Come recita il report del prestigioso Aspen Institute, pubblicato questo mese, nel 2017 il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca ha registrato una crescita del 3,9% a prezzi correnti e un forte calo in volume(-4,4%), dovuto in buona parte al crollo delle produzioni vinicole (-14,0%) e frutticole (-6,1%), in un contesto di rilevante incremento dei prezzi di vendita. I prezzi dei prodotti agricoli venduti sono risultati in forte rialzo (+6,2%) mentre i prezzi dei prodotti acquistati hanno segnato una crescita molto meno marcata (+1,6%); inoltre per il secondo anno consecutivo gli investimenti nel settore agricolo hanno registrato un recupero (+3,3% in valori correnti e +1,7% in volume) dopo la pronunciata contrazione degli anni precedenti il 2016.

Questo significa che ci si sta in modo chiaro e risoluto muovendo, come è universalmente risaputo, verso una costruzione del valore e della qualità piuttosto che verso la semplice produzione quantitativa in un settore che già oggi copre il 9% ma in un ottica di integrazione con il sistema turistico ricettivo potrebbe veramente garantire il “cuore” del nostro sistema competitivo.
Per tale ragione c’è bisogno di competenze organizzative e professionalità vere in grado di essere allineate alle sfide di mercato. Per il “Governo del cambiamento”, a trazione lega-cinque stelle, ciò rappresenta l’ideale banco di prova anche in ordine alla trasparenza degli schemi di opportunità gestionale.
In tal senso è certamente cruciale il ruolo dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) in quanto, anche attraverso società controllate, realizza servizi informativi, assicurativi e finanziari e costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese agricole e le loro forme associate, al fine di favorire l’informazione e la trasparenza dei mercati, agevolare il rapporto con il sistema bancario e assicurativo, favorire la competitività aziendale e ridurre i rischi inerenti alle attività produttive e di mercato.
Quanto ai criteri di opportunità gestionale sull’ISMEA, ritorna alla mente l’articolo del 16 marzo scorso di Stefano Sansonetti, giornalista de LA NOTIZIA, nel quale rilevava che “proprio in Ismea, negli ultimi tempi, ha trovato una bella sistemazione uno dei più stretti collaboratori dell’ormai ex ministro Martina, ovvero il vicecapo di gabinetto Vito Domenico Sciancalepore. Funzionario del ministero dal 2008 (prima all’ispettorato repressione frodi, poi all’ufficio legislativo), come emerge dal curriculum è stato presidente dell’Organismo interno di valutazione del dicastero, per poi svolgere nel corso degli anni numerose consulenze per enti pubblici (e non) come il Centro sperimentale di cinematografia, l’Autorità Anticorruzione e il Consiglio nazionale di notariato. A fine 2017, poi, ha partecipato a una procedura di selezione bandita dall’Ismea per un posto di dirigente di II fascia (“funzioni giuridiche”), prevalendo su altri sette candidati. Insomma, per lui un bel salto di qualità, perfezionatosi nel gennaio del 2018 (a Governo ormai archiviato).
Di sicuro all’interno dell’istituto una figura di riferimento è quella del direttore generale, Raffaele Borriello, in carica dal 2014 (da quando Martina è diventato ministro). E’ stato Borriello, per dire, a firmare la procedura di selezione per un posto da dirigente Ismea poi vinta da Sciancalepore, come detto già vicecapo di gabinetto dell’attuale reggente del Pd.” Inoltre, per avere ancor più chiaro il quadro, ad oggi, Vito Domenico Sciancalepore compare nel sito istituzionale di ISMEA con l’incarico dirigenziale di Capo Staff della Direzione Generale dello stesso Raffaele Borriello.
Altra zona grigia, nella quale ha giocato il direttore generale, Raffaele Borriello, è emersa nell’interrogazione parlamentare del 21 gennaio 2015, a prima firma della parlamentare Paola TAVERNA, nella quale si ricorda che “il 2 dicembre 2014 il consiglio di amministrazione di ISMEA, a cui ha partecipato il Ministro in indirizzo, ha nominato il dottor Raffaele Borriello nuovo direttore generale dell’ente; risulta agli interroganti che il dottor Raffaele Borriello è anche vice capo di gabinetto del Ministero Martina. Lo era certamente al momento della nomina e, a quanto pare, svolge tale incarico con particolare attenzione all’Expo Milano 2015; pertanto, il vice capo di gabinetto del Ministero e con delega all’Expo è stato nominato direttore generale di ISMEA ente vigilato; al di là di qualsiasi profilo formale e di carattere giuridico, appare politicamente quanto meno discutibile l’opportunità, oltre alla modalità di tale scelta”.
Questa è la situazione che il “Governo del cambiamento” si troverà ad affrontare anche in ordine agli obblighi di trasparenza e sue presunte discrezionalità, dove ad oggi un ulteriore zona grigia è rappresentata dalla mancanza di riferimenti consultabili in ordine alla tempo determinato dell’incarico dirigenziale conferito a Raffaele Borriello, il quale nel sito istituzionale dell’ISMEA, compare con contratto a tempo indeterminato glissando sulla durata del proprio incarico.