Il Festival della Mente, il primo festival in Europa dedicato alla creatività e ai processi creativi, è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia e dal Comune di Sarzana. L’undicesima edizione si svolge a Sarzana dal 29 al 31 agosto 2014 con la direzione scientifica di Gustavo Pietropolli Charmet.

Tre giornate con 60 relatori e 39 incontri tra conferenze, spettacoli, workshop e momenti di approfondimento culturale per esplorare la nascita e lo sviluppo dei processi creativi: scrittori, artisti, fotografi, designer, scienziati, psicologi, psicoanalisti, filosofi e storici indagano i cambiamenti, le energie e le speranze della società di oggi, rivolgendosi con un linguaggio accessibile al pubblico ampio, vario e affezionato che è stato negli ultimi dieci anni la vera anima del festival.

Inoltre, come ogni anno, in programma laboratori di creatività per i più piccoli: un vero e proprio festival nel festival, con circa 21 eventi (50 con le repliche), curato da Marina Cogoli Biroli e realizzato con il contributo di Carispezia – Gruppo Cariparma Crédit Agricole.

«Il Festival della Mente è un cantiere aperto dove si produce un insolito tipo di cultura» dichiara Pietropolli Charmet.

«Non quella che si trasmette nelle aule universitarie, né quella che si elabora nei convegni scientifici, né quella per pochi che viene veicolata dai libri.

A Sarzana, nell’ultimo fine settimana di agosto, sotto i tendoni strapieni, artisti e scienziati,   scrittori e ricercatori narrano le cose più belle che hanno capito o scoperto.

È questa la cultura speciale e preziosa che si produce nel cantiere del festival di Sarzana: nella mente dei partecipanti si innescano nuovi modi di guardare una parte del mondo».

PROGRAMMA

Apre la manifestazione la lectio magistralis di Mario Calabresi “Ritrovare la ragione per non fare naufragio”.

Il giornalista e scrittore riflette su come il dibattito pubblico italiano sia ormai soffocato dall’emotività e dal sensazionalismo.

I recenti casi degli sbarchi sulle coste italiane e di Stamina sono emblema della paura e dell’irrazionalità che hanno scatenato campagne molto aggressive: il ruolo dell’informazione è dunque più che mai centrale per offrire ai cittadini gli strumenti per ragionare e non farsi travolgere dalle immagini e dalle emozioni.

Accanto al tema centrale della creatività, Gustavo Pietropolli Charmet ha introdotto quest’anno un secondo filone: quello della relazione complessa fra generazioni. L‘unione di queste due aree tematiche costituisce una nuova occasione di incontro e condivisione fra chi produce cultura e chi cerca la conoscenza.

GENERAZIONI A CONFRONTO

Oggi si è giovani non in base all’età, ma in quanto si partecipa a certi stili di vita e di consumo. È quanto osserva il filosofo Francesco Cataluccio che, nell’incontro “L’epidemia di immaturità: da Peter Pan a Harry Potter”, mette in luce come la moderna immaturità sia anche il prodotto della “crisi”del padre. Quando crolla il padre emergono dall’inconscio collettivo identità maschili più primitive, rendendo patologici i conflitti intergenerazionali.

L’antropologo Marco Aime mette a fuoco la crescente dipendenza dei giovani nei confronti degli adulti: la complicità tra genitori e figli aumenta, assieme alla loro somiglianza nell’abbigliamento, nei comportamenti, nella condivisione delle nuove tecnologie, a scapito dei tradizionali riti di passaggio dell’età adulta.

Dei diversi comportamenti e delle nuove aspettative dei genitori postmoderni, molto diversi da quelli di un tempo, parlano gli psicoterapeuti dell’adolescenza Davide Comazzi, Antonio Piotti e Laura Turuani (sezione approfonditaMente).

“Ragazzi, non siete speciali!” è il monito lanciato dall’insegnante e scrittore americano David McCullough jr. Oggi i ragazzi sono spinti a cercare il risultato che fa colpo, invece che a concentrarsi su ciò che fanno e sul perché lo fanno. Ciò incentiva dipendenza e autoreferenzialità, che diventano paralizzanti. Secondo la psicologa Silvia Vegetti Finzi anche i rapporti tra nonni e nipoti sono cambiati rispetto al passato. I nonni conservano la memoria storica, i nipoti hanno altre conoscenze, soprattutto informatiche: per laprima volta possono educarsi a vicenda.

“Litigare fa bene”, sostiene il pedagogista Daniele Novara: la violenza può nascere infatti dalla difficoltà dei giovani a reggere la frustrazione nei contrasti relazionali, un deficit che compare quando durante l’infanzia non si impara a litigare bene.

Lo psicoterapeuta Alfio Maggiolini analizza il comportamento dei ragazzi “contro”: gli adolescenti antisociali, spavaldi e impulsivi, che hanno perso la fiducia negli adulti e cercano piuttosto supporto nei coetanei. Per aiutarli non servono regole, ma  serve l’impegno degli adulti a regolare i loro bisogni evolutivi. Il tema centrale del XXI secolo non è più il rapporto fra sessi, ma quello fra generazioni. In una generazione cambiano più cose di quanto prima avvenisse in un secolo: è impossibile offrire ai figli il modello dell’alternanza.

Lo psicologo Luigi Zoja parte da questo assunto per parlare di “Crisi generazionale, crisi maschile, crisi italiana”.

Su “Eredità, tradizione, cambiamenti generazionali” interviene anche la sociologa Chiara Saraceno indagando i cambiamenti avvenuti nei ruoli, nei rapporti fra generi e fra generazioni all’interno della famiglia, che hanno creato nuove tensioni.

La psicoterapeuta Sofia Bignamini cerca di decifrare i codici misteriosi della preadolescenza. La cultura narcisistica attuale ha prodotto sui ragazzi effetti spesso esplosivi, che li porta a esprimersi in forme talvolta drammatiche: una vera e propria “Esplosione dei mutanti”.

“Vivervirtuale” è il workshop tenuto dallo psicologo Matteo Lancini, che analizza le novità introdotte dal mondo virtuale nel panorama musicale, dei videogiochi e dei social network, che per i giovani rappresentano nuove possibilità di realizzazione individuale (sezione approfonditaMente).

Sulle problematiche di apprendimento in ambito scolastico intervengono: la psicologa Katia Provantini, che rileva come a volte essere un bravo studente può essere percepito come un tradimento nei confronti di se stessi, e la scrittrice Paola Mastrocola che si chiede come i giovani, perennemente in contatto con gli altri sui social network e spinti a scuola a lavorare in gruppo e a socializzare, potranno ancora trovare gli stimoli per attività individuali, quali la lettura e lo studio.

Inoltre, il pedagogista Cesare Moreno – che con l’Associazione Maestri di Strada ONLUS è impegnato nella lotta contro la dispersione scolastica ̶ propone un workshop per riflettere su come la crisi motivazionale di molti studenti dipenda da professori educativamente inadeguati (sezione approfonditaMente).

www.festivaldellamente.it