Le reti sociali permettono di invecchiare in salute. “Tapas in Aging – Time and Places and Spaces in Aging” é arrivato a questa conclusione, dopo avere condotto una ricerca su oltre 400 ‘over50’ residenti in Lombardia. Si é giunti, nel Convegno del 24 settembre 2021 di Milano, a dimostrare che la salute, la qualità di vita e il benessere bio-psico-sociale, soprattutto in età non più giovane, dipende strettamente da quanti sono i contatti su cui ci si può affidare. La ricerca e i dati scientifici affermano che chi ha solide relazioni o fa parte di un’associazione, migliora la salute e il benessere psicofisico, oltre ad affrontare le situazioni, con minore difficoltà.

Non importano le condizioni economiche, le persone che ci sono vicine fanno la differenza. Non si tratta inoltre di amici, vicini e/o parenti. Almeno non solo, si invecchia in salute, quanto reti nel territorio di appartenenza e associazioni offrono punti solidi di riferimento.

“Tapas in Aging – Time and Places and Spaces in Aging”

“Tapas in Aging – Time and Places and Spaces in Aging” é il progetto biennale (2019-2021) che l’UOC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano coordina, collaborando con AUSER Regionale Lombardia e grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo. I dati, presentati a Milano in un convegno, sono stati raccolti su un campione di 431 persone over50 residenti in Lombardia e afferenti ad Auser Lombardia come volontari o utenti.

I soggetti esaminati sono stati divisi tra uomini (209) e donne (222), con un’età media di 70 anni (da 51 a 83 anni) e in pensione. Le interviste sono avvenute da gennaio 2020 a giugno 2021, in presenza, prima della pandemia. In seguito, si é continuato online o al telefono.

Grazie a focus group, alcuni soggetti hanno approfondito i temi relativi al ruolo delle reti sociali, della casa, e delle tecnologie. Oltre il 60% degli intervistati ha riferito di sentirsi in buona salute e le migliori stime giungono da chi si occupa di volontariato, una rete solida su cui poter contare.

In media sono 9 le persone che potrebbero intervenire, si riducono da 3 a 5 su cui poter contare in casi urgenti. Dallo studio, é emerso, inoltre, che l’aumento della solitudine, per chi é stato intervistato, é direttamente proporzionale alla qualità di vita e alla disabilità. La solitudine, quindi, nuoce in modo inequivocabile allo stato di salute.

I fattori ambientali sono fondamentali per il benessere della persona

I risultati della ricerca TAPAS dimostrano quanto i fattori ambientali siano fondamentali per il benessere della persona, anche in considerazione dei cambiamenti apportati dalla pandemia nella vita di ciascuno.
La salute in età avanzata non dovrebbe essere definita dall’assenza di malattia. L’invecchiamento in buona salute è infatti realizzabile da ogni persona. È un processo che consente a persone anziane di continuare a fare le cose che sono importanti per loro” dice la dottoressa Matilde Leonardi, coordinatrice della ricerca TAPAS e Direttore della UOC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità del Besta.

Da oltre 10 anni al Besta coordiniamo ricerche internazionali e nazionali sul ruolo di spazio, tempo e relazioni come determinanti di salute. I nostri progetti COURAGE, IDAGIT e ATHLOS hanno dimostrato come per invecchiare in salute sia necessario agire su questi fattori ambientali per renderli facilitatori e non barriere. Quando si tratta di salute, infatti, come dichiara anche l’OMS, non c’è nessuna persona anziana ‘tipica’: l’invecchiamento biologico è solo vagamente connesso con l’età della persona. La salute in età avanzata non è casuale: in alcuni casi riflette l’eredità genetica, ma spesso è influenzata proprio dall’ambiente fisico e sociale in cui la persona anziana vive. Parliamo di opportunità, di relazioni e di comportamenti. Per gli anziani intervistati in TAPAS sapere di essere inseriti in una rete associativa come Auser è stato di grande aiuto, prima e durante la pandemia, e ha evitato che si sentissero soli. Questa è la grande forza delle reti: stare in connessione con gli altri, anche grazie alle nuove tecnologie”.

Nella rete solida la fiducia é fondamentale, ciò avviene tra i volontari Auser e le persone anziane che vengono aiutate e progressivamente portate a uscire dalla solitudine.La popolazione anziana è un capitale sociale, non può essere vista solo come sinonimo di spesa sanitaria o di assistenza sociale: ecco perché le reti sociali sono acceleratori di cambiamento e di raggiungimento degli obiettivi. Attraverso la telefonia sociale e la rete capillare dei nostri centri, Auser ha creato in Lombardia e in Italia ha un modello organizzativo straordinario per favorire inclusione e inter-generazionalità, ha affermato Ersilia Brambilla, Presidente di Auser Regionale Lombardia. “Un “invecchiamento in salute” deve coinvolgere tutti i livelli e i settori istituzionali, stabilendo politiche e programmi per intervenire ad esempio su alloggi senza ascensore, spazi verdi, luoghi di socialità, trasporti e mobilità a piedi: dato l’andamento demografico questo è un imperativo, non un’opzione. L’accesso alle cure, inoltre, deve essere prossimo al luogo di residenza e “domiciliarità” deve diventare la parola chiave del futuro”.

Guido Agostoni, Presidente del Dipartimento Welfare di ANCI Lombardia é pienamente d’accordo: “In relazione alle due coordinate di spazio e tempo si deve sempre più esplicitare anche il ruolo dei Comuni: vicini ai cittadini e sempre presenti, in sinergia con gli altri protagonisti, dalle aziende sanitarie alle realtà del Terzo Settore anche grazie agli strumenti della co-programmazione e co-progettazione da rendere sempre più operativi con i nuovi piani di zona. Secondo questa linea il tema della domiciliarità, cioè del sostegno alla permanenza della persona anziana nel proprio nucleo e nel proprio ambito di vita, è prima di tutto un fatto di civiltà e di cittadinanza”.

Altri importanti interventi

All’incontro è intervenuto anche Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e della Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana del ministero della Salute. Egli ha parlato della proposta di riforma assistenziale agli anziani, consegnata di recente anche al Premier Mario Draghi. La proposta nasce con l’intento di riportare gli anziani al centro, nelle loro case, nei quartieri, nelle periferie delle grandi città così come nelle aree a rischio di spopolamento”, ha ribadito più volte Monsignor Paglia.

L’obiettivo è creare un continuum assistenziale attraverso servizi di rete sul territorio per tutti gli over 80, la categoria più a rischio di dipendenza e di solitudine. La Carta dei Diritti degli Anziani e dei Doveri della Società ribadisce e approfondisce concetti fondamentali come il rispetto della dignità della persona anche nella terza età, un’assistenza responsabile e una vita attiva di relazione. È dovere delle Istituzioni e della società evitare che l’anziano si senta isolato”.

Valorizzare la persona anziana é un obbiettivo anche dell’OMS: “L’OMS ha presentato a gennaio 2021 il “Decennio per l’Invecchiamento Sano”, inaugurato con il “WHO Baseline Report on Healthy Aging”, studio mondiale sulle condizioni di invecchiamento e buone pratiche cui hanno contribuito 100 differenti organizzazioni, con 350 casi di studio in 55 paesi in tutto il mondo ha ribadito la dottoressa Ritu Sadana, autrice principale del report e capo dell’Unità Invecchiamento e Salute dell’OMS, che ha partecipato in video al Convegno TAPAS.

Nel Report, TAPAS è rivelato un progetto che contribuisce alla definizione di ‘functional ability’ e l’associazione Auser, con le attività che svolge in tutta Italia per promuovere l’invecchiamento attivo, è indicata come buona pratica a livello internazionale per facilitare il raggiungimento degli obiettivi”.

L’importanza degli investimenti nella ricerca è enorme e, in seguito all’ ottimo riscontro ottenuti da “Tapas in Aging”, Fondazione Cariplo ha già assicurato nuova fiducia all’Istituto Besta e ad Auser Lombardia per un ulteriore progetto, AMPEL, che verrà condotto con l’Università Bicocca e sarà avviato entro breve tempo.

Tutti vorremmo invecchiare in salute ed è anche un diritto universale. L’OMS ha inaugurato la Decade dell’Invecchiamento in Salute con un motto molto chiaro: la buona salute aggiunge vita agli anni.

TAPAS in Aging indica che è possibile e che si può fare. Le reti sociali permettono di invecchiare in salute.