La campagna ORA CHE LO SO, ideata e sviluppata da SpazioUau e Parole O_Stili – associazione che si occupa di promuovere l’utilizzo di un linguaggio non ostile online, in collaborazione con ATS Bergamo, Pediatri di famiglia Bergamo e il Garante per i diritti dell’infanzia e adolescenza del Comune di Bergamo – è partita da un’iniziativa dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Bergamo.

Oggetto della campagna è sensibilizzare gli adulti sui potenziali effetti dannosi dell’utilizzo dello smartphone da parte dei bambini sotto i 2 anni di vita.

Con lo slogan “Ora che lo so” (/oracheloso.bergamo.it), e attraverso una creatività multi soggetto, la campagna on e offline vuole porre l’attenzione su comportamenti comuni che spesso gli adulti mettono in campo nella relazione con i bambini.
Ma anche sulle conseguenze negative che quei gesti comportano, così come sulle consapevolezze che dovrebbero nascere una volta conosciuti i rischi e i disturbi derivanti dall’uso disinvolto dei device.

La cena con gli amici, il viaggio in auto o quel programma in tv che ci piace tanto

A quale genitore non è capitato di utilizzare lo smartphone come un babysitter moderno? Perchè in fondo aiuta a “tranquillizzare” i nostri bambini e le nostre bambine.
Ma è davvero così? 58,1% è la percentuale italiana di bambini e bambine, tra gli 11 e i 15 mesi, che usano computer, tablet o smartphone.Un uso precoce di dispositivi digitali contribuisce allo sviluppo di abitudini stimolo-risposta che compromettono la capacità di concentrazione e pazienza, alterando l’organizzazione della conoscenza e influendo negativamente sulle aree cruciali per lo sviluppo del linguaggio.

Ora che lo so, non ricorro a smartphone o tablet per superare il momento di difficoltà e da genitore sarò un supporto sicuro per fare esperienza con cibo e sapori.

L’allattamento, la ninna nanna per addormentarli, il momento della pappa

Sono tutte occasioni per ottimizzare i tempi e fare quella chiamata rimandata da giorni o guardare quel video che hanno condiviso nella chat dei colleghi.
Perché in fondo così non perdo ulteriore tempo prezioso.

Ma è davvero così? L’interruzione di una connessione tra bambini e genitori, persino con una telefonata di 30 secondi, può interferire con la funzione di rispecchiamento relazionale, influenzando così l’acquisizione dell’autoregolazione emotiva.
In pratica, quando il bambino non ha una figura di riferimento a cui guardare per capire il mondo, può sviluppare una visione negativa degli eventi che gli si verificano intorno.

Ora che lo so, sono consapevole che il mio sguardo attivo e reattivo è importante per la sua crescita. Per questo disattivo le notifiche del mio smartphone, così da potermi dedicare appieno al mio ruolo di genitore.

L’allattamento è un momento fondamentale di relazione, evito di utilizzare schermi come tv, smartphone e tablet per intrattenermi. Preferisco la connessione tra noi due.

 Le abitudini delle famiglie italiane parlano chiaro: il 26% dei genitori fa usare autonomamente lo smartphone a bambini e bambine sotto i due anni, mentre il 35% delega ai dispositivi il compito, ad esempio, della lettura delle fiabe.
Con Parole O_
Stili lo diciamo sempre: la Rete può essere un posto bellissimo, ma da una certa età, nei giusti tempi e con i giusti equilibri. Altrimenti “fa male”!
Lavorare come adulti su questa consapevolezza è il regalo più bello che possiamo fare ai più piccoli: ci saranno più tempo per le coccole, per i momenti di gioco e  – come dice il principio 5 del manifesto dedicato ai bimbi – per “abbracciarsi con le parole
” Rosy Russo, Founder di SpazioUau e Presidente di Parole O_Stili.

Sotto i due anni di vita gli schermi fanno male

“Da persona convinta dell’importanza dell’uso del digitale e delle competenze digitali nella relazione con gli altri e nel lavoro, ritengo però necessario sottolineare quanto sia necessario tenere in considerazione il fattore età: sotto i due anni di vita gli schermi fanno male.” dichiaraLoredana Poli, Assessora istruzione, università, formazione, sport e tempo libero, politiche per i giovani, edilizia scolastica e sportiva del Comune di Bergamo.