Venerdì 18 , e fino a  martedì 22 ottobre, la 41.ma edizione di HostMilano proporrà nuove tendenze  nel campo dell’ospitalità e del fuoricasa . Un appuntamento da non perdere in FieraMilano!

Un’edizione all’insegna del green che mette a fattor comune la sostenibilità nelle sue diverse declinazioni: dalle più hi-tech alle reinterpretazioni più contemporanee di formati e progetti. Del resto, secondo dati Assolombarda, la green economy ha già generato circa 3 milioni di posti di lavoro e l’Italia è leader europeo per dematerializzazione dell’economia: per ogni kg di risorsa consumata genera 4 euro di Pil, rispetto ai 2,4 euro della Germania e ai 2,2 euro della media UE.

Un approccio che come stile si traduce nel rustrial, combinazione di rustico e industriale che valorizza il riuso di elementi esistenti e l’utilizzo di materiali riciclati in un’atmosfera shabby chic: nuance pastello, monocromi e i toni neutri, che lasciano il colore ai dettagli per esaltare materiali grezzi e naturali. Ma anche, nota l’Osservatorio HostMilano analizzando i mercati, pareti verdi – non solo di piante ornamentali ma anche veri e propri orti verticali di verdure edibili – e anche il revival delle piante in vaso combinate a creare veri e propri mini-giardini. Sostenibilità significa anche gestire gli spazi senza sprechi: ad esempio, con un layout fatto di elementi d’arredo in legno riciclabile che possono essere facilmente disassemblati per essere ricombinati e rispondere a diversi utilizzi, o per essere riciclati a fine vita con un minor consumo di risorse. 

Spazio e risorse che si salvaguardano anche utilizzando grandi tavolate comuni, invece dei tavoli separati, che favoriscono la convivialità e la diversità dando occasione di conoscersi a persone differenti che altrimenti non si incontrerebbero. Perché la sostenibilità è anche uno stato mentale. E, in linea con l’approccio scandinavo dello ‘hygge’ – il comfort delle piccole cose dal sapore domestico – sfumano sempre più i confini tra casa e fuoricasa oltre che tra diverse fruizioni, come tra bar e negozio o tra ristorante e showroom. Ad esempio con le librerie che diventano protagoniste dei layout più diversi, perfino la camera d’albergo: ma attenzione, non librerie piene di dorsi decorativi, ma di libri veri, da leggere, usati e vissuti.

Il tutto con il supporto della tecnologia, che entra innanzitutto al bar e al ristorante. Le stampanti 3D per alimenti entreranno nelle cucine professionali per abilitare ricette non solo più personalizzate, ma anche più green: presto potremo farci preparare al ristorante una bistecca vegetariana su misura con un mix di proteine vegetali – come le farine di legumi – a nostra scelta, per assicurarci l’esatto apporto nutritivo che desideriamo.

L’automazione si estenderà a tutte le attrezzature, dai grill alle macchine per caffè che, grazie all’intelligenza artificiale e a interfacce grafiche e connesse tramite Internet delle Cose, consentiranno anche al meno esperto dei baristi di preparare un espresso perfetto. Forse non vedremo tanto presto androidi servire ai tavoli, ma si diffonderanno piuttosto livelli stratificati di automazione con robot simili a quelli industriali che svolgeranno compiti specifici, come mixare un cocktail o guarnire e infornare un pizza, oltre a nuovi sistemi di cottura a induzione che consentono una maggiore creatività o nuovi armadi refrigerati, sistemi di igienizzazione e linee di taglio che consentono di utilizzare una più ampia varietà di ingredienti, soprattutto vegetali. 

L’innovazione, nella ristorazione, non è solo ‘dietro le quinte’ e anche i format si rinnovano costantemente. Parola d’ordine: contaminazione.

Dal bread bar dove possiamo fare la spesa di tutti i giorni, ma anche bere un buon caffè o sorseggiare un calice di vino, ai cosmopoliti mini-locali con infinite varianti di uno stesso prodotto in pochi metri quadri – dall’arancino al poke –  ispirati allo street-food, fino ai ristoranti che sono anche showroom, negozi fashion o gallerie d’arte.
L’impiattamento, inoltre, diventa curatissimo per rendere più ‘instagrammabili’ i piatti, stimolando proposte tableware originali basate su nuove forme e nuovi materiali, come legno e acciaio spazzolato.

In pasticceria, gli spinner (giratorta innovativi) e gli strip (stampi monouso a strappo) che aiutano a eseguire lavorazioni impeccabili sono la proposta per portare a un nuovo livello il cake design, che diventa anche bio grazie a ingredienti come le perle di vaniglia. Sul fronte gelateria, le estati sempre più torride anticipano un boom del gelato trasformato in mille gusti, forme e colori. Dai sapori insoliti: sesamo nero, tè di vari tipi, tocco etnico con baklava e halva, virata al salato con formaggi, pancetta, peperoncino, aglio nero.
Per i salutisti più coraggiosi, da non perdere il gelato nero ai carboni attivi. Una rivoluzione possibile anche grazie a mantecatori e sistemi di miscelazione di nuova generazione, che permettono di lavorare materie prime una volta impensabili. Ma insoliti e sostenibili diventano anche i contenitori, con coppette fatte da cialde ispirate allo street-food, magari da gustare con un caffè da capsula compostabile il cui aroma è preservato da un packaging anch’esso compostabile, brevetto rigorosamente Made in Italy. 

Sì perché, come conferma una recente ricerca delle Organizzazioni europee per i brevetti (Ueb) e la proprietà intellettuale (Euipo), le aziende Made in Italy sono coloro che, tra le industrie europee,  utilizzano più intensamente la proprietà intellettuale: le imprese che ne fanno un uso intensivo impiegano circa 7 milioni di occupati (il 31,5% quasi uno su tre) contribuendo al Pil per 774 miliardi di euro, il 46,9%, contro medie europee del 29,2% e 45% rispettivamente.
Una vivacità che a HostMilano avrà l’opportunità di dialogare e confrontarsi con le più innovative proposte internazionali.

Tutti gli aggiornamenti sono disponibili su: www.host.fieramilano.it, @HostMilano, #Host2019