Il mercato immobiliare in Italia è dominato da prezzi delle case in vendita che si stanno sempre più orientando verso la stabilizzazione. Chi affitta, invece, chiede cifre spesso insostenibili (a dimostrarlo ci pensano le recenti proteste degli studenti che hanno la necessità di trovare alloggi in grandi città universitarie come Milano).

A mettere in primo piano questi dati ci ha recentemente pensato un’indagine condotta da Bankitalia, che ha preso in considerazione, fra il 3 aprile e il 4 maggio 2023, le rilevazioni di 1458 agenti immobiliari.

Il sondaggio, condotto in collaborazione con Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate, ha portato alla luce il fatto che, per quanto riguarda le quotazioni degli immobili in vendita, circa il 60% dei professionisti intervistati parla di una situazione all’insegna della stabilizzazione.

Si tratta di una svolta importante se si considera il fatto che, nel 2022, i prezzi delle case nel nostro Paese sono cresciuti e non poco a causa dell’inflazione, portando molte persone a rimandare la decisione di acquisto.

Un’altra tendenza emersa nel 2022 riguarda il focus, sempre più rilevante, su fonti specializzate per quanto riguarda la ricerca degli annunci. Sono sempre di più le persone che, per evitare brutte sorprese o per trovare soluzioni con un buon rapporto qualità – prezzo, passano in rassegna i dettagli delle case in vendita su ImmobiliOvunque.it e altri portali caratterizzati esclusivamente dalla presenza di annunci pubblicati da agenzie immobiliari.

Canoni in rialzo

Come sopra accennato, la richiesta di appartamenti in affitto è aumentata. L’aumento dei tassi di interesse, risposta fisiologica della BCE al quadro inflattivo, ha di fatto congelato, in molti casi, la decisione di fare il grande passo dell’acquisto.

Accanto a questo dato, è possibile chiamare in causa quello del notevole rialzo dei canoni. Secondo quanto emerge dal sondaggio sopra menzionato, la maggior parte degli agenti ritiene che, nel prossimo futuro, il trend in questione proseguirà.

Entrando nel vivo dei dati dell’indagine, è doveroso soffermarsi sulla forbice evidente tra la percentuale di agenti immobiliari che prospetta un calo e quella che, invece, parla di un aumento. Si parla di una differenza superiore al 45%.

Oltre all’incremento dei canoni, è da segnalare la riduzione dello stock immobiliare. Dal primo trimestre del 2022 al medesimo periodo di quest’anno, è diminuito del 28% e oltre. Il motivo? La cannibalizzazione da parte degli affitti brevi che, dal punto di vista del rendimento e dell’impegno necessario, nelle grandi città soprattutto risultano più convenienti rispetto alle locazioni a lungo termine.

Se si tiene conto del fatto che il rendimento medio di un appartamento in affitto è compreso fra il 5 e il 7% e che viviamo in un periodo in cui la tassazione pesa su gran parte dell’introito, è facile comprendere il successo degli affitti brevi, tornati a macinare numeri notevoli dopo lo stop della pandemia.

Case in vendita: le prospettive per i prossimi mesi

Gli occhi sono ovviamente puntati anche sui prezzi delle case in vendita per i quali si prevede, ora della fine del secondo trimestre dell’anno, l’aprirsi di una tendenza ribassista. Per quel che concerne, invece, le domande di acquisto, la situazione è in netto peggioramento.

Un agente su tre che ha partecipato al sondaggio, ha sottolineato la crescente difficoltà di accesso al credito sia da parte delle famiglie, sia per i single. Numeri alla mano, non si vedeva una situazione di questo tipo dal 2015.

Una percentuale rilevante degli agenti che hanno partecipato all’indagine oggetto di questo articolo, ha sottolineato che l’andamento crescente dell’inflazione potrebbe avere effetti negativi ancora per molto tempo sulle domande di accesso ai mutui e all’acquisto di casa.

L’orizzonte di peggioramento della domanda andrà avanti, secondo i professionisti che si sono prestati alle domande del sondaggio, almeno per i prossimi due anni.