Un pubblico attonito alla prima mondiale – Oedipus di Robert Wilson in scena a Pompei

 

Un foto pubblico ha gremito giovedì 5 luglio le gradinate del Teatro Grande di Pompei per la prima assoluta di Oedipus, da Oidípus týrannos di Sofocle, repliche il 6 e il 7 luglio. Trattasi del secondo spettacolo in programma  a firma di Robert Wilson, tra i maggiori interpreti dell’arte e della scena contemporanea. Alle rappresentazioni di Pompei seguiranno quelle al Teatro Olimpico di Vicenza dal 4 al 7 ottobre 2018. Si tratta della  prima tappa dell’allestimento site-specific ideato e progettato nell’ambito di Conversazioni 2018, il Ciclo di Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza, co-prodotto dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, a cura di Change Performing Arts, un progetto di Conversazioni 2018 \ Teatro Olimpico di Vicenza.Un pubblico attonito alla prima mondiale Oedipus di Robert Wilson in scena a Pompei

 

Protagonisti due grandi interpreti come Mariano Rigillo e Angela Winkler , hanno reso possibile  un grande evento teatrale che – non più soltanto in modo ideale, ma nella pratica creativa di un grande e geniale regista – unirà due spazi teatrali unici al mondo come il Teatro Grande di Pompei e l’Olimpico di Vicenza. Al centro dello spettacolo, come spesso nei lavori del regista e performer texano, sarà il rapporto tra la materia, lo spazio e la luce, in una concezione della messa in scena che abbatte ogni confine tra teatro, danza, musica e arte figurativa.
Certo chi, impregnato di cultura classica, si aspettava di assistere ad un tragedia pensata da Sofocle per il ciclo tebano, è rimasto deluso. La scena si apre con un mimo che danza per circa dieci minuti, illuminato da un accecante faro rivolto verso la platea, al suono di un sax suonato da Dickie Landry. Ad un tratto la calma serafica viene bruscamente interrotta da un forte rumore stridente; brani con voce fuori campo ripetono più volte frasi in varie lingue. La trama viene narrata da un anziano testimone, Mariano Rigillo, che è l’unica nota che rimanda alla storia di Edipo che  – come aveva predetto una profezia – ucciderà il vero padre e sposerà la madre, Giocasta, generando con lei quattro figli.
La scena culmine della tragedia vede Edipo, ormai pazzo, accecarsi e Giocasta impiccarsi, nemmeno nel finale si ritrova una vena di tragedia che si chiude con quattro finti cavalli portati sul  palcoscenico del Teatro del II sec. a.C. da pur bravissimi ballerini.

 

Harry di Prisco