Italia, paese turistico.
Il turismo è un settore economico tra i più floridi che in Italia è quantificato come il sesto in tutto il mondo.
Sembrerebbe un dato confortante, tuttavia alcuni economisti sostengono che considerati i tesori artistici e le bellezze naturali che possediamo, si potrebbe ottenere un dato migliore, si dovrebbe implementare il settore.
Turismo che in estate si associa al bel tempo, al caldo, al sole, alla pressoché mancanza di precipitazioni.
E sì, perchè turismo, estate, debbono essere necessariamente e unicamente sinonimi di caldo e di assenza di pioggia.
Peccato che queste caratteristiche erano (uso il passato) normali e gradite fino all’ inizio degli anni 90.
Poi il clima sul nostro Paese , così come sul resto del pianeta è stato stravolto .
Le cause sono ancora in via di studio, antropiche o non, non si hanno certezze in merito.
Il dramma è che tali stravolgimenti hanno comportato che la bella e gradita “Estate Mediterranea” è ormai scomparsa.
Proprio così; l’estate con le caratteristiche peculiari del sole e del caldo è strabordata in un clima “infernale” caratterizzata dall’anticiclone Nord-Africano proveniente direttamente dal deserto del Sahara che comporta temperature anche in Nord Italia oltre i 35 gradi con tassi di umidità degni delle foreste equatoriali.
Un clima che crea non solo disagio, ma seri problemi per le persone più cagionevoli di salute come anziani, bambini, o ammalati cronici.
Un clima che crea disagi e problemi anche a coloro che sono nei luoghi di villeggiatura, perchè certe temperature impediscono anche di “godersi” l’ ozio degli arenili, le immersione nelle trasparenti acque salate marine, le passeggiate sui sentieri impervi delle nostre cime alpine o allietarsi, per chi ne ha la possibilità, di scorazzare con i mezzi natanti sulle acque dolci dei laghi montani o prealpini e ammirare gli scenari mozzafiato che tutto il mondo ci invidia.
E allora come sostenevano rettamente gli antichi latini “modus in rebus” anche per coloro che sono amanti dell’estate e del caldo, “certi estati” estreme sono da aborrire.
No, non si chiede ai vacanzieri sempiterni (mi chiedo come certe persone possano rimanere in vacanza per settimane durante tutta l’estate, soprattutto in questi anni di grave crisi economica-evidentemente la forbice tra i ricchi e la povera gente è sempre più ampia), agli operatori turistici (con temperature africane anche loro avranno resi problemi), di essere sensibili verso coloro che non si possono permettere “il lusso” di potersi concedere nemmeno un paio di giorni “fuori porta” per scappare dalla canicola delle città e che, magari, non sono dotati di condizionatori o nemmeno di ventilatori; verso quelle persone che soffrono di gravi patologie, limitati nello svolgere anche le più elementari incombenze quotidiane o che sono costretti a vivere allettati o seduti sopra una scomoda sedia a rotelle; verso quelle persone sole, anziane che hanno come loro unico svago e conforto alla loro solitudine il ritrovo nei luoghi dopolavoristici con i loro coetanei per trascorrere in compagnia poche ore pomeridiane dando un po’ di sollievo alla loro lunga e desolante giornata dove la piatta quotidianità acutizza la depressione, l’ angoscia, la tristezza, la malinconia.
Tutte “categorie” che vivono certe estremizzazioni climatiche come seri pericoli per la propria salute; che trascorrono quei giorni come una lunga agonia in attesa che finisca al più presto, che affrontano questo pazzo clima come un serio pericolo da scampare, da cui difendere la propria incolumità.
No non si pretende che si arrivi a essere dei “buoni samaritani” o che si faccia “la danza della pioggia”, ma che gli amanti egocentrici del caldo estremo e duraturo, si rendano consci che anche loro vedranno limitate, rovinate, circoscritte, le loro vacanze, i loro progetti, “la loro estate” che non dovrebbe mai finire, come diceva una famosa canzone del gruppo rock pugliese Negramaro.
Ma aggiungo, che una nazione che “tifa” per l’anticiclone Nord- Africano, per le estati roventi, per lunghi periodi siccitosi; che dal 2 giugno al 31 agosto esiste solo l’Estate, le Vacanze, il Mare, il Sole, il Turismo; che pretende di basare il proprio PIL soprattutto sul turismo estivo e di massa, è un Paese che ha poco futuro, che è destinato a fallire (qualche segnale lo abbiamo da anni, ma di cambiare rotta nemmeno per sogno); è l’emblema dei suoi politici, di una totale mancanza di progetto, di voglia di lavorare, di dare un segnale deciso che le ferie sono sacre, ma che prima viene il Dovere e poi il Piacere perchè, altrimenti, se l’unico scopo, l’unico pensiero (una vera e propria paranoia), l’unico desiderio è quello dei viaggi, dell’estate, delle vacanze durature, dei “ponti-lunghi”, delle spiagge assolate, e null’altro, allora la nostra fine non potrà essere diversa da quella della Grecia (ipsa docet!!!).
Una situazione sotto gli occhi di tutti, ma forse non così lampante da oltrepassare gli occhiali da sole che indossiamo fin dai primi giorni di primavera, emblema del pensiero unico e costante del desiderio d’estate 365 giorni l’anno.

Forse quando dovremo soffrire le “7 piaghe d’ Egitto” certi pensieri fissi e ricorrenti muteranno, ma sarà troppo tardi. 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)