E adesso che il portoghese non c’è più come giocheranno i bianconeri?

Dura lex sed lex. Dura legge ma (pur sempre) legge, quella del calciomercato che ha visto CR7 lasciare la Juventus per approdare nuovamente al Manchester United, con cui aveva già giocato dal 2003 al 2009. Dopo un triennio all’insegna del goal, il regno del portoghese con capitale Torino ha dunque avuto termine; era nell’ordine delle cose dopo tutto, nel senso che il campione era sbarcato in Italia perché voleva vincere la Champions League con un’altra maglia, e non c’è riuscito. Non certo per demerito suo, ma probabilmente perché intorno a lui non è stato costruito un gruppo stellare all’altezza di conquistare l’Europa che conta. Non solo, CR7 non ha mai legato con nessuno degli allenatori che si sono succeduti: con Allegri, con Sarri e infine con Pirlo non c’è mai stata alcuna alchimia, quella che ad esempio si era creata con Ancelotti ai tempi del Real Madrid. Nel calcio può succedere, per carità, e può anche succedere che una super star non si senta coccolata a dovere e dunque decida di emigrare altrove, come nel caso di Cristiano Ronaldo protagonista di un “giallo poliziesco” di calciomercato che sembrava non aver mai fine. Stando così le cose ci chiediamo: come sarà la nuova Juventus senza CR7?

L’”ingombrante” Cristiano Ronaldo   

Se un da un lato non disporre del portoghese è un’ottima notizia, almeno per Dybala e Chiesa che avranno più possibilità per mettersi in mostra e fare male avendo la palla tra i piedi, dall’altro, quello meramente statistico, è una piccola/grande tragedia a tinte bianconere. Se guardiamo ai freddi numeri notiamo infatti che CR7 in 3 anni a Torino ha segnato la bellezza di 101 goal! Non certo bruscolini, ma una miriade di palloni pesanti insaccati alle spalle dei portieri avversari, che in campionato hanno fruttato ben 33 punti. Questo super campione sarà anche stato un accentratore di gioco, ma il suo apporto è stato fondamentale, soprattutto in Serie A, e lo sarebbe stato ancor di più quest’anno non solo in termini di segnature ma anche considerando che i tifosi sarebbero accorsi in massa allo stadio pur di vederlo. Sarebbero, appunto, visto che ormai CR7 è tornato a “casa”, come sostiene il post pubblicato su Instagram da parte del Manchester United che riabbraccia il figliol prodigo portoghese dopo il suo peregrinare durato 12 anni. Se i tifosi bianconeri non stanno saltando di gioia dopo questo pesante addio, di certo Allegri non si sta strappando i capelli, perché finalmente potrà costruire una Juventus più libera di giocare a calcio inteso come sport di gruppo. Con Cristiano Ronaldo c’erano poche possibilità di sfruttare gli inserimenti dei centrocampisti e poche possibilità di coinvolgere gli altri attaccanti nella costruzione della manovra; in parole povere il 5 volte Pallone d’Oro dettava legge dalla trequarti in su, e questo pesava sui destini bianconeri. Crediamo che l’allenatore toscano d’ora in avanti non solo responsabilizzerà maggiormente alcuni suoi calciatori, tra cui il pupillo Dybala, ma chiederà anche alla squadra di sfruttare con più frequenza le fasce spostando il pallone da destra a sinistra e da sinistra a destra. Con CR7 questo non era possibile, perché quando si faceva vedere tutti erano come costretti a consegnare a lui la sfera sperando inventasse qualcosa.

Se il buongiorno si vede dal mattino…

È facile sostenere che l’addio di CR7 è un avvenimento tragico, sportivamente parlando si intende. La Juventus senza di lui ha infatti perso clamorosamente contro l’Empoli, e senza di lui dal primo minuto ha pareggiato contro l’Udinese. Crediamo che tutto ciò sia normale, perché negli ultimi 3 anni la Juventus ha vissuto delle magie del portoghese, che toglieva le castagne dal fuoco quando le cose in campo non giravano per il verso giusto. Ci vorrà del tempo prima che i bianconeri reimparino a giocare da squadra, privi come sono oggi della loro stella. La buona notizia è che la rosa è di qualità ed è attrezzata per vincere il campionato, mentre la cattiva notizia è che non sarà facile imbastire una nuova manovra più fluida, più imprevedibile e meno dipendente dai colpi di un singolo.