Dott. Fabio Rinaldi: “Il farmaco provoca gravi effetti collaterali e la sua sperimentazione non è ancora sufficiente”

E’ rimbalzata su tutte le principali testate italiane la notizia della presunta scoperta della prima “pillola anti-calvizie”, un farmaco già approvato dall’organo regolatore statunitense FDA in grado di combattere la cosiddetta “alopecia areata”, diffusa malattia autoimmune caratterizzata dalla perdita di capelli parziale o totale. Il farmaco – chiamato ruxolitinib, usato comunemente per curare una malattia del sangue – è stato sperimentato in un primo studio pilota i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Medicine. L’annuncio è stato accolto come un vero miracolo per chi soffre di calvizie, ma siamo sicuri che la pillola funzioni davvero?

Mette in guardia dai “titoloni sensazionalistici dei giornali” il Dott. Fabio Rinaldi, presidente dell’IHRF – International Hair Research Foundation e docente alla Sorbona di Parigi: “Mi hanno già cercato decine di pazienti per chiedermi la prescrizione di questo farmaco, ma al momento è troppo aggressivo e pericoloso per curare l’alopecia areata. Il ruxolitinib presenta infatti enormi rischi di effetti collaterali per il fegato e i reni, inoltre può provocare un forte abbassamento delle piastrine e dare problemi al midollo per la produzione dei globuli rossi e bianchi”.

Cosa ancor più importante, i giornali avrebbero totalmente travisato lo studio pubblicato su Nature, che diceva chiaramente che si tratta di una ricerca ancora allo stato embrionale. Continua il Dott. Rinaldi: “Man mano che si conoscerà questo farmaco, si scopriranno i protocolli e i dosaggi giusti. Magari in futuro sarà l’arma terapeutica giusta, ma al momento la sperimentazione, condotta su 3 soli pazienti, non è assolutamente sufficiente per dichiarare il successo della pillola. Inoltre, i loro capelli sono ricresciuti in 4-5 mesi di terapia, e in questo lasso di tempo potevano guarire anche da soli, quindi non vuol dire niente”.

Conclude l’esperto: “L’altro difetto di farmaci così importanti è che, siccome l’alopecia areata continua a riformarsi, ci sono recidive più o meno continue – anche riavvicinate – quindi spesso non conviene fare terapie così aggressive. Il rischio infatti è che dopo 4 mesi si ripresenti lo stesso problema. Quindi attenzione alla notizia: un farmaco del genere non si prescrive a cuor leggero”.