Specialisti in allergologia e immunologia clinica, cardiologia, geriatria, malattie dell’apparato respiratorio, medicina interna, si confrontano nel corso di tre giornate di elevato profilo scientifico all’insegna dell’innovazione ed dell’interattività Focus su Orticaria Cronica Spontanea (CSU, chronic spontaneous urticaria), la forma più difficile da diagnosticare e curare, per migliorare la gestione del paziente e la sua qualità di vita. Nuove metodologie di approccio al paziente complesso ed alla prevenzione del rimodellamento bronchiale causato dall’Asma Allergico Grave

Si è svolto a Roma ‘Novair’ – NOVelties to Achieve Improvement in Respiratory disorders, organizzato con la sponsorizzazione di Novartis per ribadire l’impegno che la stessa pone nella ricerca e negli studi nell’ambito respiratorio, nelle malattie come l’Asma Allergico Grave1 che colpisce 50.000 Italiani sui circa tre milioni di asmatici e l’Orticaria Cronica Spontanea.

L’asma Allergico Grave è una patologia complessa che colpisce adulti e bambini, caratterizzata dalla iperespressione di immunoglobuline E (IgE) in risposta agli allergeni ambientali (quali acari della polvere, pollini e muffe). Le linee guida GINA (Global INitiative for Asthma) stabiliscono come obiettivo primario nella gestione del paziente il raggiungimento del controllo ottimale della patologia. Non controllare l’Asma Allergico Grave comporta il persistere dei sintomi e l’insorgere di frequenti riacutizzazioni che spesso possono causare l’ospedalizzazione e addirittura mettere a rischio la vita stessa del paziente.

L’Asma è un problema mondiale e un consistente onere sociale ed economico per i sistemi sanitari; secondo l’OMS nel mondo tra i 100 e i 150 milioni di persone soffrono di questa condizione. La Global INitiative for Asthma (Gina) stima che in Europa ci siano oltre 30 milioni di asmatici.

I lavori di questa edizione di Novair sono incentrati sull’importanza della gestione appropriata del paziente complesso e sulla prevenzione del rimodellamento bronchiale causato da Asma Allergico Grave.

Altro momento fondamentale sarà il focus sull’Orticaria Cronica Spontanea, la forma più difficile da diagnosticare e trattare tra le diverse forme di patologia, una malattia autoimmune caratterizzata da pomfi pruriginosi associati o meno ad angioedema, i cui sintomi possono persistere per lunghi periodi di tempo con notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti.

Ampio dibattito è dedicato al futuro del trattamento dell’Asma Allergico Grave; a tale proposito Giorgio W. Canonica, Direttore Clinica Malattie Respiratorie e Allergologia dell’Università degli Studi  Genova IRCCS San Martino, afferma “che questo futuro è basato sulle terapie biologiche che permettono di attuare la ‘Medicina Personalizzata o di Precisione’; per l’Asma Allergico Grave un farmaco biologico monoclonale anti IgE (omalizumab) esiste da anni ed ha contribuito molto alla migliore gestione della malattia; purtroppo i dati dicono che in Italia questo trattamento è ancora poco utilizzato nel trattamento della patologia. Questo è un esempio di un farmaco biologico diretto su un “bersaglio” preciso (IgE), di cui quest’anno ricorrono i 50 anni dalla scoperta. Interessante il fatto che lo stesso monoclonale anti IgE si sia dimostrato efficace anche nell’Orticaria Cronica Spontanea e si è reso di recente disponibile anche in Italia con questa indicazione”.

Novair 2016 fa il punto dopo 50 anni dalla scoperta delle IgE e dopo 10 dall’impiego di un trattamento che le colpisce direttamente (omalizumab); come rileva Girolamo Pelaia, Professore di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università della Magna Graecia di Catanzaro “a distanza di circa 50 anni dalla scoperta delle IgE quali mediatori anticorpali dei processi immuno-allergici, effettuata dai coniugi giapponesi Ishizaka, è possibile tracciare un bilancio relativo a 10 anni di impiego dell’anticorpo monoclonale anti-IgE (omalizumab) nel trattamento dell’Asma Allergico Grave. 10 anni di utilizzo hanno dimostrato che questo farmaco è caratterizzato da un profilo di efficacia robusto consolidato negli anni, e da un profilo di tollerabilità e sicurezza che ha consentito di rivoluzionare la terapia dell’asma di natura allergica in oltre 100.000 pazienti in tutto il mondo. In particolare, il trattamento è in grado di ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni dell’asma, migliorando anche i sintomi respiratori dei pazienti e la loro qualità di vita. Tali effetti
dipendono dalla capacità di omalizumab di legarsi specificamente alle IgE umane, formando così degli immuno-complessi che impediscono alle IgE di attivare i loro recettori ad alta e bassa affinità, espressi dalle cellule immuno-flogistiche quali mastociti, basofili, eosinofili, cellule dendritiche e linfociti B. Inoltre, poichè a livello delle vie aeree i recettori per le IgE sono presenti anche sulle cellule strutturali come le cellule epiteliali e le fibrocellule muscolari lisce, omalizumab può anche modulare gli eventi strutturali relativi al rimodellamento della parete bronchiale, con possibili riflessi positivi sulla storia naturale dell’Asma”.

Novair significa anche innovazione tecnologica, con un evento mai realizzato prima in Italia, come spiega Stefano Gasparini, professore di Malattie respiratorie presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona, “a Novair non si parla solo di BPCO, di Asma Allergico Grave e di Orticaria Cronica Spontanea ma c’è uno spazio importante dedicato alla Pneumologia Interventistica, le cui procedure rappresentano un patrimonio fondamentale per lo sviluppo della specialità pneumologica e costituiscono un momento essenziale nel percorso diagnostico e terapeutico di molteplici patologie respiratorie. Per la prima volta in un convegno italiano si assisterà ad un esame broncoscopico live, trasmesso in diretta dalla sala di broncoscopia dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, con la possibilità di discutere, in maniera interattiva con i partecipanti, le indicazioni alla procedura, le modalità di esecuzione della stessa ed i possibili risvolti terapeutici che il risultato ottenuto potrà fornire nel percorso terapeutico del paziente”.

Protagonista la BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), che colpisce 210 milioni di persone nel mondo ed è destinata, entro il 2030, a divenire la terza causa di morte. Patologia cronica tra le più invalidanti, solo in Italia interessa tre milioni di persone
Disponibile anche nel nostro Paese la prima formulazione combinata indicaterolo/glicoporronio  per la duplice broncodilatazione, che ha dimostrato di migliorare la sintomatologia dei pazienti con BPCO con un positivo impatto  sulla qualità della vita
Approfondimenti nel rapporto tra BPCO e scompenso cardiaco, nell’importanza della riabilitazione respiratoria e nella gestione del paziente complesso

La BPCO è una malattia dell’apparato respiratorio caratterizzata da un’ostruzione persistente e progressiva delle vie aeree; è anche associata ad uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare la cui conseguenza è un rimodellamento dei bronchi che provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria. Colpisce 210 milioni di persone nel mondo, e nel 2030 potrebbe diventare la terza causa di morte a livello mondiale, con un conseguente enorme aumento dei costi socio-sanitari indispensabili alla gestione della malattia. La progressiva diminuzione della funzione polmonare provoca dispnea, riduce la qualità di vita e impedisce di svolgere abituali attività quotidiane, quali camminare, anche per brevi tragitti, salire le scale e persino nel vestirsi o lavarsi. I principali fattori di rischio per la BPCO sono da ricercarsi nel fumo di tabacco, nell’inquinamento atmosferico e domestico,  nell’esposizione professionale a sostanze irritanti (polveri, agenti chimici, fumi e vapori). Tosse, espettorato e affanno i campanelli d’allarme di questa patologia respiratoria cronica che può portare all’insufficienza respiratoria e, nelle fasi più gravi,
all’ossigenoterapia continuativa a domicilio. Analisi recenti indicano che interessa molte persone al di sotto dei 65 anni, nonostante il luogo comune secondo cui si manifesta in età avanzata. L’individuazione el’assunzione regolare della terapia farmacologica, unitamente al mantenimento di una performance fisica, consentono al paziente di svolgere le normali attività quotidiane.

Grandi passi sono stati compiuti dalla ricerca scientifica che oggi trova, nella duplice broncodilatazione, la terapia di riferimento per il paziente con BPCO.

Come sottolinea Francesco Blasi, professore ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio e direttore del Dipartimento di Fisiopatologia e dei Trapianti presso l’Università degli Studi di
Milano, “secondo quanto riportato in tutte le raccomandazioni nazionali ed internazionali, trattamento fondamentale della BPCO è la broncodilatazione. Oggi abbiamo a disposizione farmaci in grado di indurre una persistente broncodilatazione che consente il miglioramento sostanziale della qualità della vita. Il risultato è ancora più evidente quando si combinano due broncodilatatori con diversi meccanismi di azione. Oggi è disponibile l’associazione di due principi attivi indacaterolo e glicopirronio la cui assunzione avviene una volta al giorno attraverso lo stesso inalatore. Assumere i due farmaci insieme permette un’azione che si sviluppa contemporaneamente con significativi vantaggi non solo in termini di efficacia terapeutica ma anche di aderenza al trattamento da parte dei pazienti”.

I vantaggi della duplice broncodilatazione sono anche confortati da un basso livello di effetti collaterali, in particolare senza le possibili complicazioni correlate con l’uso degli steroidi inalatori quali
osteoporosi, alterazioni della glicemia e insorgenza di infezioni polmonari come le polmoniti.

Stefano Nardini, direttore dell’Unità operativa di Pneumotisiologia ULSS 7 Regione Veneto e dell’Unità di Pneumologia dell’Ospedale di Vittorio Veneto (TV) rileva che “L’assunzione della terapia con broncodilatatori avviene per via inalatoria; ciò permette ai farmaci di arrivare direttamente nei bronchi con il grande vantaggio di agire con minori effetti collaterali sul resto dell’ organismo rispetto ad altre terapie. La ricerca ha permesso di individuare non solo formulazioni più efficaci come la duplice broncodilatazione, ma anche modalità più semplici di somministrazione. L’insieme di questi due aspetti ha un impatto significativo sulla capacità del paziente di prendere confidenza con il proprio piano terapeutico aumentando il suo livello di aderenza”.

Intervenire sulla progressione della BPCO, limitando gli episodi acuti e le riacutizzazioni porta un beneficio al quadro clinico generale del paziente soprattutto in presenza di comorbidità cardiovascolari quale ad esempio lo scompenso cardiaco.

“Le evidenze scientifiche riportano una stretta relazione tra BPCO e problematiche cardiovascolari – continua Francesco Blasi – le motivazioni sono da ricercarsi nella ipossiemia, la mancanza di ossigeno nel sangue, e nell’infiammazione sistemica correlata agli episodi acuti, le riacutizzazioni. Rimane quindi fondamentale inquadrare l’approccio terapeutico del paziente BPCO tenendo conto dello stato di salute complessivo valutando sia la componente respiratoria che le possibili malattie di accompagnamento, le comorbilità e complicazioni, che possono incidere sul decorso”.

L’importanza della riabilitazione respiratoria è uno dei principali obiettivi di Novair, evento che attribuisce grande attenzione all’innovazione tecnologica.

Infatti Stefano Gasparini, Professore di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona fa notare come “in questo evento, che vede riuniti i maggiori esperti italiani in campo pneumologico e allergologico, ci sarà un ampio spazio dedicato alla Pneumologia Interventistica, le cui innovative procedure rappresentano un notevole passo avanti nello sviluppo della specialità pneumologica essendo un momento essenziale nel percorso diagnostico e terapeutico di molteplici patologie respiratorie. Per la prima volta si potrà assistere ad un esame broncoscopico live, trasmesso in diretta da una sala di broncoscopia, con la possibilità per i partecipanti di discutere le indicazioni alla procedura, le sue modalità di esecuzione ed i possibili risvolti terapeutici che il risultato potrà fornire nel percorso terapeutico del paziente”.