Gli scenografici e straordinari sotterranei di Palazzo Tarasconi a Parma, restituiti alla città ducale dopo un’importante opera di restauro che ha coinvolto tutto l’edificio, ospitano fino al 30 agosto una mostra che ha per sottotitolo “Dare voce alla natura”.

Incorniciate e protette dalle suggestive volte, si trovano esposte 15 opere plastiche di Michele Vitaloni, lo scultore iperrealista, rappresentante della Wild Art, che, poste in posizioni strategiche, sembrano fare visita ai 83 dipinti e 4 sculture, tra autoritratti, paesaggi, raffigurazioni di animali selvaggi e domestici di Antonio Ligabue. 

Michele Vitaloni e la sua Zebra

Una particolare empatia verso il mondo naturale e animale accomuna i due artisti, infatti è dal mondo della natura, nato prima dell’uomo e che all’uomo, suo ospite, è destinato a sopravvivere, che entrambi gli artisti appaiono inesorabilmente attratti.
Gli animali feroci visti da Ligabue bambino in rare visite ai circhi itineranti di provincia o ricercati nelle figurine Liebig tanto famose ai suoi tempi e studiati in modo quasi ossessivo, diventano i protagonisti dell’immaginario in scene spesso raccapriccianti, mentre Vitaloni nelle vere giungle africane e sudamericane c’è andato e riandato, più e più volte per anni, attivamente impegnato nella salvaguardia proprio degli animali che costituiscono la sua fonte d’ispirazione. E’ la figura animale selvaggia ad affascinare entrambi gli artisti ma mentre Vitaloni ne riflette la bellezza e la dignità, quasi a esaltare la parte selvatica della natura umana, Ligabue ne enfatizza la forza drammatica in una sorta di “espressionismo tragico”. 

Un ghepardo dipinto da Ligabue e un margay scolpito da Vitaloni

“Vitaloni si è voluto misurare nella raffigurazione di animali selvatici nella loro  superba bellezza.” Dice di lui Fulco Pratesi. “Rinoceronti in grandezza naturale, bassorilievi intessuti di musi, carapaci, becchi, code in dinamica composizione, insetti impegnati in accaniti duelli, teste di leone con le loro folte criniere.”
Le opere sia di grandi, sia di piccole dimensioni, sono Life Size, corrispondono cioè alla grandezza che animali o insetti hanno in natura e, curate nei minimi particolari, sono dipinte ad olio e completate da inserti in diversi materiali.  Differente è in realtà la loro struttura che è in bronzo per le sculture più piccole mentre è in pasta legno per quelle più grandi o le gigantesche, create secondo un’antica tecnica usata per realizzare marionette o statuine del presepe. La pasta di legno, per lo più di tiglio, si modella come la creta e, una volta solidificata e indurita, viene scolpita prima di essere rifinita con pittura ad olio. Molti anni sono passati da quando, in occasione di una sessione d’inanellamento di vilatili limicoli, durante il suo servizio civile nell’oasi del WWF ad Orbetello, aveva creato in cartapesta e colori a tempera i primi uccelli da richiamo, belli da sembrare veri.  Più di cinquanta sono ormai le sue mostre in tutto il mondo, compresa una sua presenza alla Biennale di Venezia, sempre all’insegna del “Dare voce alla natura” e fino al 31 luglio alla Galleria Biffi Arte a Piacenza ci sarà la mostra “Il Segno Geniale” dove la ricerca attenta del dato naturalistico di Vitaloni può dialogare con elaborazioni grafiche tratte da esemplari disegnati a penna  e inchiostro da Albrecht Dürer. 

I leoni dei due artisti a confronto

“Le sue teste di animali, che sono come trofei di un grande Safari condotto nell’immaginario”, scriveva Giorgio Celli di Vitalonisono ispirate a un realismo che sembra volere andare al di là di se stesso, per ingranarsi nei mulini dell’onirico.”
“Le poderose sculture iperrealiste”, come le aveva definite Dario Presenti, si trovano vis à vis con la drammaticità delle opere di Ligabue che sono l’espressione della vita stessa del grande pittore della Bassa, quando, bollato come “diverso” per le sue stranezze, unite al carattere sempre più difficile, aveva trovato nel dipingere la sua ancora di salvezza. 

Nella ghiacciaia di Palazzo Tarasconi la Schiusa dell’uovo di Vitaloni e autoritratti di Ligabue

Quasi un messaggio di speranza, davanti ad alcuni autoritratti di Ligabue, dove con grande dignità l’espressione quasi pietrificata con gli occhi sgranati sembra voler catturare lo sguardo e l’attenzione dell’interlocutore e manifestargli il proprio malessere, è stata posizionata la scultura di Vitaloni “La Schiusa dell’Uovo”, che simboleggia l’invito a una rinascita, a un nuovo mondo dove non ci sia posto per angoscia, isolamento e dolore.

di MARIA LUISA BONIVENTO

LIGABUE E VITALONI. Dare voce alla natura
Mostra curata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi

Fino al 30 agosto
Parma Strada Farini 37
Orari: martedì-domenica, 10.00-19.30

IL SEGNO GENIALE
Mostra curata da Susanna Gualazzini
Fino al 31 luglio

Piacenza Galleria Biffi Arte Via Chiapponi
Orari: martedì, venerdì, sabato 10,30-19,30
mercoledì 15,30-19,30, domenica 15-19.