Yves Rocher si è ispirato alla natura  per la sua linea Cosmétique Végétale®, che risponde ai bisogni della pelle utilizzando piante che aiutano ad immagazzinare l’acqua, ingrediente fondamentale per un’epidermide morbida, levigata ed idratata.

La pelle è l’organo di contatto con l’esterno; essa deve svolgere il ruolo di barriera, essenziale per l’equilibrio idrico del nostro corpo.  La pelle, però,  perde  acqua sudando, in caso di sforzo fisico o di emozioni forti, con lo scopo di regolare la temperatura corporea. Per prevenire la perdita d’acqua in superficie agiscono lo strato corneo, il suo cemento intercellulare e il film idrolipidico della pelle.
Per mantenere un livello di idratazione ottimale della pelle è necessario immagazzinare l’acqua tramite elementi che la  “catturano”come amminoacidi, urea, zuccheri e acido ialuronico, ma anche trattenere l’acqua, limitando l’evaporazione ed evitando la conseguente sensazione di disagio e tensione.
Ma cosa determina la disidratazione?  Il tipo di alimentazione e lo scarso consumo di acqua per via interna, condizioni ambientali come freddo, sole, acqua calcarea, riscaldamento, inquinamento, vento e anche l’età, che fa diminuire il film idrolipidico, con conseguente perdita di acqua.  Anche l’uso di prodotti disidratanti, come tensioattivi e prodotti aggressivi, o la genetica ( con le sue manifestazioni cliniche, come xerosi ed  eczema)  contribuiscono alla disidratazione.
E se alcune piante avessero perfezionato i loro meccanismi di stoccaggio ed equilibrio dell’acqua? Parliamo delle succulente.
Che cosa c’è di meglio di una succulenta per soddisfare il bisogno di idratazione della pelle?
I nostri botanici e fitologi, dopo aver esplorato il mondo vegetale alla ricerca di una pianta eccezionale con un particolare metabolismo idrico, si sono interessati a questa famiglia con un approccio scientifico e sostenibile per trovare la pianta il cui gene di adattamento ha avuto il maggior successo nella gestione di questo prezioso capitale che è l’acqua in ambienti aridi o esposti a rischi climatici.
La pianta prescelta è l’Edulis, dal nome latino Carpobrotus edulis, una pianta dalla struttura e dalla fisiologia davvero uniche.
L’Edulis è una pianta succulenta riconoscibile dalle foglie triangolari di un verde intenso, che diventa rosso dopo una forte esposizione al sole. Gli habitat preferiti di questa pianta sono le aree marittime e le coste rocciose, aree che non sono certo le più favorevoli alla vita vegetale: venti salini, spruzzi d’acqua, siccità, povertà del suolo…
Osservando con attenzione le sue foglie, i nostri ricercatori sono rimasti sorpresi dalla loro effi cacia nella gestione dell’acqua nella pianta e dalla somiglianza con le strutture e le funzioni della pelle.
Proprio come la pelle, grazie ai suoi proteoglicani, la foglia di Edulis ha un tessuto di riserva chiamato parenchima acquifero. Come una spugna, le cellule di questo tessuto si riempiono d’acqua in caso di pioggia e gonfiano le foglie per dare loro quell’aspetto caratteristico. L’acqua viene quindi immagazzinata.
Proprio come fa il nostro corpo con la pelle, la pianta ha bisogno di una barriera per regolare gli scambi con l’esterno e bloccare l’uscita intempestiva dell’acqua dalle foglie.
La foglia di Edulis è al culmine dell’adattamento su 3 livelli:
La sua morfologia
Foglie sottili e triangolari. Questa forma insolita ottimizza il contatto con l’esterno per ridurre la superficie di evaporazione fino a 300 volte rispetto a una foglia «normale».
La sua struttura
Foglie con una cuticola spessa, detta coriacea.
Questa cuticola protegge il parenchima acquifero e al contempo limita considerevolmente il deflusso d’acqua.
Il suo bioritmo
Come tutte le foglie, quelle di Edulis fanno la fotosintesi per creare energia. Date le condizioni climatiche, l’Edulis si è adattata, aprendo i pori della cuticola solo di notte per catturare la CO2 per poi chiuderli di nuovo di giorno per limitare l’evaporazione. Durante il giorno verrà catturata l’energia luminosa.
L’acqua è quindi bloccata e gli scambi sono regolati. La pelle è idratata sia in profondità che in superficie.
LIBERARE L’ACQUA (TEST IN VIVO)
1. Metodi metrologici utilizzati per misurare l’idratazione
La corneometria è il metodo di misurazione indispensabile per determinare il livello di idratazione della superficie dell’epidermide in base ai principi della conducibilità elettrica della pelle. Esiste una relazione diretta tra il contenuto di acqua della pelle e la sua capacità elettrica o capacitanza. Il corneometro misura la capacitanza degli strati superficiali dell’epidermide.
La moisture map è un dispositivo unico per valutare la distribuzione dell’idratazione e le proprietà della texture. Precedentemente utilizzato nel settore della sicurezza, per registrare le impronte digitali, fornisce informazioni sulla distribuzione dell’idratazione.
2. Risultati dei test di efficacia e soddisfazione su volontari (in vivo)