San Giorgio Canavese ospita il 10,11 e 12 maggio la 9° edizione della manifestazione enogastronomica con produttori di eccellenza del territorio, Presidi Slow Food e curiosità provenienti dall’ Italia e dall’estero.
Prodotti agroalimentari nuovi e curiosi. Ma anche spettacolo e intrattenimento, attività didattiche e convegni per i più piccoli, per imparare divertendosi. Pic-nic nel parco delle residenze storiche, menu tematici e street food. Tutto questo, ma non solo, si potrà scoprire, acquistare e degustare visitando la 9° edizione del Mercato della Terra e della Biodiversità, manifestazione che nel secondo fine settimana di maggio animerà il centro storico di San Giorgio Canavese, lungo l’asse che conduce da Torino ad Aosta.
Il Mercato è uno degli eventi trainanti del Festival della Reciprocità, movimento interculturale promosso dalle Tre Terre Canavesane (Agliè, Castellamonte e San Giorgio Canavese), per accendere i riflettori sulle eccellenze di questo angolo di Piemonte adagiato sullo sfondo suggestivo delle Alpi Graie.
L’agricoltura come Bellezza che coltiva il paesaggio
Sabato 10 e domenica 11 maggio le vie del centro storico di San Giorgio Canavese si animeranno di Presidi Slow Food e altri prodotti di qualità ed eccellenza e delle storie dei loro produttori.
Ogni edizione è caratterizzata dalla presenza di un tema che pone l’attenzione su un particolare contenuto. Quest’anno il tema-guida è “BELLEZZA – coltiva il paesaggio”. Infatti, è proprio l’agricoltura a modellare la bellezza del paesaggio, trasformandolo e plasmandolo nel corso dei secoli a seconda delle coltivazioni in esso sviluppate. La gestione dei campi, terrazzamenti, pascoli, risultato del lavoro dell’uomo, migliorano la qualità e la biodiversità del paesaggio. E lo arricchiscono sia visivamente che culturalmente. Creando una preziosa sinergia tra l’uomo e la natura.
“Il piacere del paesaggio è un’emozione che appartiene a chi lo guarda nella profondità della natura. Il seme, il sole, il vento e la terra sono fattori che rendono ogni giorno il nostro paesaggio unico. L’agricoltura ha un impatto significativo sul paesaggio, modellandolo e trasformandolo nel corso dei secoli. Preparare dei terreni è come scrivere un territorio. Qualcosa di simile a una sorta di poesia o pittura” spiega Debora Vittone, neo-presidentessa dell’Associazione Piattella di Cortereggio, che con il Comune di San Giorgio Canavese organizza la manifestazione.
“Il mercato di San Giorgio Canavese degli inizi del Novecento era un appuntamento di riferimento del nostro territorio canavesano – aggiunge Ambra Civallero, direttrice del Mercato – In quell’epoca si ripeteva ogni settimana il martedì e rappresentava un’occasione per le nostre comunità di ritrovarsi, creare scambi e approfondire nuove conoscenze. In un clima di fermento che attirava la gente anche dalle valli vicine e che ne hanno portato a continue contaminazioni e a una crescita del paese.
Con il passare degli anni e l’allontanamento dalla campagna verso le grandi città, l’evento si è ridotto pur mantenendo la sua periodicità fino ai giorni nostri Il Mercato della Terra e della Biodiversità, vuole, sin dal 2015, ricordare e raccontare quello che era il mercato di un tempo. Recuperando quel clima di festa e sapori semplici, ma anche approfondendo temi legati alla terra e ai suoi prodotti, al ritorno alle origini. Per evidenziare quanto sia importante rispettare e preservare il nostro ambiente e i nostri paesaggi.”
I prodotti che non t’aspetti al Mercato della Terra e della Biodiversità
Sono tanti i prodotti locali e non da scoprire e gustare alla manifestazione. Dalla Farina Bona, farina di mais ottenuta macinando molto finemente la granella precedentemente tostata, lavorazione tradizionale della Valle Onsernone nel Ticino. Allo Zafferano di San Gavino Monreale (Medio Campidano, Sardegna) prodotto a mano senza trattamento chimico. Dalla Papaccella Napoletana, peperone dalle bacche piccole molto carnose, profumatissimo e dalla polpa dolce, al Fagiolo dente di morto di Acerra, che nasce dai terreni di natura vulcanica ricchi di elementi nutritivi, il cui nome è legato ai luoghi di sepoltura presenti già dall’epoca paleocristiana. Dal Parmigiano Reggiano prodotto con latte di Frisona e Vacca Bianca Modenese, razza bovina in via di estinzione; al Fagiolo Rosso di Lucca, varietà antica recuperata con altri ecotipi storicamente coltivati nella piana della Lucchesia.
La Piattella Canavesana di Cortereggio, infine, fagiolo bianco tipico delle sponde lungo il torrente Orco, nel Canavese, è stata proclamata Presidio Slow Food. Fin da bambini, gli abitanti di Cortereggio si dedicavano alla semina e alla raccolta dei fagioli nei campi di granoturco. Una tradizione così radicata che le piattelle erano diventate una importante risorsa economica.
Ogni sabato, nelle famiglie del paese si cuocevano i fagioli in pignatte di terracotta che venivano portate al forno del paese. E i fagioli cotti in questo modo si usavano poi per insaporire altri piatti durante tutta la settimana. Ogni famiglia aveva la propria pignatta, fabbricata dagli artigiani del vicino paese di Castellamonte, noto per la sua tradizione ceramista.
La ricetta prevede che, insieme alle piattelle, si mettano nella pignatta le cotiche di maiale speziate con sale e pepe, arrotolate e legate a formare le quaiette e altre parti come lo zampino e il lardo. Poi si aggiungono la cipolla e altri aromi, si copre di acqua e si chiude. La cottura nel forno a legna, rimasto tiepido dopo la cottura del pane, dura circa 12 ore (la tradizione vuole almeno una notte intera).
Spettacoli, street food e intrattenimenti per tutti
Oltre alla mostra-mercato dei prodotti agroalimentari, la manifestazione prevede momenti di spettacolo e intrattenimento, firmati quest’anno dalla Marlon Banda. Oltre ad attività didattiche e convegni organizzati per i più piccoli.
Domenica 12 maggio si potrà gustare un pic-nic nel parco delle residenze storiche dell’antico centro storico. Il Castello dei Conti di Biandrate, Dimora Berchiatti e Villa Malfatti apriranno infatti le loro porte. I partecipanti potranno ritirare il loro cesto già pronto e ricco di prodotti locali e sorseggiare nelle tre location i vini del territorio. Il percorso si chiuderà con un po’ di dolcezza nella pasticceria storica Roletti. Un’area della manifestazione sarà poi riservata ai Caffè Storici del Piemonte, all’interno della quale si potrà gustare quello che punta al riconoscimento di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.
I ristoranti locali proporranno per l’occasione menù a base dei prodotti dei vari ospiti del Mercato. Grande novità è l’offerta street food, che consentirà al pubblico di degustare passeggiando piatti preparati con le eccellenze del territorio e del Mercato. Spiega la direttrice del Mercato, Ambra Civallero: quella del cibo di strada non è una modernità della nostra epoca. Ma è una vera e propria tradizione che risale all’antichità. Già nell’antica Roma, infatti, si trovavano bancarelle che vendevano focacce, olive e vino, mentre nei mercati dell’Asia si cucinavano zuppe e spiedini per i viaggiatori. Per questo abbiamo pensato di introdurre nella nostra manifestazione anche questa tradizione popolare.”
Stefania Lupi