Le libertà costituzionali sono state sospese con i DPCM, le ordinanze ragionali e comunali che affrontavano e affrontano la pandemia di Covid 19.

In generale, i cittadini italiani hanno rispettato le normative vigenti.
Taluni per paura delle sanzioni previste; altri per reale consapevolezza del pericolo che un comportamento dissennato avrebbe generato all’intera comunità; altri perchè ipocondriaci, altri ancora per evitare la stigmatizzazione popolare si sono attenuti alle limitazioni personali imposte; alcuni facendo parte del “popolo dei complottisti” non hanno mai fatto mancare le loro invettive contro le macchinazioni del “Grande Fratello” cosmico.
Trascorsi due mesi, con i dati epidemiologici in costante miglioramento, le varie parti sociali ed economiche hanno lanciato l’allarme per il pericolo di decesso di molte attività produttive e la conseguente distruzione del tessuto economico italiano.
Con la scarsità di sovvenzioni previste dall’esecutivo, ingabbiato dalla soggezione dei potentati europei, non potendo e volendo contravvenire ai parametri “gordiani” bruxelliani e dei mercati finanziari (la paura del rialzo dello spread è maggiore di qualunque tipo di patogeno), il Governo ha consentito la riapertura delle quasi totalità delle attività e della libertà di movimento e di incontri sociale, con indicazioni di accorgimenti di prevenzione, come indossare le mascherine allorché non sia possibile garantire una distanza minima di sicurezza.
Accorgimenti e disposizioni stringenti in un primo momento, poi “limitate” nel corso degli ultimi giorni per la protesta serrata degli esercenti che ritenevano impossibile applicare determinate norme riguardanti i distanziamenti all’interno dei locali.
Con evidente mancanza di decisionismo, dimostrato da oltre 3 mesi (basti pensare a quante task-force siano state approntate), il Governo guidato da Giuseppe(i) Conte ha rimarcato ancora una volta l’importanza del senso di responsabilità e del senso civico di ciascun cittadino, vera arma per limitare la diffusione del coronavirus e per scongiurare un nuovo lockdown.
Tralasciando l’incertezza decisionale dell’esecutivo, è stato chiaro fin dal principio che senza alcun farmaco efficace e senza un vaccino, il Covid 19 doveva essere fronteggiato con l’assoluta accortezza dei comportamenti di ciascuno.
E’ ormai evidente, che l’ elargizione di fiducia concessa sia un po’ troppo ottimistica.
In una società votata all’ assoluto egocentrismo, con una bassissimo rispetto per il prossimo e per la collettività (disvalori atavici) associato ad una scarsissima programmazione di mappatura della situazione epidemiologica che doveva essere approntata in questi mesi di serrata (come richiesto da più parti del mondo scientifico e della ricerca sociologica, tra cui il professor Ricolfi), il rischio di una nuova ondata epidemica è dietro l’angolo.
In questi ultimi giorni di “semi-apertura” dei locali di intrattenimento e della libertà di movimento ecco apparire in molte città assembramenti di persone senza alcun rispetto delle minime norme di garanzia richiesta dallo Stato.
Persino in città, come Bergamo e Milano, dove il coronovirus ha mietuto più vittime, dove la diffusione del patogeno è ancora alta, dove si sono viste scene drammatiche, sconvolgenti, strazianti come i camion militari che trasportavano decine di bare destinate ai vari inceneritori fuori regione con i congiunti che non potevano dare nemmeno estremo saluto ai propri cari, non sono mancate scene di assoluta anarchia con agglomerati di persone con mascherine non correttamente indossate che dialogavano liberamente a pochi centimetri di distanza; con persone che affollavano le vie della movida come in un “normale” fine settimana, senza alcun distanziamento di sicurezza.
I sindaci di quelle città, alcuni Governatori, alcuni rappresentati delle Istituzioni nazionali, molti medici facenti parte dei vari comitati tecnici scientifici, hanno lanciato l’allarme e censurato quei comportamenti incoscienti e rischiosi; hanno, altresì, ricordato e minacciato una nuova chiusura se la freddezza dei dati statistici ci comunicheranno un peggioramento dell’ epidemia..
Questa “minaccia”, tuttavia, sembrerebbe essere poco efficace.
Molto più incisiva, far prendere le generalità di questi scellerati, da parte delle forze dell’ordine.
Una richiesta di generalità, non per comminare le sanzioni previste dalle attuali normative, ma per creare un elenco dei cittadini (uso un termine politicamente corretto, ma sarebbe più opportuno un vocabolo scurrile) che non possiedono alcun valore caratterizzante una società civile.
In caso di nuovo lockdown, tali “signori” saranno condannati a trascorrere nella propria residenza o domicilio il doppio dei giorni della serrata, con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Non solo.
Terminata la “carcerazione domiciliare” ecco spalancarsi le porte , non delle patrie galere, ma del servizio “CIVILE” obbligatorio in strutture sanitarie Covid  e nelle RSA dove ancora oggi vi è mancanza di personale.
E’ autoritarismo questa proposte ?
Non direi, semplicemente una logica e necessaria applicazione dei valori basilari della civiltà moderna troppo spesso accantonati o immolati sull’altare del più assoluto egocentrismo, e del più totale spregio della libertà, della salute della vita altrui.
Tolleranza zero.
E’ in gioco la salute, il benessere, la libertà di tutti.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)