Poteva mancare la questione razzismo non appena Balotelli ritorna in nazionale ?
No.
Così come non potevano mancare le parole risentite e provocatorie di Balotelli che non perde mai l’occasione per sottolineare come la sua carriera sia stata minata dal razzismo nei suoi confronti.
Una “tiritera” udita nel corso degli ultimi 10 anni che non spiega quale sia stato il motivo principale per cui Mario Balotelli non sia quel campione che sostiene di essere.
Sì perchè lui, Super Mario, crede di essere del livello di CR7, Messi, Maradona, Pelè, Van Basten, Cruijf, ma il razzismo subito glielo ha impedito (e sì perchè Pelè, Eusebio, Gullit, Weah, ecc. sono tutti di carnagione albina).
Per 4 anni è stato lontano dalla nazionale, non certo per razzismo, ma solamente e più semplicemente perchè crea tensioni nello spogliatoio, perchè non ha il ben che minimo senso di appartenenza, perchè “voglia di lavorare saltami addosso”, perchè è un lamento unico, perchè non trova mai un ambiente che lo “capisca” e che lo sopporti.
Dunque, così in ordine sparso.
Getta a terra la maglia del club che lo retribuisce lautamente (Inter) perchè non sopporta le critiche che gli rivolgono i tifosi.
Dice di essere tifoso del Milan e che all’ Inter non si è mai espresso come voleva perchè non si sentiva a casa.
Forse per questo motivo sparava freccette dalla finestra di casa sua in pieno centro a Milano.
Emigra in Inghilterra dal suo mentore (l’attuale CT della nazionale) e si accapiglia, mettendogli le mani addosso, per le rimostranze che il suo “amato allenatore” gli rivolge per lo scarso impegno, per la vita dissoluta, e una serie di atti da teppista come l’incendio della sua casa provocata dallo scoppio di una serie di petardi.
Arriva al Milan (il sogno si è realizzato) ma le prestazioni sul terreno di gioco sono sempre anonime per non definirle penose.
Risbarca in Inghilterra sulle rive della Mersey indossando la maglia del Liverpool; un solo gol realizzato, gli inglesi non lo vogliono più vedere nemmeno in cartolina così ritorna in prestito al Milan.
Non pervenuto.

Nel frattempo dichiara che i migliori tifosi sono quelli dell’Inter ! W la coerenza e il rispetto.

Approda al Nizza e pare che le cose vadano meglio.
Sembra, visto che il club nizzardo lo vuole cedere, o meglio, il suo famoso procuratore vorrebbe trovargli un palcoscenico migliore per fargli guadagnare cifre ancora  più cospicue, incamerando così le sue abbondanti percentuali.
Della sua carriera si ricorda l’Europeo del 2012, grazie ai suoi gol portò l’Italia in finale, qualche gol d’autore (pochi) nelle squadre in cui ha militato e una serie infinita di liti, comportamenti supponenti, arroganti, pretenziosi litigando con il mondo intero.
Sostiene che l’odio nei suoi confronti è il più emblematico esempio di razzismo che pervade il nostro Paese.
Diciamo così.
Per il 50% è vero (sono generoso nella percentuale), perchè il razzismo esiste; per l’altro 50 % la colpa dovrebbe prendersela lui, facendo un totale e obiettiva autocritica.
All’età di 28 anni, Balotelli ha guadagnato una barca di soldi che non giustificano minimamente le sue prestazioni agonistiche, ma sono il prodotto della sua immagine “vincente” inserita nel “calcio moderno” mediatico che crea tale notorietà e fama.
Personaggio, ecco cosa è Mario Balotelli, tanto da guadagnare la prima pagina del mensile Time qualche anno fa.
Personaggio con le sue estreme contraddizioni come affermare che la fascia di capitano sarebbe un bel segnale per gli africani che vivono in Italia, sarebbe un bel segnale importante.
Già un bel segnale.
Un bel segnale quando il protagonista è lui, Super Mario Balotelli, nato da famiglia di origine africana adottato da una famiglia bresciana e italiano al 100%, un “nuovo italiano” direbbero in molti.
Nuovo italiano, dipende.
Se un “nuovo italiano”, è un suo corregionale (bergamasco) di origine nigeriana, imprenditore, viene eletto al Senato della Repubblica diventando il primo senatore di “colore”, allora non può essere un “esempio” per gli immigrati che vengono in Italia e che sono discriminati perchè il nostro Paese deve saper integrare come fanno Francia e Inghilterra.
No, non può essere un esempio, il senatore Iwobi, perchè è un rappresentante della Lega, il cui leader è quel Salvini ora ministro degli Interno, che è un razzista, xenofobo, seminatore d’odio secondo molti, perchè sostiene che prima vengono gli italiani, che si deve avere un’ immigrazione regolata, che la sicurezza e l’ordine a difesa degli italiani (ovviamente anche dei “nuovi italiani”) sono capisaldi di un Paese che si dice civile.  
E così Balotelli si rivolge ad Iwobi dicendogli : “Forse sono cieco io o forse non gli hanno detto ancora che è nero. Ma Vergogna !!!”
Ecco appunto.
Secondo Balotelli ci sono “nuovi italiani” e “altri nuovi italiani” che evidentemente non sono ” veri nuovi italiani”.
Direi che l’acume, il raziocinio, la saggezza che Balotelli ha mostrato nel corso degli anni saranno i canoni con cui stabilire chi siano i “NUOVI ITALIANI”.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)