“Luci a S.Siro” è il titolo di una famosa canzone del cuginastro nerazzurro Vecchioni.
Ieri a S.Siro le luci erano spente.
No, non fraintendetemi, le luci dell’illuminazione artificiale funzionavano e sono state accese ad inizio secondo tempo(nemmeno quelle di quel famoso lampione di Marsiglia nel marzo 1991 con la “sceneggiata” del signor Galliani).
Io parlo di altre luci, quelle che dovrebbero illuminare la nostra passione; quelle che dovrebbero essere sempre splendenti; quelle del AC Milan 1899.
E’ stata una questione di luce, ieri, giorno in cui si celebra S.Lucia (13 dicembre, S.Lucia che la tradizione associa al giorno più corto dell’anno erroneamente indicato per secoli come solstizio d’inverno dal calendario giuliano, e poi spostato alla fine della seconda decade del mese con le correzioni apportate dal calendario Gregoriano).
Giornata uggiosa con il cielo coperto da uno strato di nubi grigie, basse, compatte che hanno reso la giornata ancora più buia, più tetra, più triste e con uno livello di sostanze inquinanti a livelli altissimi che rendevano l’aria irrespirabile creando un substrato ideale per l’invasione da parte di batteri e virus dei polmoni, bronchi e laringi che stanno creando una pandemia di sindromi influenzali e parainfluenzali a migliaia di cittadini milanesi, si poteva osservare un S.Siro senza alcun illuminazione o addobbo natalizio, senza alcuna “celebrazione” per le festività incipienti (che la società rossonera si stia omologando alla nuova ideologia imperante che aborra ogni segno religioso per non turbare le “altre culture e realtà”  presenti in Italia ???), un S.Siro che sembrava ancora più deserto rispetto le ultime gare casalinghe (probabilmente lo era realmente visto i larghi vuoti sugli spalti) e con la mancanza della tifoseria ospite, a cui è stata vietata la trasferta, l’ambiente era veramente desolante.
Un atmosfera resa ancora più cupa dall’ ennesima deludente (eufemismo) prestazione dell’undici rossonero.
Pareggino risicato contro l’ultima in classifica, portatrice di soli 6 punti (0,4 punti per partita) in 15 gare.
Questione di luce, direi, senza dubbio.
Sì, perchè, ieri la luce non c’era nemmeno in campo.
L’allenatore intabarrato nel suo trench nero d’ordinanza, che macinava chilometri nello spazio delimitato davanti alla panchina, era l’emblema di cosa ha dato finora alla squadra; un buio totale per quanto riguarda gli schemi di gioco, prima un 4-3-1-2, poi un 4-4-3 e infine, da alcune gare, un classico ed elementare 4-4-2, ma anche cambiando i “numeri”, un po’ come gli addendi di una somma algebrica, il risultato non cambia: mediocrità totale.
Mihajlovic, che mi permetto di definire “un allenatore grigio”, riveste continuamente il suo clichè di “sergente di ferro” ma, in realtà, parafrasando una frase di un celebre film, “è solo chiacchiere e distintivo….”e poi nemmeno troppo scaltro e abile, visto che ha compiuto il più madornale errore che un tecnico anche dilettante non dovrebbe mai fare; a inizio stagione ha “sputtanato” in conferenza stampa alcuni giocatori definendoli dei lavativi.
Realtà inoppugnabile, ma certi “panni sporchi” si lavano tra le mura silenti dello spogliatoio, altrimenti quei giocatori scansafatiche ti remano contro e gli altri compagni giocano con il freno a mano tirato e lavorano (lavorare è un termine inappropriato per i calciatori ma usiamolo ugualmente…..) per il minimo sindacale perchè sanno che non saranno mai difesi dal mister ogni volta che si attraversa un periodo negativo.
I risultati sono sotto gli occhi i tutti, anche ieri allorchè il primo tempo è stato scandaloso.
L’allenatore, si badi, non è l’unico responsabile di questo sfacelo, di questo buio che ricopre la squadra, ma visto che non ha dato un straccio di gioco, se fosse un “sergente di ferro” come crede di essere, dovrebbe rassegnare le dimissioni; atto che non farà mai perchè siamo in Italia e come diceva Andreotti, “non minacciate mai le dimissioni perchè c’è il rischio che le accettino…..”.
Il buio riguarda anche i giocatori che non hanno nemmeno un minimo barlume di luce riscontrabile nei loro occhi che dia l’impressione di un animus pugnandi, di una volontà, di impegno.
Anche quando “salgono” per un calcio d’angolo trotterellano stancamente anche se il risultato è inchiodato sul pareggio con l’ultima in classifica.
Poco o nulla ecco cosa è stata la gara di ieri. 
E poi quando Bonaventura, irretito dai continui falli tattici dei difensori scaligeri, si è lasciato andare ad un gesto di reazione scomposto e violento (gli è valso solo un’ammonizione, poteva starci anche il rosso) le tenebre che aleggiavano sopra il campo in misto-sintetico di S.Siro sono scese definitivamente a rendere atro il tramonto.
Il “buio” che avvolge il Milan, a differenza del solstizio d’inverno (sia quando era associato a S. Lucia o al 21 dicembre) non segue le “regole” dell’astronomia.
Il solstizio astronomico è l’apice delle ore di oscurità; non appena superato, inizia il recupero della luce del giorno che porta al risveglio della Natura, che conduce alla primavera e all’apoteosi della vita.
“Il solstizio” della società di via A. Rossi, invece, pare infinito e non si scorgono elementi che portino verso il “risveglio” di quei colori alla conquista del posto che meritano e che hanno sempre occupato in cima all’Italia, all’Europa, al mondo.
Una società che brancola nel buio non solo nel calcio mercato, ma anche a livello di marketing e comunicazione dove era abilissima.
Un esempio della tenebra che pervade le alte sfere dell’AC Milan?
Coppa Italia contro il Crotone e anche gli abbonati, quei pochi temerari che hanno dimostrato attaccamento e amore per la squadra nonostante le ultime stagioni indecorose,nonostante i prezzi invariati delle tessere (nessuno sconto fedeltà applicato come è stato fatto dai cuginastri nerazzurri- che smacco per noi vecchi tifosi-), nonostante le gare in notturna anche in pieno inverno, hanno dovuto sborsare 10 euro per assistere alla gara per poi essere scherniti dall’allenatore che li ha definiti “freddolosi” per essere usciti dopo i 90 minuti di gioco prima dei supplementari e senza che la società redarguisse il suo tecnico per l’infelice frase.
Dieci euro per la coppa Italia !!!
Che schifo.
Una società appena appena “furba” e rispettosa dei suoi clienti (marketing docet) avrebbe regalato tutta la competizione agli abbonati.
Ecco da ciò si può evincere che la Società è ormai regredita al più cupo Medioevo.
Uscendo da S.Siro ho avuto l’impressione che il nostro “inverno” sarà lungo, buio, inquinato, e senza nemmeno il luccichio delle luci natalizie.
Massimo”old-football”Puricelli
Castellanza(VA)