Per chi ancora avesse qualche dubbio su cosa sia la “ex” Fiat , oggi Stellantis, consiglio di ascoltare e riascoltare la trasmissione radiofonica di Radio Rai 1 ” Giù la maschera” andata in onda stamani.
Le testimonianze di giornalisti (Paolo Bricco “Il Sole 24ore) sindacalisti (Giorgio Airaudo, CGIL Piemonte), scrittori (Gigi Moncalvo), hanno cercato di fare luce su quale sia stata la storia della più grossa e importante azienda italiana e qual è il futuro della nuova multinazionale dell’automotive nel nostro Paese.
Una storia caratterizzata dalla “sudditanza psicologica” dei partiti di sinistra, dal PCI , passando attraverso le varie declinazioni PDS, DS, Ulivo, ora PD, nei confronti della Famiglia Agnelli. E la conseguenza di incredibili e nefasti provvedimenti susseguitesi nel corso dei decenni.
Dalla svendita dell’Alfa Romeo, voluta da Prodi presidente dell’ IRI, alla Fiat anzichè alla Ford.
Dagli incentivi a pioggia, senza alcuna richiesta di restituzione (come accadde in USA e Canada all’epoca della fusione con Chrysler), alla cassa integrazione che dura da 17 anni (17 anni !!!) a Mirafiori (il più grosso impianto industriale d’Europa) sotto utilizzato e ormai con una forza lavoro più che dimezzata, fino ad arrivare al “potere” della pubblicità del colosso multisettoriale sui mass-media.
Una “sinergia” che parte dagli anni 60/70 e che è proseguita fino ad oggi che ha portato alla svendita del nostro Paese per l’adorazione totemica della globalizzazione.
E poi i contributi pubblici elargiti negli ultimi 2 decenni (220 miliardi !!!), nelle casse FCA, che sono solo uno degli aspetti che hanno caratterizzato e caratterizzano il nostro Paese dove vi è l’assoluta mancanza di una politica industriale iniziata nel nuovo millennio che ha trasformato l’Italia in un becero e distruttivo LUNA PARK, fondato su turismo e enogastronomia.
In questa “cronistoria”, si comprende il motivo dell’attuale situazione economica, il futuro sempre più fosco, le “panzane” riguardo la necessità di sgravi fiscali per il costo del lavoro ormai bassissimo che incide solamente per il 7/8% sui costi di produzione di alcuni beni come le auto, e il quasi ineluttabile e drammatico “sentiero” imboccato verso la sottomissione a Cina, India. Diverremo. presto, una colonia di quei Paesi.
Ieri era la festa della Liberazione.
Ecco la libertà. tanto decantata e sbandierata in maniera capziosa, non esisterà più, tra breve tempo.
Massimo Puricelli
Castellanza (VA)