Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora non si è contraddistinto per coerenza e capacità nella vicenda riguardante la ripresa del campionato di calcio di Serie A.

Slanci in avanti, chiusure, contraddittorie dichiarazioni nel corso di queste settimane sono state oggetto di critica dal parte del mondo del calcio e dei mass-media.
Tutto e il contrario di tutto è stato detto e i protocolli sanitari da applicare per la salvaguardia dal Covid 19, sono stati modificati e limati per “ragion di Stato”, pardon per ragioni economiche (l’azienda calcio è tra le prime 10, in fatturato nel nostro Paese).
Il ministro, pertanto, si è inchinato al “fatturato”.
La ripartenza, ahinoi, era inevitabile per scongiurare fallimenti di talune società calcistiche della massima serie e per salvaguardare migliaia di posti di lavoro dell’indotto (si parla di circa 200 mila).
Le tifoserie organizzate hanno manifestata la loro contrarietà per il rispetto nei confronti delle migliaia di vittime che ha prodotto la pandemia.
A livello morale, non ci sarebbe partita”. Il calcio si sarebbe dovuto fermare.
Ecco, il calcio.
Ma oggi il calcio non esiste più.
Il calcio centenario, fondato sulla passione, sui valori dello sport, dell’appartenenza, della identità, della identificazione, è stato soppiantato dal nuovo entertainment  mediatico/televisivo.

Le pay-tv imperano.

Un impero assoluto è il mondo del nuovo calcio; un impero totalizzante senza nemmeno un briciolo di demagogia bonaria e efficace visto che non possiede nel suo dna la massima latina “panem et circenses”.
Nulla di nuovo da 15 anni.
Da quindici anni, più o meno, ogni “rivoluzionaria” decisione in ambito pallonaro non sortiva più alcuna sorpresa.
Nulla o quasi.
Nessuno avrebbe mai pensato e immaginato che anche la sicurezza sanitaria e la tutela delle vite umane e della collettività sarebbero state eluse.
No, non la salute degli attori professionistici della pedata (quella è tutelatissima dai protocolli sanitari, ancora da approvare, ma ormai stabiliti con regole e accorgimenti che superano qualunque altro settore lavorativo), ma dei tifosi, di più, della popolazione.
Vita, sicurezza sanitaria, valori intangibili, sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.
Senza nessuna remora, nascondendosi dietro i cavilli di leggine e commi, il mondo del nuovo entertainment si oppone strenuamente alla trasmissione in chiaro della diretta dei gol delle partite che si disputeranno a porte chiuse.
La proposta del Ministro Spadafora riguarda solo le prime due giornate di campionato (solo le prime due, non tutto il resto del torneo!!!), avendo la finalità di evitare assembramenti pericolosi in bar e pub.
Solo la diretta di pochi istanti, di pochi secondi, quelli dell’azione dei gol, tutelando gli abbonati delle televisioni a pagamento che avrebbero l’ esclusiva della trasmissione delle intera partita, del pre partita e del post partita.
Niente di diverso da quanto è accaduto in Germania con i primi due turni di Bundesliga.
Proposta sensata e in linea con le disposizioni attualmente in vigore nel nostro Paese così duramente colpito dal coronavirus.
Proposta sensata, ma i clubs sono, ad oggi ,
Contrari perchè, non vogliono incrinare i rapporti, già tesi, con i brodcaster televisivi che non vorrebbero pagare l’ultima tranche dei diritti.
Capito bene ?
Noi clubs, non vogliamo irretire la “gallina delle uova d’oro” e di tutto quanto ci circonda non ce ne frega nulla….
E’ evidente come il nuovo entertainment, che taluni, ostinatamente, continua a chiamarlo ancora football, è il peggio del cinismo, dell’egocentrismo, dell’edonismo, della assoluta e totalizzante bramosia finanziaria, dove ogni aspetto della vita sociale viene ineludibilmente e immancabilmente sacrificato sull’altare delle plusvalenze, dei bilanci, degli introiti, dei guadagni.
Persino le trasmissioni sportive dedicate al calcio si occupano per ore di argomenti più consoni a corsi di studi accademici di economia e finanza.
Non esiste più la componente sportiva , ormai da anni, ma veder soppiantata anche la sicurezza sanitaria in totale spregio delle normative vigenti, ha abbondantemente superato il limite della decenza.
Soluzioni ?
Unica vera, concreta, efficace soluzione, per porre termine all’ingordigia e alla insensibilità di talune persone (parola quanto mai inappropriata in questo frangente), sia l’assoluto oblio.
Un oblio assordante, soprattutto in questo periodo così triste, drammatico, lugubre, scuro, con futuro nebuloso e incerto, dove l’unica certezza sono sempre i scintillanti guadagni dei calciatori, e i miliardi delle pay-tv.
Dedica finale e monito a “lor signori.
Attualizzando un vecchio striscione:

… e adesso, rimanete soli con la vostra Vergogna!

Massimo Puricelli
Castellanza(VA)