Barbie® e i neuroscienziati dell’Università di Cardiff hanno realizzato un nuovo studio, basato sul  neuroimaging, per analizzare gli effetti del gioco con le bambole.

Questa collaborazione è nata da uno studio iniziato nel 2018 a cui Mattel ha dato seguito per approfondire il valore del gioco con le bambole rispetto ad altre categorie di giocattoli STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) o che promuovono le capacità di costruzione o la creatività.
In passato, i genitori non valorizzavano i benefici del gioco con le bambole, credendo che i pattern del gioco immaginario non producessero risultati tangibili rispetto ad attività come il costruire con i blocchi, fare un disegno o completare un puzzle, dei quali invece possono vedere con i propri occhi i risultati del gioco.
Da leader globali, Mattel e Barbie hanno commissionato questa ricerca per approfondire il valore del gioco con le bambole e mostrare ai genitori i grandi benefici che offre attraverso prove scientifiche confermate da ricercatori indipendenti e credibili.
Per comprendere tali benefici, il brand ha unito le forze con Oxy Neuro, organizzazione insights leader globale, che ha approvato la collaborazione con l’Università di Cardiff a sviluppare un approccio neuroscientifico allo studio.
La neuroscienza sarebbe in grado di rilevare l’attivazione cerebrale durante il gioco.
Condotto dall’insigne e nota Dott.ssa Sarah Gerson, lo studio è stato realizzato da neuroscienziati ed esperti presso il Centro di scienza dello sviluppo umano dell’Università di Cardiff, Regno Unito, uno dei più prestigiosi istituti a livello mondiale e ateneo stimato nel ramo della neuroscienza dello sviluppo.
A seguito di un’analisi scientifica antecedente lo studio, la ricerca principale (ovvero, lo studio con test fNIRS) è durata circa 6 mesi con il reclutamento delle famiglie avvenuto nell’arco del 2019.
La commissione etica della Scuola di psicologia dell’Università di Cardiff ha approvato tutte le procedure, dalla selezione dei partecipanti in poi, e i bambini sono stati scelti da famiglie inglesi che si erano offerte di partecipare spontaneamente alla ricerca presso la Scuola di psicologia di Cardiff.
Lo studio è stato condotto su 42 bambini (20 maschi e 22 femmine) dai 4 agli 8 anni. I partecipanti sono tutti bambini con uno “sviluppo tipico”, vale a dire uno sviluppo consono alla loro età in termini di marker di sviluppo chiave.
I dati completi sono stati raccolti per 33 bambini (un campione scientificamente sufficiente poiché in media uno studio di questo tipo sarebbe ritenuto valido anche con un campione di soli 25 bambini).
Per lo studio è stata utilizzata un’innovativa strumentazione fNIRS (spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso) per analizzare l’attività cerebrale durante il gioco con le bambole.
Questa tecnologia prevede di indossare una cuffia che permette di muoversi liberamente. I test sono stati condotti in una stanza test dedicata e supervisionata.
Il gioco dei bambini è stato suddiviso in sezioni diverse così che il pool di Cardiff potesse osservare separatamente l’attività cerebrale connessa a ogni tipo di gioco: gioco con le bambole individuale, gioco con le bambole in coppia (con l’assistente ricercatore), gioco con tablet individuale e gioco con tablet in coppia (con l’assistente ricercatore).
Le bambole usate sono state selezionate da un’ampia gamma di playset Barbie: Carriere, la Casa dei sogni, playset con animali, tutti con bambole Barbie.
I playset sono poi stati riportati nella loro posizione iniziale prima che ogni bambino iniziasse il test per garantire un’esperienza di gioco coerente.
I ricercatori si sono concentrati su ciò che avviene durante il gioco con le bambole e che potrebbe produrre benefici sociali, emotivi, per l’apprendimento e l’immaginazione a lungo termine.
Come giochi da tablet abbiamo usato Toca Boca e Dott. Panda, entrambi scelti per consentire ai bambini di poter sperimentare un gioco aperto e creativo (piuttosto che giochi con regole e obiettivi) ed esaminare un’esperienza di gioco comparativa con il gioco con le bambole.
I dati sono stati raccolti sia con strumentazione fNIRS (rilevamento dell’attivazione cerebrale) che tramite riprese video (per rilevare il comportamento ludico visibile nonché le espressioni facciali e l’audio – questi dati possono essere analizzati in uno studio separato).
Dalla storica pubblicazione della teoria di Piaget relativa allo sviluppo cognitivo, gli effetti del gioco di finzione sono sempre stati ritenuti positivi per le capacità relazionali e la creatività dei bambini, ma questo non era ancora stato provato scientificamente a livello cerebrale.
Questo è il primo studio che conferma le importanti teorie di Piaget sul gioco da un punto di vista scientifico attraverso immagini del cervello e il primo in assoluto a utilizzare dati di neuroimaging applicati al gioco con le bambole spontaneo, ovvero senza indicazioni da seguire; dimostra anche quanto il cervello si attivi durante questo tipo di gioco.

 I RISULTATI
I risultati ottenuti hanno rivelato che il gioco con le bambole attiva aree del cervello associate all’elaborazione delle informazioni sociali e all’empatia, dimostrando quanto permetta ai bambini di sperimentare, usare e mettere in pratica queste capacità persino quando giocano da soli.
Altri dati dimostrano che il gioco con le bambole permette ai bambini, persino quando giocano per conto proprio, di sviluppare l’empatia e le capacità di elaborazione delle informazioni sociali molto più che giocare con il tablet da soli.
I benefici empatici del giocare con le bambole per conto proprio sono gli stessi per bambini e bambine.
Dal momento che questa regione del cervello ha dimostrato di giocare un ruolo simile nel supportare l’empatia e l’elaborazione delle informazioni sociali in ben sei continenti, molto probabilmente non esiste correlazione con il paese di provenienza.
Per le comunità accademiche e scientifiche, lo studio Analisi dei benefici del gioco con le bambole attraverso la neuroscienza rappresenta un passo significativo per la scienza dello sviluppo nel comprendere il gioco di finzione e il gioco con le bambole.
Inoltre, è la prima volta in cui le importanti teorie di Piaget sul gioco vengono provate scientificamente attraverso le immagini del cervello.
I risultati sono stati esaminati e pubblicati da Frontiers in Human Neuroscience con il titolo ‘Analisi dei benefici del gioco con le bambole attraverso la neuroscienza:https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnhum.2020.560176/full 

La Dott.ssa Sarah Gerson ha redatto un white paper sull’argomento per esporre il contesto più ampio e l’importanza dello studio ai genitori. Lo trovate qui:  G60xLH_xTdp0NHPT-w/view?usp=sharing
In sostanza la ricerca ha scoperto, attraverso la neuroscienza, che le regioni cerebrali deputate allo sviluppo di empatia e capacità di elaborazione delle informazioni sociali si attivano nei bambini persino quando giocano con le bambole da soli.
I genitori valorizzano notevolmente queste capacità e le considerano determinanti per il futuro successo emotivo, scolastico e sociale dei bambini.
Quindi la ricerca dimostra quanto il gioco con le bambole come Barbie offra benefici positivi nel preparare i bambini al futuro, favorendo lo sviluppo delle capacità relazionali come l’empatia.

Lo studio dimostra quanto il gioco con le bambole attivi regioni cerebrali associate all’empatia, alle capacità relazionali e a quelle emotive.
Tali capacità sono spesso note come capacità IE o intelligenza emotiva.
Secondo quanto afferma Daniel Goleman, uno psicologo americano che ha contribuito a diffondere il concetto di intelligenza emotiva, questa si basa su cinque elementi fondamentali:
Empatia.
Capacità relazionali.
 Autoconsapevolezza
Autocontrollo.
Motivazione.
Gli esperti concordano nell’affermare che l’empatia può essere insegnata e, di fatto, ampiamente plasmata durante le prime esperienze di vita, a partire dalla nascita e fino al termine dell’infanzia. capacità di elaborazione delle informazioni sociali includono:
Prevedere i bisogni degli altri.
Pianificare le proprie azioni e il proprio comportamento.
Essere collaborativi e supportare gli altri.
Riconoscere i potenziali partner sociali.
Sapere quando le convinzioni o gli obiettivi di qualcuno differiscono dai propri.
Pensare alle emozioni di qualcun altro.
Sviluppare capacità di interazione sociale.
Diplomazia e capacità di risolvere i conflitti.
Comprendere le discussioni e i punti di vista.

È stato dimostrato che i bambini con un’intelligenza emotiva elevata ottengono voti migliori, studiano più a lungo e prendono decisioni generali più sane (per esempio, è meno probabile che fumino).
Gli insegnanti hanno inoltre riportato che gli studenti con un’intelligenza emotiva elevata sono più collaborativi e sono leader migliori in classe.
Esiste inoltre una relazione tra l’intelligenza emotiva e il bullismo, dove le iniziative educative volte all’intelligenza emotiva sono considerate strumenti validi per prevenirlo.
Inoltre, avere un’elevata intelligenza emotiva rappresenta un indice estimativo migliore rispetto al quoziente intellettivo per prevedere il successo professionale.
Ciò significa che i potenziali datori di lavoro alla ricerca di collaboratori capaci di portare a termine un progetto e andare d’accordo in ambienti di lavoro sempre più
collaborativi gli attribuiscono notevole valore .

Barbie promuoverà i risultati ottenuti con una nuova piattaforma online barbie.com/it-it/ibeneficidelgioco includendo risorse per i genitori, gli educatori e i bambini per aiutarli a migliorare e sfruttare le proprie capacità di elaborazione delle informazioni sociali. Queste risorse sono state sviluppate con la Dott.ssa Borba, esperta di empatia, scrittrice e psicologa dell’educazione di fama mondiale.

La Dott.ssa Michele Borba afferma che: “I recenti dati scientifici ottenuti dall’Università di Cardiff e Barbie hanno un valore straordinario e di notevole rilevanza per l’epoca in cui viviamo, considerate le minori interazioni sociali che i nostri bambini possono avere.
È stato dimostrato che i bambini che hanno sviluppato empatia e capacità di elaborazione delle informazioni sociali in tenera età sono in grado di ottenere voti migliori, studiare più a lungo e fare scelte generali più sane.
I bambini empatici potrebbero inoltre essere più portati a difendere un bambino bullizzato oltre che cercare di affrontare e risolvere il conflitto.
Capire che i bambini possono avere un ruolo attivo nello sviluppo di tali capacità attraverso bambole come Barbie rappresenta uno strumento incredibilmente utile per i genitori.”
Ora più che mai, durante la pandemia globale, i genitori si preoccupano sempre più che i loro figli sviluppino capacità relazionali proprie.
Di fatto, oltre due terzi dei genitori europei (70%) ha dichiarato di essere preoccupato degli effetti che potrebbe avere avuto sui propri bambini e allo stesso modo il 74% di questi sarebbe stato più propenso a incoraggiare i propri figli a giocare con un giocattolo se la scienza ne avesse confermato l’utilità per lo sviluppo di capacità relazionali ed emozionali come l’empatia.

I risultati di Analisi dei benefici del gioco con le bambole attraverso la neuroscienza ci aiutano a comprendere e analizzare più a fondo i diversi modi in cui il gioco con le bambole può avere un impatto positivo sulle vite dei bambini.
Giocare con bambole come Barbie offre dunque maggiori benefici nel preparare i bambini al futuro promuovendo le capacità relazionali come l’empatia.
Quando Barbie ha deciso di intraprendere questa ricerca, mai avremmo immaginato l’arrivo di COVID-19 e che i bambini avrebbero passato più tempo in casa con un conseguente distanziamento sociale dai propri coetanei.
Ecco perché questo studio risulta ancora più importante, poiché mostra quanto giocare con bambole come Barbie offra maggiori benefici, in particolare in un periodo in cui le interazioni sociali dei bambini, come giocare con gli amici e andare a scuola, non sono sempre fattibili.
Quest’anno, abbiamo potuto vedere come l’attivismo inizi in giovane età, ove i bambini sono forti sostenitori del cambiamento. È proprio qui che l’empatia pone basi solide per questo tipo di comportamento.
Incoraggiare l’empatia nei bambini è essenziale per crescere una generazione determinata ad abbattere le barriere dell’ingiustizia razziale e le discriminazioni.
In qualità di leader, Barbie promuoverà questi dati con risorse dedicate ai genitori, gli educatori e i bambini per aiutarli a rafforzare e sfruttare le proprie capacità di elaborazione delle informazioni sociali.
Queste risorse sono state sviluppate insieme alla Dott.ssa Michele Borba, esperta di empatia, scrittrice e psicologa dell’educazione.

  • La missione del brand Barbie è di incoraggiare i bambini a esprimere il loro infinito potenziale, aiutandoli a sviluppare le capacità relazionali ed emozionali necessarie per vivere in un mondo in costante evoluzione con determinazione e compassione.
  • Dopo aver riconosciuto che questo studio rappresenta un primo passo nel comprendere l’impatto positivo del gioco con le bambole e che saranno necessarie ulteriori ricerche per andare ancor più a fondo, la Dott.ssa Sarah Gerson e il pool dell’Università di Cardiff hanno acconsentito a condurre ulteriori studi neuroscientifici con Mattel nel 2021.
  • Condotto dall’insigne e nota Dott.ssa Sarah Gerson, lo studio è stato realizzato da neuroscienziati ed esperti nel campo presso il Centro di scienza dello sviluppo umano dell’Università di Cardiff, Regno Unito, uno dei più prestigiosi istituti a livello mondiale e ateneo stimato nel ramo della neuroscienza dello sviluppo.
  •  La Scuola di psicologia dell’Università di Cardiff è stata classificata tra le prime 3 università del Regno Unito per la ricerca in psicologia, psichiatria e neuroscienza dal Research Excellence Framework (REF), il prestigioso riferimento accademico, posizionandosi prima di Cambridge.
  • Il moderno edificio dell’Università di Cardiff per la Scienza dello sviluppo umano (il centro CUCHDS) ospita i laboratori progettati appositamente per lo studio di adulti e bambini. Vantano un curriculum d’eccellenza nella ricerca con bambini e l’approvazione etica.