Ieri sera prima gara ufficiale a S. Siro del Milan per il terzo turno di Coppa Italia (ahinoi, è quello che “passa il convento” in questi anni di vacche magre, in altri periodi si disputavano amichevoli contro le più blasonate squadre europee con lo stadio stracolmo, mal che andava erano i preliminari di Champions).
Serata rinfrescata da una vento di libeccio foriero di temporali, e, con mia piacevole sorpresa, noto una buona affluenza di pubblico con una “tenuta” vacanziera-balneare che evidentemente produce ottimismo per la nuova stagione e il nuovo “corso” targato Mihajlovic. 
Tutto bello, applausi a scena aperta ai giocatori, allo staff tecnico e alla dirigenza che poco prima del fischio d’inizio prende posto in tribuna autorità.
E’ presente anche il presidente Berlusconi (la figlia Barbara no, è a Bali per incontrare il nuovo socio thailandese Bee per il progetto stadio nuovo, così dicono le cronache,mah…..).
Evidentemente, anche lui nutre buone speranze nel progetto, e, soprattutto, vorrà controllare i lauti investimenti fatti nella campagna acquisti del calcio mercato, in attesa delle fondamentali risorse finanziarie e azionarie di Mister Bee (arriveranno veramente?).
Stadio in ristrutturazione e abbellimento per la finale di Champions che si disputerà a S.Siro il prossimo maggio (le due squadre milanesi non partecipano neppure ai preliminari; prima e, spero, unica volta nella storia che l’impianto milanese ospita la finale e le sue due compagini faranno da spettatrici fin dai preliminari).
Ristrutturazione e adeguamento alle normative previste dalla Uefa per poter assegnare all’ impianto le “5 stelle” e considerarlo “Top-level”.
Top-level non certamente per quanto concerne il terreno di gioco.
E sì, perchè il terreno di gioco è un obbrobrio.
Non appena i calciatori affondano i tacchetti si formano voragini profonde parecchi centimetri con zolle voluminose che si staccano come fossero carta velina. 
L’azione da cui è scaturito il primo gol del Milan è iniziata con “l’affossamento” della gamba di un giocatore del Perugia lungo la linea laterale all’altezza della panchina che non gli ha permesso il controllo del pallone.
Spero che la situazione sia stata causata dai numerosi concerti che si sono tenuti durante i mesi scorsi con le migliaia di persone che hanno calpestato il terreno , forse non adeguatamente protetto; forse lo stato pietoso del campo è stato causato dall’estate “africana” che ha colpito Milano per oltre 2 mesi e per l’assenza di precipitazioni. 
Forse.
Spero.
No, perchè il terreno di gioco di S.Siro è probabilmente colpito da una sorta di sortilegio malefico e venefico a cui non si riesce a dare una soluzione da oltre 25 anni.
Tralasciando gli anni “eroici” del dopo guerra e fino alla fine degli anni 60 in cui l’area di porta sotto la curva Sud veniva cosparsa di segatura durante i rigidi inverni milanesi dove la facevano da padroni la nebbia, il gelo, la neve da ottobre a marzo (ora la nebbia è solo un ricordo da cartolina, e la neve è veramente sporadica), ma con l’erba che ritornava verdeggiante e compatta ai primi tepori primaverili, come dicevo, dalla stagione antecedente il mondiale di calcio di Italia 90 il campo da gioco è più simile ad un campo di colture orticole che al “palcoscenico” dove si esibiscono i professionisti più noti della pedata continentale.
I motivi e le cause di questo annoso problema sono stati affrontati e studiati da decine di esperti di ogni angolo del pianeta (persino un noto agronomo inglese che lui stesso si occupava della semina e del taglio del prato con uno speciale trattorino).
La tesi maggioritaria verte sul fatto che sia la struttura degli spalti e la sua copertura che crea un microclima inadatto per la crescita di qualunque genere di prato, poichè le radici non possono beneficiare di quel grado di umidità necessario per i loro attecchimento.
Così da qualche stagione (dalla stagione 2012/13), dopo che la Uefa ha autorizzato l’utilizzo di terreni artificiali (anno 2005) si è optato per un manto di tipo “misto” , naturale arricchito con erba artificiale.
Da allora la situazione sembrava migliorata e anche se non si fosse raggiunta la perfezione e l’aspetto visivo non era dei migliori (si notavano differenti colorazioni e la “nuance” era uno schifo), si era ritornati a vedere rotolare il pallone senza strani rimbalzi, cambi di direzione repentina e anche i “preziosi arti e piedi” dei giocatori subivano meno incidenti; inoltre, vi era un sostanzioso risparmio per via della non più necessaria rizollatura totale del campo che veniva effettuata 3/4 volte l’anno con un costo che si aggirava attorno gli 800 mila euro tutto a carico delle due società calcistiche milanesi.
Problema risolto?
Da quello che si è visto ieri evidentemente no.
Ho il timore che il “sortilegio”, “il maleficio”,”la malia”, la “fattura”, che incombe sul prato di S.Siro necessiti di un esorcista capace che ci liberi anche da coloro che si definiscono competenti , ma che in realtà sono solo “braccia rubate all’agricoltura” e che sarebbe bene che “si diano all’ ippica” (non a Milano visto che il Trotter è diventata un’area dismessa e l’ippodromo di via Caprilli non ha un presente e futuro radioso).
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)