Parafrasando Ennio Flaiano, la situazione dell’Ac Milan è grave, ma non è seria.
Una situazione molto comune nel nostro Paese.
Ennesima stagione fallimentare, perchè di fallimento è d’uopo definire le gesta della compagine rossonera.

Eliminati ai gironi in Europa League da squadre più che modeste; in campionato fallito l’accesso alla Champions nonostante centinaia di milioni spesi nelle due sessioni di mercato (unica squadra che ha speso 70 milioni nella finestra di gennaio); eliminazione in semifinale di coppa Italia dopo uno 0-0 in trasferta contro la Lazio di Inzaghi; la sconfitta in Supercoppa contro una Juve dimessa; una sequela di infortuni paragonabili ad un lazzaretto di guerra; un gioco espresso modesto, ripetitivo, che ha prodotto un totale di gol inferiore rispetto a squadre meno attrezzate (Atalanta, Sampdoria) e con due centravanti di spessore (nel girone di andata il maldipancista Higuain, sostituito nel girone di ritorno dalla sorpresa Piatek); una dirigenza assente e silente (due vizi capitali per una società di categoria); una proprietà lontana, non solo geograficamente (non si è mai udito una dichiarazione riguardo le prestazioni della squadra); dulcis in fundo, spada di Damocle per l’incombente decisione della UEFA riguardo l’infrazione del FFP.
Morale, necessaria rivoluzione totale, così deciso dai proprietari.
Gattuso se ne va perchè non condivide il progetto prospettatogli dal plenipotenziario Gazidis durante l’incontro di ieri.
Il duo Leonardo Maldini, giubilati dopo meno di un anno.
Numerosi giocatori dell’attuale rosa con la valigia pronta.
” La società non mi ha chiesto di arrivare in Champions league, ma di provarci.
Così Gattuso nella conferenza pre partita di sabato scorso.
Una bazzecola, quindi non essere arrivati quarti.
Ma tutti , pure i sassi di Milanello, sapevano che non era così. Sapevano che la mancata qualificazione avrebbe edulcorato i sogni di  rivivere l’ ” ancienne grandeur”.
Gli introiti garantiti dalla partecipazione alla massima competizione europea cambiano i “destini” delle squadre.
E così il “destino” rossonero è segnato.
Trapelano rumors che indicano una campagna acquisti sobria, fatta di giovani di belle speranze da rivalutare e poi rivendere per creare le indispensabili plusvalenze, deus ex machina del calcio moderno.
Quali giocatori, quale allenatore ?
Non è dato a sapersi, per ora.
Si dice che arriveranno giovani da ogni angolo del pianeta pallonaro, ma nel frattempo sono vacanti le posizioni chiave di una compagine pallonare, anche di una compagine di categorie semi- professionistiche; mister, direttore sportivo, team manager.
Confortante che a fine maggio vi sia questa situazione.
E i tifosi, che debbono pensare ?
Debbono concedere l’ ennesima fiducia a “scatola chiusa” ?
Debbono cadere in depressione ?
Oppure, inchinarsi allo strapotere del fondo Elliott, prostrandosi senza remore e senza indugio come fa qualche tifoso più o meno noto (possiamo definirli tifosi ???) ?
Del resto quando la proprietà è un fondo di investimento, il destino era tracciato fin dagli esordi.
Questo è ormai il calcio.
Che dire, meglio celiare un poco come ci insegnava Ennio Flaiano e chiosare con un sorriso ricordando una sua celebre frase: “Coraggio, il meglio è passato”.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)