[dropcap]N[/dropcap]el corso degli anni i CIO hanno guidato le aziende attraverso numerose evoluzioni tecnologiche, dall’implementazione dei primi PC desktop e cellulari in stile Wall Street fino alla diffusione di notebook, tablet, smartphone, app e cloud. Il percorso attraverso questi cicli di innovazione non è sempre stato tranquillo e spesso è stato il risultato di due sfide importanti: l’integrazione tecnologica e i budget approvati dai CdA.

“Oggi assistiamo ad una sempre maggiore diffusione dell’Internet of Things (IoT), con un aumento delle aspettative da parte dei dipendenti nell’utilizzare dispositivi personali per accedere ai dati aziendali sia in ufficio che fuori”, ha dichiarato Massimo Arioli, Head of Sales & Marketing B2B, Toshiba Digital Products & Services, Italy. “Sicuramente cellulari, notebook o tablet personali sono i dispostivi più utilizzati, ma iniziano a diffondersi anche altre tecnologie, come smartwatch e smartglass. Le sfide che i CIO devono affrontare sono destinate ad aumentare, creando una tempesta perfetta di dati e dispositivi da gestire”.

I CIO si stanno già destreggiando tra soluzioni che dovrebbero essere on e off-premise, i dispositivi e i sistemi operativi autorizzati ad accedere alla rete aziendale. Secondo le previsioni di Gartner, nel 2016 saranno connessi ogni giorno 5,5 milioni di nuovi ‘oggetti’ e il numero dei dispositivi installati all’interno dell’ambiente di lavoro registrerà una forte crescita.

Consentire ai dipendenti di accedere ai dati aziendali ovunque, in qualsiasi momento e da qualunque dispositivo, garantisce vantaggi produttivi ma l’IoT porta la sfida in un territorio meno tangibile, che supera le infrastrutture e gli strumenti tradizionali. I CIO saranno quindi responsabili dell’interconnettività di un’ampia gamma di tecnologie, consentendo l’accesso ai dati senza alcuna interruzione.

Quest’anno la spesa globale nel campo dell’IT è destinata, secondo Forrester, a raggiungere $2,9tn. “L’incremento sarà determinato dai responsabili IT più esperti, che dovranno gettare le basi tecnologiche necessarie per gestire questa diffusione degli ‘oggetti connessi’ nel modo più veloce e sicuro possibile. Alcuni CdA, potrebbero consigliare ai CIO di sviluppare soluzioni di management in-house, ma dal momento che lo scenario è in continua evoluzione è importante che i CIO indirizzino il CdA verso servizi cloud aziendali già esistenti, in grado di offrire una gestione centralizzata per un’archiviazione dei dati modulare e sicura”, ha aggiunto Massimo Arioli.

Il cloud può soddisfare le esigenze delle aziende che hanno bisogno di accedere a numerosi dati, creando una rete che li raccoglie da diversi dispositivi e li archivia in un’unica banca dati centrale.

[dropcap]S[/dropcap]pesso all’interno delle aziende è più semplice avere un quadro dei guadagni di produzione per decidere se implementare o meno una soluzione ‘Nice to have’ quando i budget aziendali sono modesti. Un CIO però può rendere più solide le proprie basi capovolgendo questo scenario e dimostrando quello che potrebbe invece succedere all’azienda nel caso in cui decida di non implementare queste tecnologie. I CIO oggi dovrebbero sottolineare con esempi specifici, che mettono in luce i vantaggi per i diversi reparti dell’azienda e per i principali azionisti, la necessità di avere a disposizione soluzioni cloud. “La possibilità di implementare soluzioni flessibili e modulari basate sul cloud per l’IoT può essere un forte argomento di vendita, in particolare se si considera una soluzione come il Cloud IT Manager di Toshiba (TCCM), che permette ai CIO di gestire al meglio sia i dispositivi sia i dati. Proprio all’interno di uno scenario business dove si stanno diffondendo numerosi dispositivi, è importante per i team IT avere a disposizione una soluzione che possa garantire la conformità senza però rinunciare alle performance”, ha aggiunto Massimo Arioli.
Grazie alla sempre maggiore diffusione dell’IoT, si sta delineando un nuovo ciclo di innovazione e i CIO che stanno già utilizzando soluzioni cloud saranno avvantaggiati e potranno implementare ancora più velocemente soluzioni sviluppate su misura per rispondere alle singole esigenze. “Presto vedremo soluzioni che permetteranno ai team IT di controllare diversi aspetti, dai diritti di accesso fino alla prevenzione degli abusi e all’archiviazione di tutti i dati dell’azienda, indipendentemente dal singolo dispositivo. Toshiba ad esempio sta già sviluppando il servizio Zero Client, che contribuirà a soddisfare le aspettative dei CIO, aiutandoli ad affrontare la prossima sfida tecnologica degli oggetti connessi”, ha concluso Massimo Arioli.