Dichiarazione di Egidio Archero, Presidente FAND-Associazione italiana diabetici, in merito a quanto denunciato al sito Change.org dal padre di un bimbo con diabete residente in Umbria, circa l’inadeguatezza del quantitativo di strisce reattive per il controllo domiciliare della glicemie fornito gratuitamente dal Servizio sanitario regionale

“Mio figlio ha 7 anni ed è affetto da diabete di tipo 1. La mia Regione, l’Umbria, mi fornisce 125 confezioni di striscette al mese: mio figlio, però, ha bisogno di almeno 8 esami giornalieri, 240 mensili. Una confezione di striscette costa circa 50 euro e ne contiene appena 25: una spesa ingente, sostenuta con difficoltà dalle famiglie che, come la mia, convivono con questa malattia. Chiedo al Ministero della Salute di intervenire, invitando le Regioni a fornire ai malati di diabete di tipo 1 quantitativi più alti di materiale per il controllo della malattia”. Con questo accorato appello al Ministro Beatrice Lorenzin un padre denuncia – al sito di petizioni online Change.org – il suo disagio.“Un disagio che non è isolato – commenta Egidio Archero, Presidente nazionale FAND-Associazione italiana diabetici. – Si rende necessario un pronto intervento del Ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni affinché venga ulteriormente chiarito e ribadito, anche a livello amministrativo, quanto ormai patrimonio comune della conoscenza scientifica e clinica: il valore terapeutico dell’autocontrollo domiciliare della glicemia, da cui consegue la necessità di adeguare questa pratica alle diverse esigenze di ciascuna persona, esattamente come avviene con i farmaci.”

 

La pratica sin qui adottata dalle amministrazioni di concedere periodicamente, a ciascuna persona con diabete, uno stesso, limitato numero di strisce reattive e di pungidito per la misurazione della glicemia è superata, oltre che economicamente svantaggiosa. Infatti, i fabbisogni sono diversi da persona a persona, da diabete a diabete; fornire a tutti, indistintamente, gli stessi quantitativi ingenera da una parte sprechi inutili e dall’altra carenze, le quali ultime si traducono in spese elevate a carico della famiglia.

Ciò è già in parte riconosciuto da provvedimenti adottati da alcune amministrazioni regionali, come ad esempio in Liguria o Piemonte, in cui è consentito al medico prescrittore di derogare dai quantitativi predeterminati, qualora lo ritenga necessario. Inoltre, di norma i quantitativi stabiliti delle tabelle regionali non valgono per i bambini ed i ragazzi con diabete instabile e infanto-giovanile: anche in questo caso si lascia al pediatra diabetologo la possibilità di prescrivere un numero più elevato di strisce.

“Auspichiamo dunque una riflessione sul tema, perché favorire la pratica dell’autocontrollo evita il rischio delle ipoglicemie e le complicanze a medio-lungo termine; in ultima analisi, meno ricoveri ospedalieri e quindi minor aggravio di costi per la comunità”, conclude Archero.