In un periodo storico decisamente peculiare come quello in cui viviamo, dove anni di sfruttamento irresponsabile delle risorse hanno condotto alla nascita di problematiche ambientali particolarmente gravi, il peso della plastica e delle emissioni relative ai rifiuti non smaltiti e ai processi produttivi inquinanti si fa sentire più che mai. In circa un decennio – si stima – il peso della plastica in circolazione supererà quello degli esseri umani.

Una tematica sempre più sensibile, dunque, quella dell’inquinamento, tra emissioni di gas serra e ancora troppe poche svolte ecosostenibili. 

 Per quanto la sensibilizzazione relativa all’importanza di diminuire l’inquinamento causato dalla plastica sia mossa da principi nobili, all’atto pratico in molti settori – ad esempio la logistica, in cui le plastiche da imballo sono tuttora difficili da sostituire con altri materiali – questa transizione si scontra ancora con problematiche che rendono impossibile un cambio di rotta drastico. 

Insomma, il problema ambientale soprattutto causato dalla quantità di plastica presente sul pianeta diventa ogni anno più critico. I governi del mondo stanno iniziando – forse troppo tardi – a predisporsi nei confronti dell’emergenza, allo scopo di poterne arginare le conseguenze nel medio e lungo periodo. La produzione della plastica, comunque, continua a rappresentare una priorità nelle economie globali, tenendo anche conto dell’importanza di questo materiale all’interno di numerosi campi di applicazione. 

Pur esistendo degli esempi nobili di soluzioni green per poter riutilizzare la plastica, riducendone – di fatto – la produzione dal grezzo, la strada sembra essere ancora lunga per un mondo completamente ecosostenibile e caratterizzato dall’economia circolare. Visti i ritmi della globalizzazione e il bisogno incessante di risorse di vario genere, inoltre, risulterebbe impensabile, senza un piano ben definito, rinunciare di punto in bianco alla plastica per le sue numerose applicazioni. Nelle prossime righe, andremo a scoprire i dettagli sulla tematica. 

Un mondo che non produce plastica è possibile? Il punto della situazione 

Come già precedentemente accennato, grossi cambiamenti nel tessuto socioeconomico mondiale porterebbero perturbazioni eccessive all’interno dei diversi paradigmi che lo compongono. La cessazione del processo di produzione della plastica potrebbe esserne un esempio lampante. Oltre alle politiche di riciclo e di sostenibilità, forzare in tempi strettissimi una delle industrie più remunerative al mondo, produttrice di uno dei materiali più utilizzati sia dai privati cittadini che dalle aziende appartenenti ai settori più disparati risulterebbe, infatti, un’impresa impossibile o un disastro annunciato. 

Certo, l’economia circolare favorirebbe il mondo dal punto di vista ambientale, ma un’interruzione completa e di colpo dei processi porterebbe ad un crollo economico da miliardi di dollari. Insomma, un’idea molto difficile da mettere in pratica lavorando con raziocinio, ma sicuramente un obiettivo che sul lungo termine andrebbe conseguito. 

Come ridurre la produzione di plastica ed essere più green? 

Secondo molti studiosi, la soluzione più adatta alla problematica dell’inquinamento sarebbe quella di sviluppare delle strategie differenti di raccolta e riciclo dei rifiuti, allo scopo di riutilizzare quanto più materiale possibile. Rivedere le norme di consumo, conservazione, utilizzo e smaltimento della plastica, applicate ad ambienti come quello del retailing, risulterebbe già una mossa particolarmente funzionale per potersi affacciare nei confronti di un futuro all’insegna del riciclo. 

Parlare da ora di un’economia completamente circolare, visto l’utilizzo smodato che si fa della plastica in ambiti come quello della logistica, alimentare e della produzione, però, sarebbe altamente deleterio e porterebbe, come già precedentemente accennato, a delle conseguenze disastrose per il panorama economico mondiale, costringendo le realtà di settore a reinventarsi in tempi troppo brevi, causando un dislivello eccessivamente profondo tra domanda e offerta, vista la richiesta di materiale plastico non soltanto dalle industrie, ma anche dai privati cittadini per destinazioni d’uso differenti.