Milano con l’acqua vuol dire riaprire i Navigli nel cuore della città

Senza andare a scomodare l’antichissima scienza orientale che porta il nome di Feng Shui che vedeva dipendere la fortuna di un luogo dai suoi corsi d’acqua, si potrebbe immaginare Parigi senza la Senna, Londra senza il Tamigi o Amsterdam, Berlino e Vienna all’asciutto?
Ebbene, anche Milano è stata una città d’acqua, florida per i suoi fiumi e canali che per secoli hanno permesso commerci e spostamenti altrimenti impossibili. Si pensi ai blocchi di marmo per costruire il Duomo giunti via acqua fino a via Laghetto o alle innumerevoli attività artigianali che, traendo energia dalla forza dell’acqua hanno reso la città ricca e famosa.
Ora lo skyline di Milano sull’acqua non sarà più quello romantico delle vedute che si possono ammirare nella splendida quadreria ottocentesca in esposizione a Palazzo Morando nella centralissima via S.Andrea, ma sarà una Milano del futuro dove nell’acqua si specchieranno oltre ai palazzi storici, gli svettanti avveniristici grattacieli. Mentre le capitali europee hanno continuato a perfezionare nel tempo i propri navigli, Milano farà un salto nel futuro dal punto di vista tecnico, grazie agli studi di fattibilità del Politecnico di Milano, alle indagini di AMAT e ai progetti della Facoltà di Architettura, realizzati all’insegna dello sviluppo qualitativo della città, quali “ fonte di nuove opportunità ambientali, culturali ed economiche nel settore turistico, nel settore energetico e in molti altri.”

A festeggiare sul barcone, da sinistra, Roberto Biascardini, Claudio Masi e Giorgio Goggi .

L’apertura, inoltre, dei quasi 8 km di Navigli cittadini, a cominciare da quelli coperti negli anni ’60 in via Melchiorre Gioia, fino alla Darsena, passando per la Cerchia dei Navigli”, farà da volano per far funzionare i 140 km dei Navigli navigabili della Lombardia, contemplati dal progetto regionale, dal Lago Maggiore, al Lago di Como. Il collegamento tra il naviglio Martesana e la Darsena interesserà, quindi, via Melchiorre Gioia, la Conca dell’Incoronata, il Tumbun di San Marco, via Fatebenefratelli, via Francesco Sforza e il Parco delle Basiliche con all’incirca sedici principali attraversamenti stradali. Non si pensi all’acqua torbida e stagnante che caratterizzava alcuni tratti degli antichi Navigli molto più simili a fogne a cielo aperto che a canali navigabili, qui, grazie alle modernissime tecnologie, la corrente sarà veloce e l’acqua abbondante e cristallina.  Un habitat non solo gradevole alla vista e salutare per gli umani, ma sgradito in realtà, ai paventatissimi topi e zanzare.
Si tratta di un’opera pubblica che, proprio perché capace di attirare nuove attività di carattere economico, sarà finanziabile anche con risorse private, “ricorrendo al project financing, a sottoscrizioni popolari e a fondi europei”. I costi previsti? Meno di quelli richiesti per realizzare due chilometri di metropolitana. E’ tanto, ma si puo’ fare!
Beppe Sala, irrefrenabile dopo EXPO, è d’accordo.

Roberto Biscardini sul palco, prima dell'inizio della musica sull'acqua.

Roberto Biscardini sul palco, prima dell’inizio della musica sull’acqua.

Sono passati dieci anni da quando è stata concepita l’idea di Riaprire i Navigli e cinque dalla costituzione dell’Associazione e il doppio anniversario è stato celebrato, non a caso, su un vecchio enorme barcone in ferro restaurato, usato un tempo per il trasporto di ghiaia e quant’altro e ora palcoscenico di eventi importanti per la città, ormeggiato lungo l’Alzaia Naviglio Grande, all’altezza di via Casale.
Alla festa, gremita di giovani, assessori e non, hanno partecipato Roberto Biascardini, Claudio Masi e Giorgio Goggi .

www.riaprireinavigli.it 

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento