Quando si parla di calcio, ciò che vediamo in campo è solo la punta dell’iceberg. Dietro ogni gol, vittoria o trofeo alzato, infatti, esistono incentivi finanziari esattamente come in ogni lavoro. I contratti sono alla base di questo sottostrato, ma a sfuggire all’attenzione del pubblico sono spesso i bonus che i calciatori percepiscono.  

Al giorno d’oggi se ne sente parlare sempre di più, tanto che questi plus ormai sono considerati dei veri e propri strumenti finanziari che aiutano le società nelle trattative, facilitando il raggiungimento di un accordo che soddisfi sia il giocatore che le squadre interessate. Se un giocatore come Cristiano Ronaldo si trova in cima alla classifica dei giocatori di calcio più pagati al mondo, è anche grazie ai ricchissimi bonus previsti dal contratto che ha sottoscritto con l’Al-Nassr.

Cosa sono i bonus

Solitamente il bonus è inteso come un incentivo economico che viene utilizzato in qualunque ambito, come per esempio le borse di studio durante il percorso di studi, i bonus per le scommesse sportive o quelli statali per supportare chi soddisfa determinati requisiti. Nel mondo del lavoro il concetto di bonus spinge al raggiungimento di certi obiettivi per poter incrementare il proprio guadagno, vale lo stesso per i calciatori anche se in maniera un po’ differente.

I bonus nel calcio

Oggigiorno infatti sentiamo parlare sempre più spesso di questi incentivi durante le trattative di calciomercato e il motivo è semplice, i bonus sono diventati uno strumento per le trattative che porta vantaggi sia ai giocatori che alle società sportive. Per un professionista raggiungere una determinata soglia di gol e assist, o la vittoria di un trofeo specifico, si traduce in guadagni extra, spingendolo così a dare il massimo nel corso della stagione.

Per le società invece si tratta di strumenti vantaggiosi dal punto di vista finanziario. Infatti secondo gli accordi legati ai pagamenti dei calciatori, lo stipendio base deve essere versato con cadenza mensile, a differenza dei bonus che possono essere elargiti in maniera differente secondo le modalità contrattuali stabilite. Questo permette manovre più flessibili nel calciomercato, agevolando spesso le trattative tra due società o tra società e calciatore. 

Non è un caso che i club utilizzino spesso i cosiddetti “bonus facili”, ovvero degli incentivi che si raggiungono con il conseguimento di obiettivi quasi scontati, per raggiungere le cifre contrattuali desiderate dal giocatore.

Oltre ai benefici economici di cui abbiamo già accennato, manovre di questo tipo possono risultare virtuose anche in un’ottica di gestione del monte ingaggi totale della squadra. D’altronde comunicare che un giocatore prende 3 milioni di euro più bonus, è ben diverso dal dire che ne guadagna 5 milioni a stagione. In questo modo una società può mettersi al riparo dai procuratori, che spesso fanno leva proprio sulle cifre percepite dai compagni di squadra degli atleti che rappresentano per chiedere aumenti di contratto, a volte decisamente fuori scala.

In sintesi, i bonus nei contratti calcistici sono diventati strumenti finanziari chiave che rendono le trattative più flessibili. Da incentivi personali a vere e proprie leve negoziali, influenzano l’entità degli stipendi e facilitano accordi tra giocatori e società. Oltre a motivare le performance, i bonus plasmano anche la narrazione mediatica e consentono alle società di presentare contratti in modo più vantaggioso. In un calcio sempre più business, i bonus stanno diventando elementi fondamentali nelle dinamiche contrattuali.