Ha suscitato un pandemonio la vicenda del campione di tennis Novak Djokovic.

Sbarcato in Australia per disputare il torneo del grande slam, con il passaporto provvisto di esenzione dalla vaccinazione anticovid (nel Paese dei wallabies è vietato arrivare senza aver sostenuto il ciclo completo di vaccinazione o essere guariti dal covid), senza, però, aver dichiarato espressamente se abbia effettuato l’inoculazione del siero o se guarito dalla patologia.
Trattenuto in un hotel dedicato alla quarantena per oltre 5 giorni dopo la revoca del visto da parte delle autorità, il fuoriclasse serbo è ricorso al tribunale competente.
Lo scorso lunedì è stata emessa la sentenza che ha sancito la riconsegna del passaporto e “rimesso in libertà” Novak Djokovic, dandogli, così, la possibilità di partecipare agli Australian Open in programma dal 17 gennaio.
E’ così terminata la vicenda ?
Niente affatto.
Il Governo australiano si è riservato di decidere se revocare il visto di ingresso e provvedere all’ espulsione di Djokovic (in tal caso sarebbe vietato l’ingresso per altri 3 anni).
La decisione dovrebbe giungere nelle prossime ore.
La vicenda è diventata una questione politica sanitaria che ha scatenato ogni sorta di commento.
Da quanto dichiarato dallo stesso tennista, avrebbe presentato l’esenzione in quanto contratto il covid lo scorso 16 dicembre.
Una dichiarazione che contrasta una serie di immagini in cui viene ritratto, in quei giorni, in una serie di manifestazioni pubbliche e di alcune interviste con la stampa estera.
Un comportamento irresponsabile e pericoloso che nessuno deve e può seguire, tanto meno un’ icona sportiva del calibro di Novak Djokovic.
E’ una caduta stile molto grave, non tanto per l’ annoso oltranzismo ideologico “no vax” del campione serbo (ogni persona è libera di scegliere di vaccinarsi o di non vaccinarsi), quanto per la violazione di regole e divieti per la salvaguardia della salute pubblica.
Delusione, più che rabbia è il sentimento che suscita tale condotta.
Djokovic un campione che si è contraddistinto non soltanto per i numerosi trofei conquistati, ma per molti atti di generosità e di sensibilità (tra le tante, un cospicuo assegno versato in favore degli ospedali di Bergamo durante la prima ondata di covid).
Tutti questi trionfi sportivi e non vengono offuscati e da una cecità ideologica senza senso.
E non è tutto.
Fosche nubi si addensano all’orizzonte.
Dopo aver ammesso di aver fornito errate dichiarazioni riguardo la compilazione del questionario covid consegnato all’ingresso in Australia, Djokovic rischia la reclusione fino a 5 anni e 3 anni di squalifica.
Una serie di penalità pesanti, ma non tanto quanto la caduta di stile di cui si è reso protagonista che rimarrà per sempre nella memoria di milioni di fans e di sostenitori.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)