Finito il lunghissimo calciomercato estivo (un circo mediatico che di serio non ha nulla tranne i milioni di euro che vengono spesi) si evince benissimo cosa sia attualmente l’ AC Milan 1899.
Dopo la pessima stagione scorsa con un umiliante 10 posto, ecco che da Casa Milan si elevano proclami di riscossa.
Ad inizio giugno viene sbandierato ai quattro venti l’arrivo di tale Mr Bee Taechaubol interessato al rilevamento di una cospicua quota di minoranza delle azioni del club con il versamento di “soldi freschi” nelle misere casse societarie e dando una sistemata al profondo rosso di bilancio.
Tempo per chiudere la trattativa 8 settimane con tanto di benedizione di tutti gli organi direttivi e del presidente Berlusconi.
Giunti ad inizio agosto, termine scaduto, ecco un ulteriore proroga nelle trattative con un impegno vincolante di chiusura della cessione delle quote dopo altri 2 mesi.
Si dirà, la trattativa è importante, di soldi in ballo ve ne sono parecchi (480 milioni di euro) e vi è la necessità di andare cauti e di ponderare bene ogni aspetto.
Tant’è, fatto sta che “questa boccata d’ ossigeno” non è arrivata, ma nonostante ciò la proprietà si dichiarava intenzionata a effettuare una campagna acquisti che possa garantire al nuovo allenatore Mihajlovic una compagine che primeggi per i primi posti (la zona Champions’League, tanto per intenderci, dove sono garantiti introiti vitali per il disastrato calcio italiano e le sue squadre tutte con bilanci da fallimento).
A suffragare questa volontà arriva una dichiarazione del presidente Berlusconi ad inizio giugno durante una visita “elettorale” a Saronno (Va) in cui afferma che anche senza l’arrivo di Taechaubol si allestirà una squadra competitiva che punterà allo scudetto.
Dichiarazione, evidentemente, da prendere con “le molle” visto il contesto (prelettorale), e visto che di promesse marinaresche da parte del presidente in questo ultimo periodo se ne sono udite anche troppe.
E sì, perchè per oltre 10 giorni (sempre in ambito prelettorale) era certo l’arrivo del prode Carlo Ancelotti, in uscita da Madrid, che si sarebbe seduto sulla panchina e ci avrebbe guidato alla conquista di nuovi ambiti trofei come nel decennio scorso.
Peccato che il buon Carletto è sicuramente legato ai nostri colori, alla nostra storia, a noi tifosi e alla società, ma dopo aver vinto in tutta Europa non poteva assumersi una responsabilità così pesante come la ricostruzione di una squadra così derelitta e, soprattutto, senza la sicurezza di avere una rosa competitiva.
Ecco allora che molti di noi tifosi di lunga data pensare che Galliani e il Presidente avrebbero affidato la panca a uno dei milanisti storici: R.Donadoni svincolato dopo il fallimento del Parma FC.
Persona seria, vecchio milanista, allenatore capace, esperto, conoscitore dell’ambiente. Insomma tutte qualità ideali per essere il candidato giusto.
E invece niente, l’incomprensibile ostracismo nei suoi confronti continua;
Arriva “l’interista/laziale/sampdoriano Sinisa Mihajlovic “sergente di ferro” con esperienze varie (senza troppi successi, anzi molti esoneri) che dichiarò allorchè era allenatore del Catania che non avrebbe mai allenato il Palermo così come il Milan perchè:  
“Sono stato interista e piuttosto muoio di fame (ipse dixit)”. 
E‘ lampante, anche se non sembrerebbe a vederlo di persona, che ha accettato la nostra ambita panchina perchè era ormai ridotto ad uno scheletro! 
Beh pensavo, visto che il calcio moderno dei valori se ne frega, una chance la si può dare anche a chi ha sempre odiato i nostri colori.
Sto “rospo” lo deglutisco a fatica (anche altri tifosi rossoneri), ma diamogli un po’ di fiducia.
Tuttavia, anche l’allenatore più capace al mondo senza giocatori validi non potrà mai fare miracoli (i miracoli appartengono ad altri settori esistenziali e sovrannaturali, grazie al cielo).
E allora ecco che iniziano le roboanti promesse di acquisti mirabolanti, perchè a differenza degli ultimi anni, i soldi dovrebbero esserci e anche parecchi (si parla di 80/90 milioni) ; certo non paragonabili ai budget delle squadre i cui proprietari sono i nuovi “ricchi del pianeta” che si stanno sollazzando con questo nuovo ninnolo che sono le loro squadre di calcio (chissà che voragini si creeranno allorché si stuferanno di questo “giocattolino” e troveranno altri entertainment).
Arriva sicuramente “tale J.Martinez del Porto perchè il suo cartellino appartiene alla Doyen Sport società di intermediazione sportiva (attenzionata dalla Fifa, che allegria pensai, iniziamo bene….) che è legata a Mr Bee, così proclamavano le cronache di inizio giugno, e anche Kondogbia, un fenomeno a centrocampo, che gioca nel Monaco (un nuovo Rijkaard addirittura, dissero in tanti).
Invece, questi “nuovi” fuoriclasse (nuovi mica tanto visto che il primo ha 28 anni e il secondo è sì giovane -22 anni- ma ha solo 4 presenze in nazionale francese e gioca da 4 anni in massima serie) approdano in altri lidi; Atletico di Madrid il primo, il secondo ai nostri cuginastri dell’Inter dopo un’asta da capogiro.
Pensai, solite promesse fumose della nostra dirigenza che di quattrini non ne ha.
Smentito nel giro di pochi giorni perchè giungono a Milanello Bertolacci per 20 milioni e Bacca per ben 30.
Poi dopo qualche settimana Romagnoli (costo 25 milioni) difensore di belle speranze e L.Adriano attaccante brasiliano per 7 milioni dallo Shaktar.
Ma gli animi di noi tifosi erano animati da una “voce” che trapelava da via A. Rossi: ritorno sicuro di Zlatan Ibrahimovic.
Certo 34 anni, la fedeltà alla maglia non è mai stata la sua caratteristica principale, voglia di “sposare un progetto nuovo” mai avvenuto, molto venale, e soprattutto con un procuratore come Mino Raiola. 
Un vecchia pubblicità degli anni 70 aveva come slogan: “Basta la parola !”.
Ecco basta sentire tale nome e si capisce tutto , soprattutto al Milan dove Mino Raiola “la fa da padrone” da ormai 5 anni.
Perchè il mercato del Milan è, per così dire, “guidato” da Raiola che fa sbarcare a Milanello i suoi assistiti a getto continuo spacciandone molti come fuoriclasse su cui puntare a occhi chiusi.
L’elenco è lunghissimo e i risultati li conoscono tutti.
E la “sciagura Raiola” colpisce ancora.
E sì perchè Ibra non arriva (cosa peraltro che sospettavo fin dall’inizio) e al suo posto dalla sua corte dei miracoli che è la sua scuderia ritorna “nientepopodimenoche”: Mario Balotelli.
Ho uno svenimento quando viene annunciato il suo ritorno dal Liverpool domenica 23 agosto.
Balotelli di cui ci liberammo lo scorso anno dopo una stagione disastrosa.
Balotelli che finisce fuori rosa per scarso impegno, in una squadra simbolo della storia del calcio dove si respirano le epiche gesta degli “eroi” dell’Anfield Road, della Kop, dove si odono le note di “You’ll never walk alone”, dove i tifosi ti amano “solo perchè indossi la loro maglia”.
Balotelli, ecco cosa ci “donano” i nostri dirigenti e su cui puntano per risalire la china.
Balotelli contestato sonoramente prima e dopo Milan Parma del marzo 2104 per il suo menefreghismo, perchè non onora la maglia che indossa, perchè per lui Milano è sinonimo di sfilate d’alta moda, movida, happy-hour nei locali più “IN” (magari parcheggiando le sue fuoriserie nei posti riservati ai disabili) e non la città più vincente d’Italia, con la squadra più titolata al mondo.
Morale: la storia si ripete pedissequamente,ma quest’anno la società è maggiormente colpevole perchè di quattrini ne ha spesi molti ma molto male, sinonimo che la capacità di scegliere bene è totalmente assente, o forse manca la volontà e allora la questione è ben più grave.
Si acquistano solo giocatori di certe “scuderie” o da certe società amiche; si promettono i “nomi” ben sapendo che non arriveranno mai; oppure si fanno acquisti a caso per buttare fumo negli occhi dei tifosi cercando di raccattare qualche abbonamento in più (tentativo non andato a buon fine, visto che i dati attuali dicono che sono solo 17 mila le tessere vendute, peggio dello scorso anno).
Si comprende come sia caduta ad un livello misero anche da certi atteggiamenti piccoli, piccoli ma che denotano uno stile ormai perduto.
Due esempi.
Mancanza totale di gratitudine nei confronti degli abbonati che nonostante l’orripilante spettacolo offerto lo scorso campionato hanno deciso di rinnovare il tesseramento per la nuova stagione, effettuando un simbolico “risarcimento”, praticando uno “sconto-fedeltà anche di pochi euro(come attuato dall’ Internazionale Fc-dover sottolineare questa intelligente e generosa scelta dei cugini mi rode profondamente).
Assoluta assenza di “tutela” nei confronti dei tifosi che si recano allo stadio, “accettando” la disputa della quasi totalità delle partite in notturna anche durante l’inverno, sottomettendosi totalmente ai voleri delle pay-tv.
Poi si lamentano se S.Siro rimane desolatamente vuoto.    
La realtà, purtroppo per noi, è ben diversa da quella che ci vogliono fare credere e lo abbiamo già visto nelle prime due giornate di campionato. 
Mi arrendo.
Mi arrendo nella mia “battaglia” per far comprendere alla società cosa vogliamo noi tifosi; quale rispetto chiediamo.
Non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare.
Massimo”old-football”Puricelli
Castellanza(VA)