[dropcap]I[/dropcap]l Museo d’arte della Svizzera italiana presenta la mostra: And Now the Good News, in programma fino al 15 agosto 2016. L’esposizione, a cura di Elio Schenini, MASI Lugano, e Christoph Doswald, mostra al pubblico una selezione di oltre trecento opere, suddivisi tra dipinti, disegni, collage, fotografie, sculture, installazioni, provenienti dalla Collezione  Annette e Peter Nobel, il cui denominatore comune è il giornale quale mezzo e supporto artistico nel XX e XXI secolo. Un patrimonio estetico oltre che etico su cui molti artisti hanno voluto, ognuno con il proprio linguaggio confrontarsi.

Il corpus della collezione prende avvio dalle opere di esponenti del Cubismo, del Dadaismo e del Surrealismo, per poi proseguire con alcuni dei principali rappresentanti appartenenti alle neoavanguardie degli anni Sessanta, per arrivare ai nostri giorni con alcune figure di primo piano del panorama artistico contemporaneo.

Nel famoso film del 1952, diretto da Richard Brooks , dal titolo L’ultima minaccia, interpretato da uno straordinario Humphrey Bogart, nel ruolo del direttore di un giornale che si oppone a un bos mafioso. E di fronte alle parole del criminale: “pubblica quella roba e sei un uomo morto”, il direttore, direttamente dalla tipografia (vestito con un elegantissimo smoking) come risposta allunga la cornetta verso le rotative che cominciano a stampare, pronunciando la frase  che è entrata nella storia del cinema e nel cuore di ogni giornalista: “E la stampa bellezza, la stampa! E tu non ci puoi fare niente”.

Per continuare, molti altri film, per parlare della mitologia, hanno toccato questo tema, sarebbe molto lungo l’elenco. Tuttavia, come pure l’elenco di artisti che si sono ispirati al mondo della stampa attraverso le proprie opere pittoriche.

Il percorso espositivo si snoda lungo i due livelli del LAC, articolandosi in una decina di sezioni che seguono un ordine cronologico da inizio Novecento fino ad arrivare ai nostri giorni. La mostra è ricchissima, complessa e molto variegata. In visione opere di maestri consacrati come Rodcenko, Braque, Mirò che usano i giornali come spazio mentale dove mettere in evidenza le parole in dialogo col proprio segno, e poi Le Coubusier e Giacometti che ritraggono intensi profili di donne sulle pagine stampate.

Il pubblico potrà ammirare i lavori di artisti quali Hans Arp, Alighieri Boetti, John Baldessari, Georges Braque, Olaf Breuning, Joseph Beuys, Christo, Alberto Giacometti, Ryan Gander, Alfredo Jaar, On Kawara, Jannis Kounellis, Joseph Kosuth, Joan Mirò, Vik Muniz, Willem de Kooning, Antoni Muntadas, Sigmar Polke, Richard Prince, Rosmarie Trockel, Kelley Walker, Andy Warhol, ed altri ancora.

Sede: LAC Lugano Arte e Cultura  MASI, Museo d’arte della Svizzera Italiana – Piazza Bernardino Luini, 6 – Lugano (Svizzera)

Orari della mostra: martedì, mercoledì e domenica: dalle ore 10.30 alle ore 18.00; giovedì, venerdì e sabato: dalle ore 10.30 alle ore 20.00. Chiuso lunedì  www.masilugano.ch

Giuseppe Lippoli