Il decreto caro voli è una misura approvata dal governo italiano con l’obiettivo di contrastare i rincari dei biglietti aerei per le rotte nazionali, in particolare verso e da le isole. Il decreto ha suscitato diverse reazioni da parte delle compagnie aeree, dei consumatori e delle istituzioni europee. In questo articolo cercheremo di spiegare cosa prevede il decreto, quali sono le sue motivazioni e quali sono le sue possibili conseguenze.
Cosa prevede il decreto caro voli
Il decreto caro voli introduce due tipi di limitazioni alle pratiche commerciali delle compagnie aeree:
- La prima riguarda la determinazione delle tariffe in base al periodo della prenotazione. Il decreto vieta alle compagnie di aumentare i prezzi dei biglietti per i voli nazionali verso e da le isole, quando si verificano tre condizioni: c’è un picco di domanda per la stagionalità o durante uno stato di emergenza nazionale, il prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori è superiore del 200% rispetto alla tariffa media del volo, e non ci sono alternative di trasporto adeguatamente disponibili ed economicamente convenienti. In questi casi, le compagnie devono applicare la tariffa media del volo, calcolata sulla base dei prezzi praticati nei dodici mesi precedenti.
- La seconda riguarda l’utilizzo di algoritmi di profilazione degli utenti. Il decreto considera una pratica commerciale scorretta l’uso di procedure automatizzate che determinano le tariffe in base alle caratteristiche dell’utente, come il suo comportamento online o il tipo di dispositivo elettronico usato per la prenotazione, quando questo comporta un pregiudizio economico per l’utente stesso. Inoltre, le compagnie devono informare sempre l’utente, per gli acquisti online, circa l’utilizzo di strumenti di profilazione e il loro impatto sul prezzo finale.
Quali sono le motivazioni del decreto caro voli
Il decreto caro voli nasce dalla constatazione che i prezzi dei biglietti aerei per le rotte nazionali, soprattutto verso e da le isole, sono aumentati in modo significativo negli ultimi mesi, creando un ostacolo alla mobilità dei viaggiatori e una disparità territoriale. Secondo il Garante per la sorveglianza dei prezzi, nel mese di maggio 2023 l’incremento registrato è stato del +37,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e del +43,9% per i voli nazionali. Per le rotte verso Sicilia e Sardegna, l’aumento è stato addirittura del 70%, e in alcuni casi il prezzo medio dei biglietti venduti a ridosso della partenza è risultato maggiore almeno sette volte rispetto a quelli venduti più di una settimana prima.
Il governo ha quindi ritenuto necessario intervenire per tutelare i consumatori e garantire la continuità territoriale tra le isole e il resto del paese, soprattutto in un momento di forte ripresa del turismo dopo la pandemia da Covid-19. Il decreto si basa sul principio che i prezzi dei biglietti aerei debbano essere determinati in modo trasparente e proporzionato ai costi effettivi del servizio, senza sfruttare situazioni di scarsa concorrenza o di elevata domanda.
Quali sono le possibili conseguenze del decreto caro voli
Il decreto caro voli ha scatenato le proteste delle compagnie aeree, che lo ritengono una violazione della libertà di stabilire i prezzi prevista dal regolamento europeo n. 1008/2008: le compagnie sostengono infatti che il decreto interferisce con le tecniche di revenue management, che consentono di ottimizzare i ricavi in base alla domanda e all’offerta, e che sono indispensabili per garantire la sostenibilità economica del settore. Inoltre, le compagnie temono che il decreto possa creare un pericoloso precedente, che potrebbe indurre altri paesi a introdurre regolamentazioni simili, compromettendo il mercato europeo del trasporto aereo, che è libero e deregolamentato.
Per queste ragioni, le compagnie aeree hanno chiesto alla Commissione Europea di intervenire per chiarire la compatibilità del decreto con le norme comunitarie e per tutelare i loro interessi. L’associazione europea delle compagnie aeree, Airlines for Europe, ha inviato una lettera alla commissaria ai Trasporti, Adina Valean, esprimendo la sua preoccupazione e chiedendo un incontro urgente. Anche la compagnia irlandese Ryanair ha annunciato di aver presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il decreto.
Il plauso dei consumatori
Dall’altra parte, il decreto caro voli è stato accolto favorevolmente dalle associazioni dei consumatori, che lo considerano un passo importante per contrastare le speculazioni e le pratiche scorrette delle compagnie aeree. Le associazioni hanno apprezzato in particolare il divieto di usare algoritmi di profilazione degli utenti, che possono portare a discriminazioni e a prezzi ingiustificati. Tuttavia, alcune associazioni hanno anche espresso alcune critiche al decreto, ritenendolo troppo limitato e poco efficace. Ad esempio, Assoutenti ha lamentato il fatto che il decreto non riguardi tutte le tratte nazionali ed estere utilizzate dagli italiani per le vacanze e le festività, e che non preveda sanzioni severe per le compagnie inadempienti.
In conclusione, il decreto caro voli è una misura controversa, che cerca di bilanciare gli interessi dei consumatori e delle compagnie aeree, ma che potrebbe avere effetti indesiderati sul mercato del trasporto aereo e sulle relazioni con l’Unione Europea. Sarà quindi importante monitorare l’evoluzione della situazione e valutare l’impatto del decreto sulla qualità e sulla convenienza del servizio offerto ai viaggiatori.