Venerdì 18 settembre a Expo la quinta edizione del forum con una sessione dedicata agli effetti sull’economia del territorio

La Dieta Mediterranea come Brand di successo o più genericamente asset economico dei paesi in cui essa è presente? La risposta arriva dalla prima sessione dei lavori del V° Forum Internazionale della Dieta Mediterranea che quest’anno cambia data e location e da Imperia si trasferisce a Expo Milano, dove venerdì 18 settembre si raduneranno i 13 paesi aderenti a Re.C.O.Med – la Rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo – per fare il punto sulle attività dei tre workgroup dedicati all’economia, alla salute e all’educazione alimentare. Organizzato dalla Camera di Commercio di Imperia e dall’Azienda Speciale PromImperia, il Forum è stato inserito dal MIPAAF, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali,  all’interno della Settimana della Dieta Mediterranea coordinata dallo stesso Ministero e in programma dal 14 al 20 settembre proprio a Expo e la data in cui si terrà coincide altresì con la Prima Giornata Mondiale della Dieta Mediterranea.

Se i risvolti positivi che essa proietta sulla società in termini salutistici e nutrizionali sono più facilmente identificabili con le virtù di uno stile alimentare, un ragionamento più complesso e approfondito va compiuto sulla dimensione economica della Dieta Mediterranea, intendendo con questa i riflessi positivi che essa può avere sulle comunità che ne sono coinvolte in termini di sviluppo economico e sociale locale, legato alla specificità antropica ed ecologica territoriale.

Riflessioni e assunti che emergono studiando più in profondità questo fenomeno, che mette in luce come la sua diffusione sia foriera di valori non solo nutrizionali ma anche etici ed economici importanti. Quella che è andata delineandosi per la Dieta Mediterranea nel corso degli anni grazie al lavoro di studiosi ed accademici che sono riusciti a ritagliare attorno ad essa un profilo valoriale che andasse oltre quello meramente nutrizionale, è infatti una identità che si è formata e palesata solo di recente. “Stimare il valore economico della Dieta Mediterranea non è così facile – premette il coordinatore della sessione economica del simposio Alberto Mattiacci, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese a La Sapienza di Roma, oltre che Direttore Scientifico di Eurispes e Presidente della Società Italiana Marketing – perché abbracciando essa numerose categorie merceologiche si rende difficilmente distinguibile dal comparto alimentare tout court. La metodologia di studio che meglio si adatta a determinare tale valore è quella demand-side, ovvero analizzando non l’offerta ma la domanda finale, il peso delle categorie della DM e la loro dimensione economica virtuale. Una metodologia che conduce a una rappresentazione forse parziale ma certamente più affidabile e robusta del fenomeno”.

Soltanto in Italia, il peso della Dieta Mediterranea sul totale della spesa alimentare delle famiglie arriva al 75%, cifra destinata a divenire importante anche all’estero se quello che adesso è di fatto uno stile di vita sano diventasse un vero e proprio Brand, un driver di valore non indifferente soprattutto se legato ad una offerta turistica mirata all’esperienzialità e alla ricerca dei valori della Dieta Mediterranea stessa.

“Il Forum – continua Mattiacci – è la dimostrazione lampante di come l’Italia sappia essere leader, nel campo dell’alimentazione, in tanti modi differenti: dai prodotti a Indicazione Geografica garantita (Dop e similari) ai brand alimentari, dalla capacità di abbinare nei cibi tanti prodotti diversi, commodity e non (la cucina italiana), alla ristorazione nel mondo, straordinario esempio di “esportazione” della cucina quotidiana di famiglia, semplice e gustosa, sui tavoli dei locali, fino -appunto- alla Dieta Mediterranea, valore poliedrico condiviso fra tanti paesi mediterranei, diversi ma non del tutto alieni, proprio perché accomunati dalla triade mediterranea ovvero grano, ulivo e vite. Uno degli obiettivi del Forum è proprio quello di portare a Expo una testimonianza pubblica delle riflessioni fin qui compiute sul tema”.