Debora Caprioglio • Antonio Salines “La donna di garbo” di Carlo Goldoni regia Emanuele Barresi
Rosaura conosce a Pavia uno studente con cui ha un “filarino”; il ragazzo dopo un po’ si stufa e interrompe la relazione. La giovane, si reca allora a Bologna dove risiede la famiglia del fedifrago (Florindo) e si fa prendere a servizio dal padre di lui, una sorta di Pantalone, con l’intento di vendicarsi in qualche modo. Qui incontrerà il fratello di Florindo, Ottavio vittima di una mania: il gioco del lotto; il cicisbeo Lelio; la candida Diana e la vanitosa Beatrice, moglie di Ottavio. Rosaura ammalierà tutti con bravura, approfittando delle debolezze di ognuno e si servirà di loro per il conseguimento dei propri scopi. È la prima commedia di carattere scritta da Goldoni. Ad essa si fa risalire l’inizio di quella che sarà la grande riforma teatrale del Goldoni. Rosaura è il capostipite di una schiera di personaggi femminili scaltri, indipendenti e intraprendenti, che popoleranno i futuri lavori dell’autore. Egli dovette sforzarsi per far digerire ai suoi contemporanei il fatto che una donna, figlia di lavandaia, potesse esser tanto erudita ed evoluta, oltre che scaltra, da potersi far gioco di tutti gli uomini in cui s’imbatte, come avviene nella commedia.