Epidemia del coronavirus cinese. Una delle tante nefaste conseguenze della globalizzazione selvaggia del nuovo millennio.

Quando si hanno remore a fermare l’afflusso turistico dal Paese di origine dell’epidemia perchè l’economia mondiale avrebbe un decremento, perchè ci sarebbero problemi con il PIL, perchè tanto la pandemia non arriva, ecco che ci si vuole far del male da soli.
Si fermano i voli in entrata dalla Cina, mentre non vi è alcuna precauzione riguardo gli arrivi da certe zone dell’ Africa, dove i cinesi hanno colonizzato intere regioni.
Sorge spontanea la domanda inerente a quali controlli sanitari si fanno in quelle zone dove sono scarse le minime attrezzature di controllo.
I fautori della globalizzazione tout court, riescono a comprendere cosa possa significare il rischio di una pandemia planetaria in stile “spagnola” del secolo scorso, parlando di venali, insensibili, orrificanti, termini economici ?
Ma, soprattutto, quali conseguenze si avrebbero a livello di vite umane ?
Come si possa non capire gli insignificanti, impercettibili, infinitesimali disagi che comporterebbe la chiusura totale delle frontiere dai Paesi extra UE e controlli serranti all’interno del vecchio Continente, solamente per qualche settimana, onde evitare i reali e catastrofici effetti di una pandemia.
Si consideri anche le informazioni che vengono trasmesse dalle “veline” del regime comunista (si può definirlo così quello cinese o il politicamente corretto, lo vieta) considerate non trasparenti da uno delle più autorevoli testate giornalistiche mondiali, quali il Washington Post.
Un aspetto, tuttavia, riguardo il comportamento personale, non è mai ripetitivo ricordarlo come ci insegnano le autorità sanitarie.
La popolazione adotti una metodica e scrupolosa accortezza igienica e comportamentale come il lavaggio delle mani, evitare i contatti diretti con altri individui in caso di sintomi influenzali o almeno di indossare una mascherina protettiva per non diffondere qualunque tipologia di virus (dal semplice raffreddore,alla stagionale influenza).
Un comportamento civile e rispettoso della salute propria e altrui che, ahinoi, viene poco praticato.
Eppure, questi accorgimenti sono fondamentali per diminuire il rischio di contagio con (ritornando al venale aspetto economico, tanto a cuore di certi individui) un risparmio economico per lo Stato e le tasche dei contribuenti.
Una battaglia semplice ma che non trova riscontro nemmeno nelle pubblicità dei farmaci sintomatici che promettono una pronta guarigione non appena si assume il “miracoloso farmaco” da banco che abbassano i sintomi della patologia virale, senza agire in alcun modo sulla guarigione.
Nessun divieto, nessuna avvertenza imposta, nessuna sanzione per questi ingannevoli spot che non aiutano a limitare la diffusione dei bacilli.
Del resto la libertà personale, o meglio, il profitto economico sono molto più aggressivi del coronavirs 2019 nCov .
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)