Il Teatro Carcano inaugura la stagione 23-24 con il primo degli appuntamenti del lunedì, i Follow the Monday, unendosi al Comitato promotore La Fabbrica del Mondo e Fondazione Vajont insieme ad altre istituzioni culturali e civili nazionali per un grande ricordo collettivo, nel sessantesimo anniversario della tragedia che costò la vita a 2000 persone.
A raccontarci in modo accorato questa pagina di storia al Teatro Carcano di Milano sarà il geologo, conduttore tv e ricercatore Mario Tozzi, che indagherà in particolar modo il tema della responsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente.
A seguire, la compagnia ATIR, con la partecipazione straordinaria di Lella Costa e alcuni cittadini milanesi che hanno fatto parte dei laboratori teatrali de El Nost Milan, guiderà una narrazione corale di VajontS 23, la storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe.
Non più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma una sveglia.
La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere.
«Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili».
E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga.
VajontS 23 sarà come un canovaccio, un’azione corale di teatro civile. Ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi.
Dall’alluvione di Firenze del 1966, poi in Piemonte si racconterà di quando il Po e il Tanaro esondarono nel 1994, in Veneto delle alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania della frana di Sarno del 1998, in Friuli degli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige della valanga della Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna dell’alluvione di maggio.
Sul sito www.lafabbricadelmondo.org è possibile trovare la mappa completa dei gruppi che hanno aderito e dei luoghi in cui VajontS 23 andrà in scena il 9 ottobre alle 20,30.
La rete di VajontS 23 nasce da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo ed è realizzata da Jolefilm con la collaborazione di Fondazione Vajont.
Moniti da un disastro annunciato – Le catastrofi naturali non esistono
A valle dello sbarramento si percepiscono i 260 metri di calcestruzzo ancora lì impudicamente intatti. La diga non è stata mai più rimessa in funzione, non tanto per paura, quanto per rispetto e ammonimento per le generazioni che verranno; un rispetto che gli abitanti di Erto e Casso custodiscono fieramente.
La diga ha retto, è la montagna che è franata perché non tollerava oltre l’opera imposta dall’uomo.
Al Vajont l’uomo ha sfidato la natura. E ha perso. Perché le catastrofi naturali non esistono, esistono gli eventi naturali che diventano catastrofici solo per colpa nostra.
VajontS 23
Un racconto, cento racconti di acqua e di futuro
con la collaborazione di Marco Martinelli
realizzato da Jole Film in collaborazione con Fondazione Vajont
La frana – il racconto si ferma – silenzio collettivo
