Gubbio è presente ad Expo 2015 con il suo cibo di qualità, ma anche con proposte per un’alimentazione corretta  che arrechi benessere e permetta di evitare tante problematiche di salute derivanti da un rapporto sbagliato col cibo.

Gubbio, infatti, vuole proporsi non solo come destinazione turistica di grande fascino in cui il turista può immergersi nella storia ed in un ambiente naturale che stimola all’attività fisica e ad assaporare ricette che vengono da lontane tradizioni, ma anche come modello di successo di ricerca scientifica e di iniziative incentrate su due valori: cultura e scienza della nutrizione.

La città di Gubbio ed il suo territorio di riferimento sono contrassegnati dalle mirabili tracce della sua antica storia: dalle antiche popolazioni umbre alla civiltà romana per arrivare al medioevo. Un ricco patrimonio materiale, ma anche e soprattutto immateriale, con tradizioni che si tramandano nei secoli, come la Festa dei Ceri, che fa parte della Rete italiana delle grandi macchine a spalla e che è in procinto di essere inserita insieme alle altre realtà che hanno già ottenuto il prestigioso riconoscimento nel Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’Unesco.

Sempre dalla sua antica storia prendono origine le tradizioni in tema di agricoltura, produzioni agricole e cibo. Gubbio ha la possibilità di ricostruire tali tradizioni fin dall’epoca degli antichi Umbri grazie alla descrizione dei riti e dei cibi offerti agli dei descritta dalle Tavole di Gubbio, sette lastre di età pre-romana, incise nel bronzo e conservate nel Palazzo dei Consoli. Si tratta del più antico testo sacro e laico, insieme, redatto in lingua umbra, con l’uso di due alfabeti diversi nel quale si incontrano indicazioni di alimenti: cibi destinati ai riti del sacrificio ma anche alle cene sociali che concludevano la cerimonia.
Da lì viene lo slogan utilizzato dalla città di Gubbio per EXPO 2015: ‘Sevakne’ parola riferita ai cibi rituali che tradotta vuol dire ‘senza difetti’, di qualità pura ed eccelsa. Così doveva essere il cibo offerto durante i cerimoniali di lustrazione ed espiazione della città, prezioso e gradito.
Le Tavole eugubine sono un documento di fondamentale importanza per la storia alimentare dando testimonianza, attraverso la glottologia, di come i nomi della trifola, dell’olio, del vino e della canapa si siano formati all’interno del ‘paleoumbro’, lingua che era in uso nell’Italia Centrale durante l’età del bronzo. Decine sono gli alimenti citati, come la ‘crescia’, un pane piatto non lievitato, in uso ancora oggi sulle tavole  umbre.

Gubbio merita un soggiorno anche per fare esperienza di come quegli antichi cibi per la tavola degli dei si siano evoluti, conservando qualità, sacralità e capacità di consolidare i rapporti sociali dei residenti e dei residenti con gli ospiti, specie in occasione rituali (feste, celebrazioni, religiose, sagre, ecc.).
Un mangiare “senza difetti” a tutela della sacralità della salute dell’uomo moderno che potrà trovare a Gubbio la possibilità di praticare tante forme di sport all’aria aperta dal bike al walking all’equitazione in tutte le loro specializzazioni.
Dunque, l’idea rappresentata dalla parola Sevakne vuole fondere insieme l’uso sacrale del cibo fatto dagli antichi Umbri con l’attuale attenzione al cibo come elemento fondante la qualità e la salute della vita umana. Tanto più in un territorio come quello di Gubbio dove cultura e natura si fondono armonicamente e spingono al ben…essere: nel mangiare, nel praticare sport, nello scoprire luoghi di alto significato culturale e spirituale.