Assurdità dell’e-commerce ?  Tirannide della globalizzazione ?
Spaccio, pardon outlet (termine più cool…), di un noto calzaturificio dell’Altomilanese.
Dopo aver visionato, sul sito internet ufficiale dell’azienda, una calzatura di mio gradimento, mi reco presso l’outlet distante pochi chilometri dalla mia residenza, per provare la scarpa e sincerarmi della comodità e della
calzata.
Entro e chiedo cortesemente ai commessi, di mostrarmi la calzatura che ho visto sul loro sito, indicando il mio numero.
Risposta degli addetti.
Provi a vedere se la trova negli scaffali.
Con mio stupore e sconcerto, per la risposta ottenuta, inizio la mia ricerca zigzagando tra le corsie e osservo attentamente le scarpe esposte. 
Dopo pochi minuti scorgo quella di mio gradimento seppur di colore diverso.
Chiamo un addetto e chiedo di poter provare il mio numero.
Mi guarda in maniera stupita, come se avessi proferito un’assurdità, rispondendo che è spiacente, ma di quel tipo di calzatura e quel numero se non è esposto sugli scaffali non è acquistabile, in quanto nel loro outlet vendono “solo” alcune scarpe di campionatura o determinati numeri.
Sempre più allibito e confuso, mi permetto di sottolineare che on line è disponibile sia il numero, sia la tipologia, sia il colore e che il magazzino dove vengono spediti gli articoli che si acquistato via internet, è distante solo pochi metri, nella area retrostante.
Risposta laconica e perentoria.
Noi con il sito internet non c’ entriamo nulla, se vuole quella determinata calzatura visionata in rete, deve acquistarla in rete. Punto.
Ecco, punto, ma forse sarebbe stato meglio dire, chiocciol@, o #hashtag !
Senza proferire nessun altra parola, neppure utilizzando termini digitali, mi reco all’uscita pensando quali danni siano stati generati dall’era digitale e dalla globalizzazione.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)