Domenica 3 Gennaio 1988, esattamente 33 anni fa, ore 14:30, Milan-Napoli 13° giornata d’andata del campionato di serie A.

Il Milan di Gullit, di Capitan Baresi, di P.P.Virdis, contro il Napoli di Maradona, Careca, campione d’Italia in carica.
La partita che ha sancito la “rivoluzione” tattica di mister Arrigo Sacchi; l’ innovazione del calcio.
Vincere e convincere, la filosofia del tecnico di Fusignano. Il bel giuoco per conquistare la vittoria.
L’inizio dell’epopea dei trionfi rossoneri.
La storia divenuta leggenda.
Che pomeriggio (e, sottolineo “pomeriggio”) quel pomeriggio.
L’essenza del calcio.
Il vero calcio.
Quel “football” identico nei suoi valori, nei suo caratteri peculiari per oltre un secolo, oggi soppiantato da un entertainment televisivo senza anima e senza passione.
La luce del sole velata da una leggera foschia di una tipica giornata invernale della valle padana, della Milano operosa, giansenista.
Lo stadio di San Siro strapieno in ogni ordine di posto.
Nessuna var, nessun tornello, nessuna pay-tv, nessun ristorante o lounge bar, sky-box, all’interno dello stadio.
Nessuna diretta televisiva a pagamento
Nessun posticipo o anticipo mezzogiorno/serale/notturno.
Solo i riflessi filmati di 90° Minuto, di Domenica Sprint, della DS.
Servizi televisivi che oltrepassavano la fredda cronaca.
Capolavori letterari che dipingevano la sociologia dell’evento football.
L’arrivo dei pullman delle squadre che parcheggiavano sotto la tribuna centrale, con i giocatori (e che giocatori) che fendevano a fatica la folla di tifosi e giornalisti, per raggiungere l’ingresso degli spogliatoi, non senza aver rilasciato qualche dichiarazione davanti ai numerosi taccuini e alle decine di microfoni che si erigevano davanti al loro volto e aver firmato qualche autografo; lo spettacolo delle tifoserie; il dopo partita con le interviste ai protagonisti, veri e propri sketch entrati di diritto nella storia della televisione (ponete l’attenzione a quanto accade oggi, durante i prepartita e alle conferenze stampa “blindate”).
Uno spettacolo in campo e fuori.
Uno spettacolo, come le gesta degli uomini di Sacchi che furono accompagnate e inneggiate dal tripudio del popolo rossonero con la mitica “ola” e con la colonna sonora che accompagnò quella magnifica cavalcata che condusse alla conquista del 11° scudetto: ” Oh mamma mamma mamma sai perchè mi batte il corason, ho visto un GRANDE MILAN, ho visto un GRANDE MILAN, e mamma innamorato so”.
E l’infatuazione per quella squadra, per quel giuoco, durò per molti anni.
Uno “spettacolo” manifestato in Italia, in Europa, nel Mondo.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)