La pandemia è finita; così, almeno per molti mass-media, per molti cittadini, basti osservare dove vengono pubblicate le notizie inerente ai contagi, alle nuove cure, alle dichiarazioni delle Istituzioni sanitarie nazionali e internazionali (nelle pagine centrali dei quotidiani o alla fine dei tg).

Tra queste l’OMS.

OMS, certamente non scevra di errori e mancanze di cui si è resa protagonista in questi due anni, ha lanciato il monito, meglio, l’ allarme riguardo la necessità di nuovi vaccini universali che proteggano da ogni variante, e che forniscano una buona e duratura protezione dall’infezione (protezione muco-nasale). 
Un monito accorato visto che il numero dei casi giornaliero è sempre elevato (nel nostro Paese la percentuale quotidiana di infetti rispetto i tamponi effettuati, si aggira attorno l’11%), indice della forte circolazione del patogeno, seppur, per ora, non si riscontra un aumento delle ospedalizzazioni e dei decessi.
La richiesta di vaccini più “performanti” da parte dell’OMS scaturisce dall’incertezza delle tempistiche per la messa a punto e la produzione.
E’ evidente, purtroppo, come si sia derubricata la pandemia in un lampo, sostituita dall’ attenzione tutta incentrata per il conflitto in Ucraina.
Un lassismo pericoloso e inconcepibile rispetto quanto vissuto negli ultimi 26 mesi dalle popolazioni mondiali, allorché il patogeno ci colse completamente impreparati in fatto di prevenzioni, monitoraggio, cure, vaccini.
Il rischio che stiamo correndo è il medesimo.
Non siamo in grado di conoscere quale sia l’evoluzione del Sars Cov 2 nei prossimi mesi; quali varianti si possono generare; quale sia la durata della protezione del ciclo vaccinale completo.
Ma non solo.
La sottostima dell’evento pandemico considerato ormai superato, rischia di portare a non investire le necessarie risorse per lo sviluppo di vaccini efficaci, universali e a farmaci antivirali ad ampio spettro per affrontare l’attuale patogeno e futuri.
Si rischia di mandare al macero mesi di studi, risultati importanti, lasciando nei pc e negli archivi dei centri ricerca, importanti scoperte che non vengono tramutate nella produzione industriale di farmaci.
Abbiamo l’esempio eclatante di questo pericolo con l’interruzione dello sviluppo del vaccino italiano Reithera, accantonato per mancanza di finanziamenti.
L’esperienza drammatica di questi due anni sembra non aver prodotto quella vitale attenzione e lungimiranza per rendere il genere umano meno suscettibile rispetto virus e batteri sempre più contagiosi e resistenti.
Speriamo non sia così, ma la cronaca di queste ultime settimane ci racconta questo scenario terribile.
Memento homo, …
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)