E’ sempre bello rileggere i programmi elettorali dei candidati alle tornate elettorali locali e nazionali dopo qualche mese dall’ insediamento di chi ha conquistato “l’ambita poltrona”.

Così, tanto per rimarcare quali discrepanze sussistono tra il promettere e quanto realmente si attua durante il mandato, per “sorridere amaramente”, ma anche per ricordare ai rappresentanti del popolo di dare corso alle loro “fantasmagoriche” promesse con cui hanno conquistato la fiducia dei cittadini.

E allora non si può non sottolineare quanto sia stato sottoscritto nel colorato e mirabolante programma di Beppe Sala con cui si è candidato a sindaco di Milano ad inizio anno arrivando a sedere sulla sedia di comando di Palazzo Marino.

Quali toni diametralmente opposti si leggono in quelle pagine riguardo il tema “profughi” e accoglienza rispetto alle frasi che si stanno udendo in questi giorni con la città meneghina al collasso, senza alcuna soluzione efficace per gestire l’ondata migratoria che ha trasformato molte strade in bivacchi diurni e notturni di disperati che non trovano più accoglienza nei centri predisposti (i cosiddetti HUB) che hanno superato abbondantemente la massima capienza.

Ebbene a pagina 103 del programma di Beppe Sala (intitolato, Milano ogni giorno, ogni ora) è testualmente vergato: “Lo sviluppo di una società plurale è possibile se si interviene anche nella direzione di un’effettiva co-esistenza tra le diverse culture ed etnie che abitano la città. Le diversità, infatti, non devono più rappresentare un ostacolo, bensì il punto di partenza per una nuova co-integrazione e co-esistenza tra le diverse culture. Milano in questi anni ha fatto molti passi in avanti in questa direzione. L’attenzione dei media si è spesso concentrata sulla capacità della città di accogliere dignitosamente circa 90.000 profughi, diventando un caso unico in Europa in tema di accoglienza di carattere umanitario. Oltre alla gestione dell’emergenza è stato fatto un grande lavoro “ordinario” sul fronte dell’integrazione, i cui risultati non possono che emergere nel medio periodo……….. E poi: ….”Passare dall’accoglienza all’integrazione. Occorre esplicitare la politica di accoglienza dei profughi che Milano ha realizzato in questi ultimi anni, in grado di superare la logica emergenziale con cui si tende ad intervenire, per trasformarla in opportunità sociale e in un modello stabile. È una occasione questa per sancire l’esistenza di un approccio al femminile nel modello di accoglienza cittadino, creare una task force a sostegno di chi si occupa dell’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo e dei rifugiati, investire sulla creazione di una rete di non “addetti ai lavori” per valorizzare le esperienze di volontariato e conoscenza diffusa, sancire l’importanza dell’accoglienza ai minori con origine straniera, sostenendo i doposcuola gli insegnanti ed i mediatori culturali”.

Ecco ora leggete le dichiarazione rese non più tardi di ieri mercoledì 19 ottobre: “I punti fermi sono che la situazione all’hub di via Sammartini — parole del sindaco Beppe Sala — «non è più gestibile», come testimoniato anche dal rapporto dei tecnici dell’Asl e dai continui record al rialzo nel numero di presenze. E che Milano non può continuare a ospitare i 3.800 migranti che affollano da giorni tutti i suoi centri. A margine della presentazione del nuovo soggetto del car sharing il sindaco assicura: «Stiamo lavorando col prefetto perché la situazione si sblocchi». Servono però nuovi spazi fuori città. E qui c’è la novità. Perché l’ex Mr Expo indica la nuova possibile tipologia di edifici da sfruttare: «Se andiamo a vedere quanti sono gli ospedali o le caserme chiuse nel nostro territorio gli spazi ci sono, ma ci vuole una precisa volontà di utilizzarli senza creare disturbo eccessivo ai cittadini e dando a chi ha bisogno uno spazio adeguato».

Più chiaro di così non poteva essere il Primo cittadino di Milano.

E sì, e proprio evidente che le promesse elettorali sono più effimere delle bolle di sapone, seppur riescono a sedurre e incantare migliaia di elettori. E’ giunto il momento che gli elettori di Sala accettino la situazione creatasi a Milano e si rimbocchino le maniche e trovino una soluzione celere, concreta, efficace, idonea per far fronte allo sfacelo attuale. Una soluzione però, all’interno dell’area comunale senza “piangere” e richiedere il soccorso di altri comuni perchè il programma di Mister Expo esprimeva la totale e assoluta capacità di Milano nell’accogliere anche flussi migratori enormi perchè considerati un’ OPPORTUNITA’ SOCIALE, UN MODELLO STABILE DI UNA CITTA’ MONDIALIZZATA. E allora Signor Sindaco fatti e non parole e piagnistei, sia coerente con quanto ha dichiarato e sostenuto in campagna elettorale; oppure erano solo le solite promesse da “marinaio” ?

Massimo Puricelli
Castellanza(VA)