A livello puramente teorico, internet dovrebbe essere sinonimo di libertà. La libertà di accedere ad un quantitativo infinito di informazioni più o meno utili, e la libertà di poter comunicare con chi si vuole, quando lo si desidera, ovunque ci si possa trovare. Ma spesso accade che tra la teoria e la realtà, intercorra molto altro. In questo frangente parliamo della censura che alcuni Governi nel mondo portano avanti sulla rete. Anche se in alcuni casi, a contrastare questa privazione appunto della libertà, interviene la cifratura.

Internet: libertà vs censura
Nonostante alcuni pericoli oramai noti a tutti circa l’utilizzo di internet, la rete rappresenta per la popolazione mondiale una grandissima espressione di libertà. Ma purtroppo questo non è valido per tutti i Paesi, soprattutto per quelli che adottano forme di censura più o meno marcate. Attualmente nel mondo, sono stati individuati dei filtri sulle ricerche internet che abbracciano quattro differenti temi.

La maggior parte di queste realtà anomale si trova nel medio-oriente, dove non è difficile immaginare come i primi contenuti ad essere oscurati perché ritenuti critici siano quelli in ambito politico. Subito dopo, tra le tematiche oggetto di censura troviamo quella sociale, ma anche le notizie che riguardano la sicurezza o i conflitti. Il motivo di questi filtri è tanto ovvio quanto efficace: tenere sotto controllo l’opinione pubblica.

Persino i social media in alcuni casi sono obiettivi per la censura. D’altronde, se da una parte spesso le notizie che circolano in questi ambiti includono anche le fake news, è altrettanto vero che determinati episodi possono fare il giro del mondo in poche ore. E questi governi non si possono permettere di non avere il controllo proprio dell’informazione. Persino l’accesso a contenuti che possono fornire dei metodi per aggirare la censura, sono a loro volta censurati.

Cina, Indonesia, India, Russia, Turchia, Kazakistan, Corea del Sud e Uzbekistan si muovono proprio in questa direzione. Fortunatamente però, qualcosa sembra muoversi nel panorama mondiale. D’altronde se esiste qualcuno in grado di “progettare” forme di censura digitale, è lecito pensare che qualcun’altro possa tranquillamente ideare un metodo per aggirare queste restrizioni. Questo metodo in realtà esiste già. Parliamo delle VPN, delle reti private virtuali che tra i benefici offerti, offrono un modo per invalidare la censura.

VPN: cosa sono, e perché possono contribuire alla libertà di internet

VPN è l’acronimo di Virtual Private Network, ovvero reti virtuali protette. I benefici offerti dalle VPN sono molteplici, ma due in particolare risultano un ottimo metodo proprio per aggirare le forme di censura che in alcuni paesi vengono applicate. Le VPN sono delle reti che in linea teorica assomigliano a delle reti LAN tradizionali cablate, dove dall’esterno è impossibile entrare a meno di non avere appunto un collegamento fisico. In maniera analoga, le reti virtuali non permettono a soggetti terzi di poter accedere alle informazioni scambiate, grazie alla cifratura degli stessi.

Ma non finisce qui, perché l’implementazione di queste tecnologie di cifratura delle VPN, sta in realtà cambiando notevolmente quello che è il panorama della censura sul web. Le VPN recensite da VPNOverview permettono infatti di navigare in incognito, cosa che per chi è sottoposto a forme di censura quotidiana, torna decisamente utile. Questo è possibile grazie al fatto che accedendo alla rete attraverso una VPN, l’utente non comunicherà il proprio indirizzo IP, risultando dunque anonimo.

L’importanza della libertà su Internet

Le forme di censura della rete nel mondo sono più numerose di quanto si possa credere, ma negli ultimi anni qualcosa si sta smuovendo, e questo qualcosa sono proprio le nuove tecnologie che rendono sempre più difficile il lavoro dei censori. In questo panorama così complesso dunque, il ruolo fondamentale è giocato sempre più dalle grandi aziende hi-tech, che oramai hanno assunto il ruolo di “guardiani” di quella che è la libertà di espressione nel mondo, a cui nessuno dovrebbe mai rinunciare per forme ingiuste di censura.