Ieri sono stati effettuati decine di fermi da parte della Polizia di Stato nei confronti di cittadini salvadoregni appartenenti alla gang giovanile Barrio 18 una delle bande latine presenti a Milano tra le più pericolose e violente che da anni imperversano in alcuni quartieri della città.
Gangs latine emuli di quelle presenti da decenni a Los Angeles e in altre città statunitensi.
L’accusa nei confronti dei 14 arrestati è di associazione a delinquere, rapina, tentati omicidi, traffico di droga, aggressione, ricettazione, lesioni, porto e detenzione di armi.
Una serie di reati gravi perpetrati nel corso degli ultimi anni.
Un fenomeno, quello delle gangs latine, ormai noto alle cronache da molti mesi che ha suscitato un elevato clamore dopo l’aggressione immortalata dalle telecamere di sicurezza del capotreno delle ferrovie Nord Milano lo scorso giugno da parte di un’altra banda di latinos denominata MS13 che a colpi di machete aveva quasi staccato il braccio del ferroviere “reo” di aver chiesto l’esibizione del biglietto ad uno di loro alla stazione di Villapizzone nell’ Hinterland milanese.
Ma quello fu solo la punta dell’ iceberg del triste fenomeno criminale che si sta espandendo sempre più in diverse città italiane.
Un pericolo emergente che rischia di trasformare i nostri quartieri in ghetti fuorilegge dove regna la paura e il potere imposto dagli affiliati delle bande che hanno come loro primario obiettivo il controllo del “loro territorio” e la supremazia conquistata con violenza e intimidazione nei confronti non solo dei cittadini, ma anche e, soprattutto, nei confronti delle altre gangs antagoniste.
Se negli Stati Uniti e in America Latina questo triste e pericoloso fenomeno è noto da decenni, in Italia sta prendendo piede da qualche anno.
Visto il suo proliferare con l’elevato rischio di trasformarlo in endemico, una serie di domande sorgono spontanee.
Questi delinquenti seriali appartenenti ai vari raggruppamenti identitari che nazionalità hanno?
Hanno ottenuto la nazionalità italiana perchè sono nel nostro Paese da più di 10 anni e hanno scelto di diventare “Italiani”?
Se vivono in Italia con un regolare permesso di soggiorno per ragioni lavorative che lavoro “regolare” svolgono, visto che tutto il giorno sono dediti a reati così efferati?
Oppure appartengono a famiglie i cui genitori lavorano onestamente?
E risiedendo nella stessa abitazione i loro “inconsapevoli genitori” non si chiedono da che provenienza giungano gli oggetti di lusso e i soldi che ostentatamente esibiscono i loro figli, visto che sono inoccupati?
Anche loro non vedono, non sentono e non parlano come i componenti e fiancheggiatori delle nostre autoctone organizzazioni criminali ?
Evidentemente hanno appreso velocemente quanto di peggiore ci sia nel nostro Paese.
Ebbene, visto l’escalation di questo fenomeno e la necessità di porvi un celere rimedio ad una non voluta integrazione da parte di costoro il cui unico fine è l’ organizzazione di associazioni dedite alla violenza (stesse “consuetudini” dei loro Paesi d’origine), alla sopraffazione, al facile guadagno frutto di reati gravi, sebbene non manchino le solite litanie degli immancabili “buonisti” (udite anche in questi giorni) che colpevolizzano la società italiana per la scarsa propensione all’inclusione delle nuove etnie immigrate, nei confronti , partiamo da alcuni punti basilari.
Se questi criminali sono italiani allora le “patrie galere” dovranno ospitarli per molti anni visti i reati contestati con pene certe e senza sconti.
Se, invece, questi criminali sono in Italia con un regolare permesso di soggiorno, vengano fatti accordi con i loro Stati di origine per far scontare le pene presso le case circondariali dei loro Paesi.
Sarebbe un vero ed efficace deterrente per nuovi potenziali accoliti con spirito di emulazione (le loro galere non sono residence a tre stelle con benefits vari, ma sono “gironi infernali”).
Infine, facendo un passo indietro, se tali “signori” non possedevano alcun documento regolare per la permanenza nel nostro Paese per quale motivo non sono stati espulsi coattivamente ?
Perchè se erano in Italia e non svolgevano alcun tipo di lavoro è logico che la loro “fonte” di reddito non poteva che essere di stampo delinquenziale.
Sono domande semplici che ogni onesto e probo cittadino si pone ma che evidentemente non comprende chi ha il dovere di garantire la sicurezza in Italia.
Se questo è lo stato di diritto che vige nel nostro Paese il futuro sarà caratterizzato dall’ “impero” dell’anarchia assoluta.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)