Ha suscitato scalpore , l’intonazione della canzone partigiana “Bella Ciao” da parte di alcuni commissari europei, tra cui  Paolo Gentiloni, durante l’ultimo incontro nei palazzi delle Istituzioni continentali del gruppo socialista.
I “governanti della UE” che fanno proprio il più famoso inno di libertà e democrazia delle formazioni clandestine italiane che si opponevano all’invasione nazista e al regime di stampo fascista.
Nel corso dei decenni post-bellici, il motivo canoro è stato d’appannaggio esclusivo della sinistra italiana che si erigeva come l’erede esclusiva delle battaglie di liberazione del movimento partigiano, in virtù di una mistificazione storica con cui si tramandò un racconto che considerava la Resistenza formata solo da uomini e donne di ideologia comunista e socialista.
La storia, non ideologizzata, ha narrato quale fosse la verità di quel periodo storico, e il contributo di milioni di persone cattoliche, liberali, popolari per conquista della libertà e della democrazia nel nostro Paese.
L’aspetto, tuttavia, sconcertante di quel “coro dei governanti socialisti/comunisti/sinistri” non è neppure l’ orgogliosa, ma paradossale manifestazione di richiesta di libertà dall’oppressione esercitata dall’ opposizione sovranista e dalle formazioni politiche anti-UE.
Non è neppure sconcertante, l’aspetto riguardante l’assoluta cecità, o meglio la visione monocorde, delle politiche austeriche e oppressive che hanno prodotto e rischiano di produrre (vedasi il MES) la devastazione delle economie di numerosi Stati membri.
No, neppure la devastazione economica e sociale.
La devastazione produttrice di enormi e profonde ferite paragonabili a quanto generato dalle truppe militari di occupazione di alcune nazioni durante la Seconda guerra mondiale.
Nazioni, di cui, alcuni attuali rappresentanti intonavano a squarcia gola “Bella ciao”.
Sarebbe opportuno domandare al popolo greco (tanto per avere una tangibile e concreta testimonianza degli effetti delle politiche economiche dei nuovi “partigiani rossi”) cosa pensino di quell’ ossimoro canoro ricordando i cannoneggiamenti dei panzer teutonici, dei bombardamenti della Luftwaffe, e dei rastrellamenti della Werrmacht e delle SS.
Cosa pensino della Troika e della sua azione economica negli anni 2015/16/17/18 e quali conseguenze abbia cagionato riguardo il tenore di vita , le cure sanitarie, l’aspettativa di vita.
No, nessuna di queste rappresentazioni metaforiche debbono suscitare scandalo e sconcerto (seppur viene difficile nascondere queste realtà).
La destabilizzazione che dovrebbe sbocciare nelle anime dei 500 milioni di cittadini europei è il costante, continuo, perenne atteggiamento fraterno, confidenziale, informale che viene ostentato durante gli incontri istituzionali dei rappresentanti delle Istituzioni europee.
Al cospetto di telecamere, microfoni, taccuini, le più alte cariche della Commissione, del Consiglio, del Parlamento, della Banca Centrale, dell’Eurogruppo si sperticano in atteggiamenti amichevoli più consoni ad un incontro tra alunni di scuola, compagni di attività ludiche e sportive, rimpatriate famigliari durante le festività natalizie (perdonate l’utilizzo del  termine “natalizio” , non sia mai che si possa turbare la sensibilità dei cittadini che professano un’altra fede religiosa…), i festeggiamenti per l’addio al nubilato e al celibato, e ogni altra occasione di baldoria che si voglia.
Una teatrino di quart’ ordine, di pura facciata che cela le bramosie e i giochi di potere e di prevaricazione di quegli incontri.
Per coloro che abbiano voglia e tempo di guardare i filmati d’antan dei summit della CECA ( Comunità europea del carbone e dell’ acciaio 1951) e della CEE (Comunità economica europea 1957) osservino con attenzione i rappresentanti delle nazioni.
Osservino bene, le posture, i volti, gli sguardi, i saluti, l’andatura, in sintesi, il cerimoniale ufficiale.
Atteggiamenti distintivi dell’orgoglio di rappresentare la propria nazione ad un livello paritario e intenti alla creazione di trattati trasnazionali per una crescita socio-economica e politica solidale, e progressista.
Niente fronzoli, niente sbaciucchiamenti, niente atteggiamenti scanzonati, affettati, nessuna moina e smanceria adolescenziale.
Ecco, quale Europa deve esistere.
Sostanza, parità, solidarietà, futuro.
La scena teatrale, meglio il palcoscenico canoro, di un’ apparenza ingannevole, falsa, capziosa deve essere smontato, così come il backstage e la sceneggiatura delle prevaricazioni.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)