Leggere certe decisioni politiche provoca un’ irrequietezza profonda.
Mi chiedo come si possa depenalizzare l’errore medico per colpa e negligenza.
Mi chiedo se il ministro abbia pensato alle tragedie e ai drammi che tali errori comportano.
E’ vero che molte cause civili e penali intentate nei confronti dei medici e delle strutture ospedaliere siano quanto meno fantasiose senza alcun supporto probatorio.
Un problema generato dalla scarsa competenza e conoscenza della materia di taluni legali, oltre che dalla mancanza di un sufficiente numero di medici legali che ricoprano la figura di consulenti di parte e di consulenti giudiziari, a cui si aggiunge l’annosa lentezza della nostra Giustizia.
Tutto ciò produce una seconda “ferita” nell’animo del paziente e dei suoi famigliari che debbono affrontare i costi cospicui, le fatiche di una causa civile o penale, oltre a riesacerbare il dolore generato dalla patologia.
Solamente chi ha vissuto questo Golghota può capire quale umiliazione si viva se si è vittima di mala sanità.
Si è vittima due volte.
Si viene colpiti dalla malattia e da coloro che devono portare a guarigione.
La sensazione di essere stati traditi e abbandonati al nefasto destino, è enorme.
Un Paese che si vuole definire civile dovrebbe celermente migliorare la sanità, ridurre al minimo gli errori medici, e dare supporto alle vittime della mala sanità.
Una prospettiva che non pare essere imminente.
Mi chiedo quale sarà il livello di responsabilità che taluni operatori sanitari assumeranno non avendo più il rischio di denuncia e di essere giustamente condannati se ritenuti colpevoli.
E’ assurdo decidere di togliere tale reato per ragioni economiche.
Se questa è una logica di un Paese che si crede civile, si rischia di vedere depenalizzati anche i reati di omicidio stradale, omicidio colposo, ecc.
Si baratta la vita e la salute delle persone per ragioni di bilancio.
Domanda semplice, semplice al signor Ministro e alla Presidente Meloni:
quantificati in 11 miliardi la cosiddetta “medicina difensiva” che genera una sequela di esami “inutili”; una cifra ritenuta enorme e frutto di uno “sperpero” per la paura dei sanitari di incappare in denunce, è lecito domandare di quantificare quale sia la cifra di una mancanza di prevenzione diagnostica, degli errori medici.
Non solo.
I supposti undici miliardi della medicina difensiva non sarebbero compensati da un reale, tangibile, decisivo recupero dell’evasione fiscale che in Italia ammonta a quasi 120 miliardi all’anno?
I supposti undici miliardi non potrebbero essere compensati da un taglio delle spese inutili dei vari apparati burocratici?
Certe decisioni in ambito sanitario inducono a pensare che si stia procedendo verso una sanità in stile USA, con assicurazioni private e lo smantellamento della sanità pubblica, a danno delle persone più indigenti, fragili.
Rabbrividente.
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Massimo Puricelli
Castellanza (VA)