Cristiana Capotondi è l’intensa interprete di Nome di donna, un film drammatico del 2018, diretto da Marco Tullio Giordana. Il tema trattato, quelle delle molestie sul luogo di lavoro, è purtroppo molto attuale e il film insegna che, se si vuole, ci si può ribellare a quello che spesso viene considerato quasi un destino ineluttabile, se si vuole conservare il posto di lavoro. Emblematica l’uscita nel giorno della Festa delle donne, quasi un manifesto contro le molestie sessuali alle donne.
Nina (Cristiana Capotondi), una giovane madre single, si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Lombardia, dove trova lavoro in una lussuosa residenza per anziani. Viene accolta bene dalle altre donne che lavorano nella struttura, ma ben presto scoprirà che al suo interno si cela un segreto scomodo e torbido: Marco Maria Torri (interpretato da Valerio Binasco), il manager della struttura, pretende favori sessuali da loro, pena la perdita del lavoro. Nina non ci sta e affronta insieme alle colleghe una dura battaglia per tentare di cambiare le cose ed affermare la loro dignità di donne.
Note di regia di Marco Tullio Giordana:
Questo film parla delle molestie sul luogo di lavoro, tema balzato di recente agli onori della cronaca ma nascosto per anni sotto il tappeto. Non è un film di “denuncia”, l’ultima cosa al mondo che m’importa è fare il moralista. Il film indaga più che sul “fatto”, sul sasso lanciato nello stagno, sulle conseguenze che ne derivano, sui cerchi che si allargano fino a lambire sponde anche molto lontane. Una di queste è l’ostilità che immediatamente avvolge la vittima, l’insinuazione che “se la sia cercata”, la solitudine in cui si trova chi non intende sottostare. Un film che racconta l’omertà, la compiacenza, il disonore generale e il coraggio invece di una giovane donna che sfida tutto questo e si ribella dimostrandosi più forte del luogo comune.
Al cinema dall’8 marzo 2018
Durata 98 minuti
Distribuzione Videa.
Anna Rubinetto