Boehringer Ingelheim annuncia i risultati di due nuove analisi relative a idarucizumab, il farmaco che inattiva in maniera specifica l’azione di dabigatran etexilato, recentemente approvato negli Stati Uniti con procedura accelerata.
I risultati sono stati presentati in occasione del Congresso 2015 dell’American Heart Association (AHA) a Orlando.1,2 Una delle analisi ha esaminato la ripresa della terapia antitrombotica dopo la somministrazione di idarucizumab.1 Riprendere il trattamento in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare è importante per continuare a proteggere il paziente dal rischio di ictus.

L’analisi intermedia dei dati dello studio clinico di Fase III RE-VERSE AD™, attualmente in corso, ha mostrato che è possibile riprendere, in qualsiasi momento, la terapia antitrombotica con altri farmaci, dopo l’impiego di idarucizumab.
La ripresa della terapia antitrombotica con altri farmaci (ad esempio eparina) dopo la somministrazione di idarucizumab è avvenuta in un periodo di tempo compreso fra 0,2 e 77,2 giorni in pazienti che presentavano sanguinamento non controllato, che poteva metterne a rischio la vita, e fra 0 e 40,8 giorni in soggetti che hanno avuto bisogno di procedure di emergenza-urgenza. La ripresa della terapia antitrombotica con dabigatran, dopo la somministrazione di idarucizumab, è avvenuta in un periodo di tempo compreso fra 1,3 e 90,6 giorni per i pazienti con sanguinamento non controllato, che poteva metterne a rischio la vita, e fra 1 e 63,31 giorni per i pazienti che hanno avuto necessità di procedure di emergenza-urgenza. 1

“La ripresa della terapia antitrombotica, non appena le condizioni mediche lo consentono, è importante per ridurre il rischio di ictus in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare” – ha dichiarato Charles Pollack, MD, Associate Provost e Professore di Medicina d’Emergenza-Urgenza della Thomas Jefferson University di Filadelfia, e principale sperimentatore dello studio RE-VERSE AD™ – “I risultati di questa analisi intermedia dello studio di fase III RE-VERSE AD™ forniscono ulteriori conoscenze ai medici, in merito alla ripresa della terapia antitrombotica dopo l’inattivazione dell’effetto di dabigatran, in quelle rare situazioni d’emergenza in cui l’impiego di idarucizumab è ritenuto necessario”.

La seconda presentazione di risultati su idarucizumab ha riguardato i dati di uno studio in vitro di valutazione dell’efficacia di idarucizumab in presenza di concentrati di fattori di coagulazione [ad esempio, concentrati di fattore VIIa ricombinante, concentrati di complesso protrombinico a 3 o 4 fattori (PCC) e concentrati di complesso protrombinico attivati]. I dati indicano che la presenza di concentrati di fattori della coagulazione non ha impatto sull’inattivazione dell’effetto di dabigatran da parte di idarucizumab.2 Questo risultato è importante in quanto i fattori della coagulazione concentrati vengono usati di frequente nella gestione di pazienti che presentano emorragie acute. I dati dello studio indicano, inoltre, che l’impiego di idarucizumab non ha inibito gli effetti di altri farmaci anticoagulanti disponibili in commercio (inibitori diretti del fattore Xa, eparine, o altri inibitori diretti della trombina).

“I risultati di questa analisi intermedia dello studio di Fase III RE-VERSE AD™ mostrano che idarucizumab può offrire ai medici flessibilità nella gestione della terapia antitrombotica e maggior controllo nel prendere decisioni terapeutiche in relazione ai pazienti in terapia con dabigatran” – ha dichiarato il Professor Jörg Kreuzer, Vice Presidente Medicina, Area Terapeutica Cardiovascolare di Boehringer Ingelheim – “Anche se idarucizumab verrà usato raramente nella pratica clinica, un farmaco che svolge un’azione specifica di inibizione dell’azione anticoagulante può rappresentare un’importante opzione terapeutica per medici e pazienti”.

Lo studio RE-VERSE AD™
RE-VERSE AD™ è uno studio internazionale di Fase III che include pazienti in terapia con dabigatran, che hanno avuto un sanguinamento non controllato o necessitano di un intervento chirurgico d’emergenza o procedured’urgenza.3 L’analisi intermedia dello studio RE-VERSE AD ha compreso i risultati di 90 pazienti con complicanze emorragiche non controllate che ne hanno messo a rischio la vita, ad esempio emorragia intracranica o trauma grave a seguito di incidente automobilistico (n= 51), o che hanno necessitato di un intervento chirurgico urgente o una procedura d’emergenza, ad esempio, intervento chirurgico per frattura aperta a seguito di una caduta (n=39). Lo studio ha raggiunto l’endpoint primario con il 100% di massima inattivazione, come valore mediano entro quattro ore dalla somministrazione per tutti i pazienti. L’inversione dell’effetto anticoagulante è stata evidente subito dopo la somministrazione della prima fiala di idarucizumab, ed è stata completa in tutti i pazienti tranne uno. In questa analisi intermedia si sono verificati 18 decessi. La mortalità è stata attribuita a una complicanza conseguente alla causa originaria del ricovero o associata a co-morbilità. Si sono verificati eventi trombotici in cinque pazienti, nessuno dei quali era in terapia antitrombotica al momento dell’evento.4

Idarucizumab
Idarucizumab è un frammento di anticorpo umanizzato, o Fab, sviluppato come farmaco specifico per inattivare l’effetto di dabigatran. Idarucizumab si lega in maniera specifica esclusivamente alle molecole di dabigatran, neutralizzandone l’effetto anticoagulante senza interferire con la cascata della coagulazione.5

Idarucizumab è attualmente approvato negli Stati Uniti, dove è indicato per l’impiego in pazienti trattati con dabigatran, in cui è necessario inattivare l’effetto anticoagulante del farmaco in caso di:6
• interventi chirurgici d’emergenza/procedure urgenti;
• sanguinamento non controllato o, che possa mettere a rischio la vita del paziente.

In altri Paesi idarucizumab è attualmente in fase d’esame da parte delle Autorità regolatorie o sono in corso gli inoltri delle richieste di registrazione. 7 Idarucizumab è l’unico farmaco, che svolge un’azione di inattivazione specifica dell’effetto di un NAO, a essere in fase d’esame da parte delle Autorità regolatorie. 7 Boehringer Ingelheim intende inoltrare le richieste di autorizzazione all’immissione in commercio per idarucizumab in tutti i Paesi in cui dabigatran è approvato. 7

Dabigatran etexilato
L’esperienza clinica con dabigatran supera i 4 milioni di anni/paziente per tutte le indicazioni per cui il farmaco è stato approvato nel mondo. 7 Dabigatran è sul mercato da oltre 6 anni ed è un farmaco approvato in più di 100 Paesi.7

Le indicazioni per cui dabigatran è attualmente approvato sono:8,9
• Prevenzione dell’ictus e delle embolie sistemiche in pazienti con Fibrillazione Atriale non-valvolare e un fattore di rischio per l’ictus;
• Prevenzione primaria di eventi di tromboembolismo venoso in pazienti che si sottopongono a chirurgia elettiva di sostituzione totale dell’anca o del ginocchio;
• Trattamento di trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP) e prevenzione delle recidive di TVP ed EP negli adulti.

Dabigatran, che è un inibitore diretto della trombina (IDT), è stato il primo farmaco di una nuova generazione di anticoagulanti orali ad azione diretta ad essere ampiamente approvato e disponibile sul mercato, per rispondere a un forte bisogno insoddisfatto di terapie per la prevenzione e il trattamento delle malattie tromboemboliche acute e croniche.8,10 Gli inibitori diretti della trombina ottengono potenti effetti antitrombotici, bloccando in maniera specifica l’attività della trombina, l’enzima centrale nel processo di formazione di coaguli (trombi). 11 A differenza degli antagonisti della vitamina K, che agiscono in maniera variabile tramite i diversi fattori della coagulazione, dabigatran realizza un’anticoagulazione efficace, prevedibile e riproducibile con basso potenziale di interazione con altri farmaci e nessuna interazione con il cibo, senza richiedere il monitoraggio regolare della coagulazione né aggiustamenti di dosaggio.10,12

Boehringer Ingelheim
Il gruppo Boehringer Ingelheim è una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo. Il gruppo ha sede a Ingelheim, Germania, e opera a livello globale con 146 affiliate e più di 47.700 dipendenti. Fondata nel 1885, l’azienda a proprietà familiare si dedica a ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti innovativi dall’elevato valore terapeutico nel campo della medicina e della veterinaria.

Operare in maniera socialmente responsabile è un punto centrale della cultura e dell’impegno di Boehringer Ingelheim. La partecipazione a progetti sociali in tutto il mondo, quali ad esempio l’iniziativa “Making more Health”, e l’attenzione per i propri dipendenti sono parte di questo impegno di responsabilità sociale, così come lo sono il rispetto, le pari opportunità e la conciliazione dei tempi di lavoro e della famiglia che costituiscono le fondamenta della mutua collaborazione fra l’azienda e i suoi dipendenti, e l’attenzione all’ambiente, alla sua tutela e sostenibilità, che sono sottese in ogni attività che Boehringer Ingelheim intraprende.

Nel 2014, Boehringer Ingelheim ha registrato un fatturato netto di circa 13,3 miliardi di euro e investimenti in ricerca e sviluppo pari al 19,9 percento del suo fatturato netto.

Per maggiori informazioni visitate il sito www.boehringer-ingelheim.com