I rappresentanti politici che si autodefiniscono progressisti, che seguono pedissequamente le linee guida dettate dalle istituzioni europee, che hanno “sposato” la linea dell’austerity, che ritengono inevitabile l’invasione di centinaia di migliaia di immigrati (tanto da non prendere in considerazione nemmeno il pericolo di infiltrazione terroristica), che magnificano la globalizzazione, loro assoluto e supremo totem a cui riservano una costante adorazione, basano questi loro concetti ideologici su elementi di modernità, di avanguardia, il tutto considerato inevitabile, diretto verso una “direzione di marcia” ineludibile, un inevitabile “destino” a cui non vi è scampo.
“Non ci sono alternative” è il refrain che ci ripetono meccanicamente, e coloro che non si adeguano o che non capiscono, o che si ribellano a questo pensiero unico vengono definiti anacronistici, retrogradi, che saranno spazzati via dalla strabordante “nouvelle vague”.
Ebbene, credo sia necessario ricordare ai progressisti , magari un po’ radical chic, che queste ideologie, questo inevitabile destino, questa onda impetuosa erano i fondamenti di un noto movimento filosofico, artistico, culturale e politico di inizio Novecento: Il Futurismo.
Mi permetto di ricordare che il Futurismo si sviluppò in un periodo storico di grande rinnovamento e di spiccata evoluzione, che riteneva di dover fare “tabula rasa” di tutto ciò che non era in linea con i suoi ideali, tutto quello che i loro esponenti consideravano vetusto.
Peccato, però, che questo impeto, questa saccenza, questa presunzione di onnipotenza fu l'”humus” di tutti totalitarismi di quel secolo da cui scaturirono le due guerre mondiali.
Molto sommessamente, mi permetto di essere considerato anacronista, vetusto, ma libero nel pensiero, non omologato, e non partecipante al pensiero unico; perchè il pensiero unico, l’ideologia unica, “l’inevitabile destino” del futuro imminente porta spesso alla distruzione, alle tragedie, all’ annichilimento dell’uomo. Io dico NO , io voglio essere libero nel pensiero e nel costruire il mio destino.
Massimo Puricelli
Legnano(MI)