritorno economico atteso dai nuovi prodotti. È fondamentale, per ottenere il ritorno sull’Investimento atteso, effettuare analisi puntuali. Per esempio, quanti nuovi prodotti sono stati presentati alle fiere? Di questi prodotti, quali e quanti sono stati venduti? Quanto hanno inciso sul fatturato totale?
  6. Progettazione evoluta
    Fino a pochi anni fa la fase di progettazione di prodotto era condotta in maniera manuale, prototipale, quasi sartoriale. Oggi attraverso una progettazione computerizzata è possiamo ridurre gli spessori dei materiali utilizzati al minimo possibile, senza compromessi sul livello di sicurezza, di comfort, di qualità. E’ possibile anche utilizzare materiali che, pur non avendo elevate caratteristiche tecniche possono essere adattati a determinati parti del prodotto. Ad esempio, un mobile all’interno del quale è presente un materiale ligneo estremamente povero può soddisfare le più esigenti normative internazionali di resistenza meccanica.
  7. Packaging, questo sconosciuto
    Nel mondo del mobile c’è scarsa attenzione al packaging, considerato quasi uno spreco. In realtà il valore dell’imballo non ha solo una funzione estetica ma riveste anche una importante funzione di protezione. Il prodotto mobile è ingombrante ed è sottoposto a enormi movimentazioni e solo recentemente le imprese hanno colto questa criticità, che possono affrontare partendo da una industrializzazione del prodotto in modo da scomporlo in più parti e di conseguenza facilitarne la movimentazione. Le potenzialità del Packaging Design sono ancora tutte da sfruttare appieno.

Lenovys
Lenovys, società di consulenza aziendale specializzata in Business Evolution attraverso il Lean Lifestyle®, è l’unica società nel panorama europeo che garantisce il miglioramento delle prestazioni aziendali sviluppando congiuntamente sia l’eccellenza tecnica (processi, strumenti, sistemi aziendali) sia quella sociale (abitudini, cultura, energia, sistemi individuali). Le attività chiave in azienda: Aumentare l’energia in azienda, in modo da coniugare il miglioramento delle prestazioni aziendali con il benessere degli individui e dei team coinvolti. Costruire sistemi innovativi ad alto impatto di persone- prodotti – processi in grado di dare alle aziende un vantaggio competitivo sostenibile e duraturo nel tempo. Impostare progetti personalizzati sulle esigenze di ciascuna azienda per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, senza vincolarsi a schemi preconfezionati e ridondanti. Realizzare piani di Change Management ad hoc, congiuntamente ad ogni progetto tecnico, per rendere le aziende autonome nel garantirsi il mantenimento dei risultati acquisiti nel tempo. Ridurre gli sprechi lungo l’intera catena del valore, con aumento delle prestazioni e del livello di servizio unitamente alla soddisfazione delle persone in azienda.

Luciano Attolico
Lean Thinker: l’italiano che insegna l’innovazione agli americani. Ha fondato Lenovys nel 2009 portandola, con il suo team, a diventare una delle principali società di ricerca, consulenza e formazione specializzata in Lean Transformation, Innovazione e Change Management. E’ ideatore della metodologia Lean Lifestyle®: un framework manageriale che ha l’obiettivo di massimizzare il potenziale delle persone in azienda e ridurre gli sprechi di talento ed energia. E’ keynote speaker per aziende, fondazioni e associazioni di categoria. E’ l’autore del libro di Lean Management più venduto in Italia: “Innovazione Lean. Strategie per valorizzare persone, prodotti e processi” (Hoepli, 2012), co-autore dell’edizione italiana con il Prof. Jeffrey Liker del bestseller mondiale “Toyota Way. I 14 principi per la rinascita del sistema industriale italiano” (Hoepli, 2014) e curatore di “Toyota Way per la Lean Leadership” (Hoepli 2015). Nel 2018, uno dei principali editori di testi universitari e manageriali al mondo, Taylor & Francis Group – Productivity Press, ha pubblicato il suo nuovo libro “Lean Development and Innovation – Hitting the market with the right products at the right time”, edizione tradotta, aggiornata e integrata dell’edizione italiana “Innovazione Lean”, ritenuta uno dei testi di riferimento a livello internazionale per professionisti e aziende che vogliono scoprire e applicare le modalità più efficaci per andare sul mercato con prodotti e servizi che facciano davvero la differenza, per il cliente finale e per l’azienda stessa con maggiori ricavi e margini.