L’ipnosi regressiva è una tecnica utilizzata nella psicoterapia sviluppata sulla base degli insegnamenti di Freud e Rank.

Questa tecnica è utile per scavare nell’inconscio di chi vi si sottopone per prendere coscienza di traumi e situazioni passate che, in un modo o nell’altro, hanno ancora ripercussioni sulla vita attuale.
Coloro che decidono di sottoporsi ad ipnosi regressiva lo fanno perché vogliono trovare le cause dei conflitti irrisolti e dei problemi che, in qualche modo, disturbano la vita quotidiana.
In questo articolo cercheremo di spiegarvi brevemente cosa è l’ipnosi regressiva, come viene praticata e quali rischi presenta, ma per maggiori informazioni consigliamo di leggere qualche libro che approfondisce la questione molto più di quanto non si faccia in questa sede.

Ipnosi regressiva: cosa è

L’ipnosi regressiva non è altro che una tecnica sperimentale usata nelle sedute psicoterapiche che consente di andare a ricercare le cause dei conflitti attuali nel passato.
Durante lo stato di trance il paziente riesce a tornare indietro nel tempo e recupera dei vissuti che appartengono a esistenze precedenti e che sono la causa dei conflitti presenti.
Secondo la legge del Karma, quello che ci succede è solo responsabilità nostra e dipende da come abbiamo agito in una vita precedente.
Riuscendo ad acquisire consapevolezza di ciò che è stato, potremo comprendere che la vita attuale ci sta in qualche modo educando.

Come si pratica l’ipnosi regressiva

In genere le sedute di ipnosi regressiva vengono effettuate ogni 15 giorni e seguono diverse fasi di ipnosi. Nella prima fase il paziente è accompagnato nel suo percorso attraverso dei suoni, la voce o mezzi visivi. In questo modo lo psicoterapeuta accompagna il soggetto lungo un percorso che lo aiuta a recuperare le sue risorse biologiche e spirituali.
Questa tecnica deve essere individuale proprio perché mira a guidare il paziente verso un recupero di esperienze passate, non sono quindi ammesse sedute di gruppo che farebbero venir meno l’obiettivo principale dell’ipnosi regressiva.

Ipnosi regressiva: quali sono i pericoli

Non tutti i pazienti di uno psicoterapeuta possono seguire un percorso di ipnosi regressiva. Tutto dipende dalla loro anamnesi e dalla loro storia personale.
Bisogna poi ricordarsi di verificare le qualifiche di chi effettua l’ipnosi perché non è una pratica che possa essere svolta senza un’adeguata preparazione.
C’è sempre bisogno di una diagnosi esaustiva da parte dello psicoterapeuta prima di poter accedere al trattamento, perché bisogna escludere i soggetti non idonei (circa il 20%). I bambini, gli adolescenti, i pazienti affetti da psicosi o in stato di depressione e coloro che assumono farmaci contro le convulsioni non dovrebbero seguire un percorso di ipnoterapia.
Quali sono i rischi per questa categoria di pazienti? I pazienti depressi con istinti suicidi potrebbero mettere in atto i loro propositi, i soggetti affetti da psicosi potrebbero subire una forte alterazione dello stato di coscienza, le donne in gravidanza vivono un periodo dove le emozioni sono già troppo amplificate, mentre bambini e adolescenti ancora non hanno ben sviluppato una buona struttura psicologica e potrebbero sentirsi disorientati.

Leggere per documentarsi è sempre importante.