La siccità e le alte temperature che colpiscono l’Italia ma non solo, è una delle tante conseguenze della globalizzazione

L’anomalia climatica è solo un delle storture della globalizzazione.

Nell’area del bacino del Po in Piemonte gli ultimi dati rivelano che nel 2022 la siccità ha toccato un livello che mai era stato raggiunto dal 1802.

Da circa 25 anni, o meglio, da dopo la caduta del Muro, i vecchi comunisti, trasformatisi i democratici con varie declinazioni unitamente all’elite finanziaria globalista hanno concretizzato una novelle vague del fu progetto datato 1917, ovvero l’internazionale comunista, che prometteva il potere del proletariato, ma in realtà, era il potere autocratico di poche persone del comitato del partito-stato. Una nuova “creatura” edulcorata e intrisa di buoni propositi che vide i rappresentanti “liberal” quali, Clinton, Blair, Delors, Prodi, Kolh, ecc. che hanno voluto e cercato di trasformare la Comunità Europea nell’Unione Europea cioè una Nazione non di stampo federale come era nelle intenzioni dei “redattori” del Manifesto di Ventotene.

Un’ Unione che dal 1992 ha imposto la sua autorità legislativa ed amministrativa svuotando sempre più di autorità i parlamenti e i governi nazionali. Una “strada” che, inoltre, ha portato negli anni, ad assegnare un “ruolo” ai vari Stati membri.

I Paesi del Nord, finanza, manifattura, patria dell’austerità, quelli mediterranei, l’Italia la Grecia , la Spagna i “luna park” del Continente ma anche del Pianeta.

Un luna -park basato su turismo e enogastronomia. Certamente la manifattura italiana non è stata eliminata completamente rimanendo ai primi posti del Continente, ma è stata fortemente ridotta e rischia una debacle totale.

Una deriva che ha prodotto la continua e sempre maggiore eliminazione dei valori e delle eccellenze sviluppatesi nel secondo dopo guerra, come l’industria manifatturiera, il welfare, i diritti sociali inculcando nella popolazione che si debba e si possa vivere solo e soltanto in funzione di vacanze e ristorazione.

Per fare ciò ecco la delocalizazione di intere catene produttive nello Stato che si è voluto permettere che diventasse la fabbrica del mondo, la Cina.

La Cina, stranamente un Paese comunista …

I valori che in questi 25 anni sono stati il faro della nostra vita e del nostro Paese sono stati, il divertimento o meglio o sballo totale, e come unico scopo i viagg,i le vacanze.

Del resto, come è ben descritto nel libro del Professor Ricolfi, “La società signorile di massa”, è stato tramandato, o meglio imposto, il concetto che siamo tutti “signori” con l’ input di svolgere un’esistenza simile ai “signori” della vecchia borghesia novecentesca, seppur non si posseggono le risorse e non si crea produzione e reddito. Il mantra seguito pedissequamente è quello delle spese voluttuarie, facendo ricorso ai risparmi delle generazioni precedenti quando l’Italia creava “vero” e “fortificato PIL e welfare.

Edonismo all’ennesima potenza, con la massima soddisfazione dei burocrati di Bruxelles, dei neocomunisti, pardon , new-dem, e delle multinazionali.

E così ecco che la società italiana, per alcuni sociologi potrebbe essere rappresentata come una piramide.

Forse sarebbe più rappresentativa come il numero cardinale 8, dove il cerchio più alto sono i cittadini con una fonte di reddito sicura (lavoro a tempo indeterminato con doppio reddito di marito e moglie, oltre al supporto di genitori e suoceri) e il cerchio più basso che rappresenta coloro che non lavorano, che sono precari o i percettori di pensioni minime. Due cerchi adiacenti che si ingrossano sempre più.

Tale fotografia sociale non può che portarci verso una società in stile USA anni 20/30 del XX secolo con povertà dilagante, nessun ammortizzatore sociale, città invivibili e conflitti sociali estremizzati. Un inferno da cui gli USA ne uscirono dopo la Depressione 1929  grazie alle politiche economiche e sociali di F.D.Roosevelt, il New Deal.

L’ applicazione delle terorie keynesiane, per uno Stato sociale e la difesa della persona.

Nonostante il “luna park Italia”, le lagnanze della vita quotidiana di noi cittadini abbondano senza essere in grado di darci delle semplici risposte al nostro disagio.

La sicurezza nelle nostre città, la criminalità, lo spaccio della droga, ma una domanda dobbiamo farcela, quanto è elevata la domanda di sostanze stupefacenti ?

Problema epocale quello dell’immigrazione, della mancanza di lavoro o meglio di un lavoro sottopagato svilente, ma quanto è elevata la domanda del delivery-food, dell’assistenza sanitaria domiciliare?

Si sono creati due opposte fazioni sulle tematiche lavorative.

Da una parte coloro che sostengono che noi italiani non vogliamo più svolgere certe mansioni considerate degradanti, e l’opposta fazione che sostiene il pagamento di salari miseri, senza contributi pensionistici, senza tuteli e con orari di lavoro estenuanti.

Come spesso accade la verità sta nel mezzo.

Vero è che il nostro ammirato e invidiato welfare è stato attaccato e colpito da UE e dalle nuove teorie globaliste oltre che da un male annoso che corrode il nostro Paese da decenni; evasione fiscale e corruzione.

Quanto si è tollerato e si tollera un’evasione fiscale ammontante a 120 miliardi di euro annui ? Le tasse sono troppo alte, sorge il dubbio che non si voglia abbassarle in maniera equa per non inimicarsi i vari bacini elettorali dove vengono attinti i voti (pochi visto l’affluenza) e le preferenze.

Un attuale esponente di Governo ha affermato non molti giorni fa, dopo la tragedia di Cutro, che si possono “formare 500mila stranieri per le nostre industrie e i nostri servizi”.

Una domanda è necessaria.

I milioni di disoccupati, inoccupati, precari in cerca di un’occupazione stabile e dignitosa con un bagaglio scolastico e culturale di livello, magari universitario, o secondario superiore, ma non specifico o con esperienza in altri settori, non potrebbero essere i destinatari di tali corsi di aggiornamento e formazione ?

Una domanda semplice, senza alcun substrato razzista o xenofobo, ma solamente una sottolineatura di quanto quei cittadini abbiano speso in soldi, tempo e vita, per gli studi scolastici superiori, e quanto lo stesso Stato abbia investito su di loro, in strutture, insegnanti, il tutto con il pagamento delle imposte versate dalla collettività.

Partire da questa genere di “riqualificazione e neoformazione per i nostri diplomati e laureati per comprendere realmente quanti immigrati siano necessari per i vari settori economici del nostro Paese.

Ritornare al passato ?

No, del resto, non esiste più l’Italia che Alessandra Panaro, attrice dei film in bianco e nero della commedia degli anni 50, definiva come profumata di “campagna e sogni ingenui”, ma è necessario una totale e urgente moderazione di tutte quegli estremismi che il demone globalizzazione ha iniettato nella nostra società.

Anche in ambiti più “faceti” come lo sport professionistico, noi italiani, popolo di tifosi, ci lamentano del “nuovo calcio”, che sarebbe meglio definire entertainment, per gli orari delle partite i prezzi dei biglietti, degli abbonamenti alle pay.tv, ma non boicottiamo tali storture che hanno immolato sull’altare del business la passione centenaria pallonara. Un calcio costruito da procuratori senza scrupoli, mercenari senza dignità, con il traffico dai Paesi africani di “nuovi schiavi” che in alcuni Stati vengono naturalizzati nei centri federali creati a tal scopo per dare lustro alle nazionali, un entertainment pallonaro con tifosi trasformati in clienti fidelizzati con tanto di liste attesa per poter sottoscrivere un abbonamento stadio (nemmeno fosse la Prima alla Scala).

Si dirà cosa centra tutto questo con il clima?

Il clima è solo un aspetto di quello che è la società oggi.

Prima questione, il problema demografico mondiale.

Se si analizzano i dati della crescita demografica di molte Nazioni come Cina, Egitto, Iran Pakistan, India, Nigeria, Algeria, ecc. si potrà comprendere quale divario si è creato in termini numerici tra Paesi ricchi e Paesi poveri.

Siamo arrivati a 8 miliardi di persone sul Pianeta, un peso insostenibile in fatto di consumi, inquinamento, sanità, consumo di risorse. Conseguentemente è inevitabile la distruzione dell’ecosistema per la produzione di prodotti agricoli e di allevamento di animale da carne fonti primarie dell’inquinamento, del consumo di acqua potabile, dello stravolgimento del clima (ecco perchè vogliono proporci insetti e farine di larve e similari come nuova fonte proteica).

Ma la questione demografica o per dirla in maniera politicamente scorretta, il controllo demografico, è un argomento tabù che solo pochi studiosi lo sostennero con dati oggettivi come il professor Sartori.

Tabù per ideologia o religione.

Con un numero così elevato di popolazione mondiale l’immigrazione di massa è inevitabile e non gestibile tanto più se è diretta in un continente con una densità di popolazione come il nostro e con tutte le conseguente in ambito sociale economico, climatico e sanitario immaginabile.

E’ facilmente comprensibile quale sarà l’impatto in fatto di inquinamento, di consumo di risorse di cibo e di servizi.

In più è un’ immigrazione “indotta” dal impatto egemonico della Cina sul continente africano e in medioriente (non più tardi di qualche giorno fa è stato sancito l’accordo tra Cina Iran e Arabia Saudita per incrementare il suo espansionismo con la Via delle seta). Di più.

Per la crisi energetica del gas dopo l’inizio della guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia ci siamo “legati” all’Algeria che guarda a caso, è legata economicamente e politicamente alla Cina ed è il Paese più “lontano” del Magreb ai Paesi occidentali con mire espansionistiche nella Tunisia devastata di questi mesi. Da ultimo l’accordo della potenza cinese con l’Honduras che era uno dei pochi Stati che riconosceva come Nazione, Taiwan. Un altro tassello per far rientrare nell’ orbita del dragone un ennesimo Paese emergente.

La Cina fonte di tutti i mali del mondo? No, ma una delle maggiori responsabili, insieme alle elite che dominano questo Pianeta di cui il Paese del dragone è un alleato in termini economici e finanziari.

Cina che nessuno conosce quanto stia facendo in ambito climatico nel continente africano con la  geo-ingegneria come è accaduto anni fa in Tibet dove furono eseguiti esperimenti per modificare gli eventi atmosferici con il piano denominato “Centro di cambiamento del tempo dell’amministrazione meteorologica”.

E’ un segreto assoluto come gli esperimenti nucleari.

Un espansionismo che a detta di molti cittadini di quei Paesi è notevolmente peggiore di quanto fece il colonialismo ottocentesco perchè depreda ogni risorsa, riducendo l’autosufficienza alimentare al minimo, oltre all’ omologare quelle popolazione allo stile di vita consumistico; del resto è un mercato in espansione (si ritorna alla questione del boom demografico).

E noi accettiamo tutto questo, barattando il nostri futuro per i nostri viaggi con voli low-cost che inquinano più di centinaia di migliaia di veicoli a combustione interna, che ci costringeranno a cambiare per auto elettriche alimentate da batterie cinesi!

Sono loro i colpevoli di quanto accade alle nostre latitudini in fatto di clima? E’ , invece, una causa naturale? Entrambe le cose, certo è che gli eventi estremi sono aumentati e il futuro è alquanto preoccupante.

E poi unitamente alla questione climatica vi è la questione sanitaria.

La Cina da dove si è diffusa la pandemia di Covid.

Dopo più di 3 anni i dati originali sull’origine del virus non sono stati comunicati dal governo cinese; c’è il più estremo ostracismo.

Alcuni sostengono che il covid sia un complotto per annichilirci per renderci schiavi con un regime sanitario.

Negazionisti, no-vax, complottisti, lasciamoli alle loro fantasie oniriche, la realtà è purtroppo quella del nuovo secolo improntato alle pandemie.

Due aspetti.

IL Covid purtroppo c’è ancora e per milioni di cittadini fragili, anziani, immunodepressi e i loro conviventi è un grave pericolo.

Un pericolo perchè non ci sono nuovi vaccini che proteggono dal contagio e non ci sono medicine che curino l’infezione.

Ecco, i negazionisti diranno che è la prova del complotto.

No, è solo la mancanza di risorse per la ricerca già vessata da una burocrazia inconcepibile.

I vaccini attualmente in uso non proteggono dal contagio perchè sono stati sviluppati secondo la piattaforma tradizionale per patogeni che hanno un’incubazione che dura parecchi giorni e che si non si replicano velocemente nelle mucose del naso e della gola. Da qui, la necessità di progredire con i nuovi vaccini e le nuove metodologie unitamente ad antivirali ad ampio spettro per evitare nuove pandemie.

Una tesi espressa più volte dal Professor Rappuoli, direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena, progetto strategico nazionale che ha come scopo quello di combattere nuove , future pandemie.

Così come la “strada” intrapresa dal professor Stellacci del Politecnico di Losanna che è da alcuni anni ricerca antivirali ad ampio spettro per ogni genere di virus, sulla stregua di quello che accadde il secolo scorso con la scoperta degli antibiotici da parte di A.Fleming per le infezioni batteriche.

Ma del resto dopo la produzione dei primi vaccini sviluppati in soli 8 mesi grazie alle risorse messe  disposizione dai vari governi per salvare la vita di milioni di persone la ricerca attuale è stata abbandonata perchè avere 200 morti a settimana per ogni nazione, è un dazio che si può pagare con buona pace dei morti e dei loro famigliari, senza pensare che in molti casi i “fragili” che passano a miglior vita, sono il sostegno di molti giovani e meno giovani che non percepiscono un reddito, Sono il welfare di quelle famiglie, un “welfare famigliare” e che evita un conflitto sociale devastante e dirompente per il nostro Paese.

Un abbandono della ricerca medica farmacologica incredibilmente stupido dopo quanto accadde con la SARS del 2003.

Si interruppe perchè i Governi considerarono le malattie infettive non un pericolo per il genere umano e per l’economia del Pianeta.

Sconcertante se si pensa che l’ aspettativa di vita è aumentata grazie alla sconfitta di malattie infettive nel XX secolo.

Sconcertante anche l’abbandono dell’ utilizzo di sistemi di areazioni per ambienti chiusi per abbattere la cosiddetta “airborne trasmission” la trasmissione tramite particelle aerosolizzate del patogeno che, fin da inizio pandemia fu segnalato da decine di ricercatori e ingegneri, tra cui, il Professor Buonanno dell’università di Cassino. Una segnalazione che metteva in risalto la necessità di approccio multidisciplinare nella lotta alle pandemie. Una tesi adottata, seppur tardivamente anche dall’ OMS.

Nonostante tutto ciò, per la pandemic fatigue, per una decisione politica internazionale, il covid è stato azzerato dall’opinione pubblica senza sapere se sia nato in laboratorio o sia una zoonosi,

Qualunque sia l’origine un fatto è certo, anche questa come altre pandemie sono il frutto della globalizzazione selvaggia e della mancanza di “ribellione” a questo dettame da parte dei cittadini.

Se fosse una fuga dal laboratorio il segreto fatto calare dal regime cinese nasconde anche le collaborazioni di alcuni ricercatori che collaboravano con il laboratori cinesi dove si effettuavano si effettuano ancora esperimenti pericolosi e vietati nei Pesi occidentali, grazie al lassismo globalista.

Se fosse una zoonosi, l’impatto del genere umano sull’ambiente senza più il controllo esercitato dalle frontiere ha portato a questi drammi e ne genererà altri.

Del resto è sempre una questione politica anche la sanità.

Basti pensare a quante malattie “sono orfane” di medicinali e che gli investimenti necessari non vengono allocati perchè non ci sono “ritorni” in profitti e fluttuazioni delle azioni borsistiche.

Clima, pandemie, povertà, immigrazione.

Una dedalo intrecciato in cui la globalizzazione è una causa predominante.

Urgono soluzioni immediate per il futuro del nostro Pianeta.

Arriveranno?

La speranza rimane se non altro per l’istinto di conservazione che ha contraddistinto il genere umano , ma che in questi ultimi due decenni è alquanto scemato, soppiantato dal “nuovo totem” rappresentato dal Luna park turismo e enogastronomico.

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Massimo Puricelli
Castellanza (VA)